“Volto Santo, invece di polemizzare creiamo un grande evento in cui riunire insieme le due sculture”

La guida turistica biturgense Matteo Canicchi illustra a TeverePost l'idea per risolvere positivamente la diatriba tra Lucca e Sansepolcro e lancia una serie di proposte per il rilancio del turismo

Matteo Canicchi

Matteo Canicchi

Matteo Canicchi ha 40 anni e si è laureato in Conservazione dei beni culturali con una tesi in Storia della Toscana in età moderna e contemporanea col professor Ivo Biagianti all’Università di Siena. Ha poi conseguito un master in Archeologia etrusca e nel 2008 è stato ricercatore al museo del Louvre. Attualmente, oltre ad essere ambasciatore per la fondazione inglese Esharelife, per la quale si occupa di rintracciare opere d’arte che vengono poi vendute in aste di beneficienza, è guida turistica abilitata per Sansepolcro, la provincia di Arezzo e Firenze. Dal 2011 ha portato in Valtiberina 15.700 persone: “Le ho contate un po’ maniacalmente”, confessa, prima di spiegare che, nonostante tutto, è costretto ad accompagnare a questo lavoro anche l’attività di agente di commercio, perché “col solo turismo non riesco a mangiare”. TeverePost ha affrontato con lui l’attualità e le prospettive del settore, partendo da una tematica che ha generato proprio negli ultimi giorni un acceso dibattito in città.

Sta facendo molto discutere la diatriba su quale sia il più antico tra il Volto Santo di Sansepolcro e quello di Lucca. Che ne pensi?

Secondo me a volte è anche giusto che nascano questi dibattiti, perché negli anni cambiano gli storici dell’arte e cambiano anche le tecniche per studiare gli oggetti. Abbiamo la fortuna che i Volti Santi, sia il nostro che quello di Lucca, sono di materiali che è possibile datare con il carbonio-14, in più è importante capire la storia che c’è stata intorno, come è arrivato a Sansepolcro il nostro Volto Santo, come è arrivato l’altro a Lucca, se possono essere stati prodotti dalla stessa bottega nello stesso luogo. A Sansepolcro come a Lucca ci sono varie pubblicazioni di storici dell’arte importanti che ne parlano, in più a Lucca in questo momento hanno sicuramente dei mezzi economici per poter fare degli studi più approfonditi rispetto ai nostri, e anche dei restauri più approfonditi. Ora loro sono riusciti ad arrivare alla ribalta nei tg nazionali, sulla Rai, parlando del loro Volto Santo come del più antico, forse in Europa. Io direi di non fare tanta polemica su questa cosa, ma di girarla a nostro favore.

Il Volto Santo di Sansepolcro

In che modo?

La mia modesta idea è quella di fare in modo che le amministrazioni di Sansepolcro e Lucca prendano contatti per poter fare un bell’evento artistico, una mostra, e riunire dopo tanti secoli i nostri Volti Santi. Magari prima mandiamo il nostro a Lucca, facendolo forse tornare a casa, e poi quello di Lucca potrà venire da noi. Si tratta di fare una sorta di gemellaggio con Lucca: anziché concentrarsi su delle ripicche, meglio organizzare una bella mostra tra le nostre due città. Sicuramente tanti turisti che sono a Lucca gradiranno molto venire da noi a vedere Piero della Francesca, perché la cosa sicura è che a Lucca Piero della Francesca non c’è. Potrebbero essere coinvolte anche le rispettive Diocesi, per esempio per gli spazi: questa esposizione non deve per forza essere musealizzata, si può fare anche all’interno di edifici di culto, che poi è la destinazione naturale del Volto Santo. Bisogna sfruttare i momenti, come si dice “c’è chi inventa gli aerei e chi inventa i paracadute”. Bisogna cercare in tutti i modi, in un momento in cui il turismo soffre e va fatto ripartire, di sfruttare ciò che abbiamo. E abbiamo molto.

La proposta è lanciata, vediamo se sarà raccolta. Intanto facciamo una panoramica più generale sul settore turistico: come stavano andando le cose prima del Covid?

Si può dire che fino a febbraio il nostro turismo “andava”, ma tenendo sempre presente che noi prendiamo le briciole di Arezzo, che a sua volta prende le briciole di Firenze. Arezzo ha avuto l’intelligenza di fare il mercatino di Natale, che ha portato circa 300 pullman di turisti da tutta Italia. Mi è capitato di portare dei gruppi ad Arezzo che non volevano vedere la cappella Bacci di Piero della Francesca, ma volevano alle 4 del pomeriggio aspettare la sfilata Disney per il corso ad Arezzo. Anche di queste dinamiche bisogna tenere conto. A proposito di Piero, sono stati bravi anche a girare un po’ il discorso a loro favore, pare che a volte venga addirittura detto che è nato ad Arezzo e non a Sansepolcro. I nostri cugini aretini, passatemi il termine, ci “rubano” un po’ i turisti. Però noi abbiamo la fortuna di avere la Casa di Piero, di avere sue opere importantissime, e ancora di avere vicino Monterchi, Anghiari. Comunque, fino a febbraio il turismo dal mio punto di vista un pochino arrancava, poi col Covid c’è stata la mazzata finale.

E ora che prospettive ci sono?

Ora speriamo che tutto riparta, anche se con tutti gli accorgimenti necessari non sarà semplice. Pensiamo per esempio ai tour operator che mandano un gruppo da Roma o da Milano a Sansepolcro, prima mandavano un pullman con 50 persone, adesso devono farne due o metterci solo venti persone, quindi anche la tariffa che chiedono per fare una gita a Sansepolcro diventa più costosa per il turista. Oltretutto ad Arezzo, come a Cortona, ci sono le cooperative delle guide turistiche: a Cortona ci sono due cooperative, ognuna con venti soci, ad Arezzo ce ne sono diverse, la più importante ha oltre 40 iscritti. Si può dire che loro hanno la forza delle guide. Secondo me a Sansepolcro bisognerebbe creare il nostro nucleo di guide, però non improvvisate, non accompagnatori semplici o solamente laureati, devono essere guide turistiche formate: si devono creare vere e proprie équipe di guide per far venire i turisti qui da noi, alcune che si occupano di portare i turisti da Rimini, altre da Assisi con il turismo francescano, altre da Arezzo e Firenze. Un’altra cosa molto importante è creare sinergie con i Comuni che ci sono vicini, a partire da tutti quelli della Valtiberina e non solo. Per esempio in passato da Bagno di Romagna mi mandavano turisti che avevano compreso nel biglietto delle terme il fatto di uscire dall’acqua a mezzogiorno per andare con una navetta a Sansepolcro a vedere Piero della Francesca. Ma dobbiamo collaborare fortemente anche con gli altri Comuni della provincia di Arezzo che “hanno i turisti”, quindi Arezzo ma, come dico sempre, anche Cortona, che desidererebbe un rapporto con Sansepolcro perché loro hanno l’archeologia etrusca ma non hanno Piero della Francesca, e viceversa. Quindi perché non pensare a un biglietto cumulativo con Cortona? Altra idea su cui puntare sono i blogger, bisognerebbe invitarne tanti, tenerli qui e fare in modo che scrivano di Sansepolcro. Poi noi abbiamo la fortuna di avere delle opere di Piero che potremmo prestare: sicuramente non la Madonna della Misericordia, ma il San Ludovico e il San Giuliano possono viaggiare senza problemi, sarebbe ottimo utilizzarli per scambi tra musei: noi mandiamo Piero, facendolo conoscere ancora di più, e riceviamo in cambio altrettanti tesori, opere importanti intorno a cui ogni quattro, cinque o sei mesi organizzare nuove mostre che richiamano gente. E infine, dobbiamo anche avere luoghi dove far alloggiare i turisti senza chiedere prezzi troppo alti, anche nei ristoranti bisognerebbe fare dei veri menù turistici. Ed è importante avere una ricezione anche molto semplicemente in termini di servizi igienici: per esempio spesso arriviamo con il pullman a Porta del Ponte e i primi bagni sono a Porta Fiorentina, e non sono neanche molto facilmente accessibili.

Il San Ludovico di Tolosa di Piero della Francesca
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