Villa Fatti, Romolini: “Ottimo appeal per il mercato internazionale. Improbabile un uso turistico”

TeverePost ha contattato l’agenzia immobiliare che cura la messa in vendita della storica dimora: “Struttura in condizioni perfette"

Villa Fatti (foto: Flickr Nestlé)

Villa Fatti, uno dei luoghi più conosciuti e rappresentativi di Sansepolcro, è ufficialmente in vendita. La notizia ha iniziato a circolare in città nella giornata di mercoledì, dopo l’annuncio diffuso sul web dalla locale agenzia immobiliare Romolini, partner di Christie’s, specializzata nella vendita di strutture di lusso su scala internazionale. Questa splendida dimora, che sorge maestosa sulla collina della città di Piero, è conosciuta soprattutto per aver ospitato per vari decenni Casa Buitoni, il centro di ricerca dell’omonimo marchio di pasta nato proprio al Borgo.

Quel simbolo di qualità ed eccellenza legato allo storico brand alimentare, ancora oggi raffigurato sulle etichette dei prodotti in vendita sugli scaffali, venne smantellato nei primi mesi 2018 per volontà della multinazionale Nestlé, attuale proprietaria della struttura e detentrice del marchio, che decise di trasferire i propri laboratori in Ohio negli Stati Uniti con relativa rivisitazione del rapporto di lavoro con i 15 dipendenti allora presenti.

Da quel momento, tra voci di corridoio e interrogazioni consiliari, in città si è parlato molto di un possibile nuovo utilizzo della struttura da parte della proprietà con una nuova veste turistica. L’ipotesi era quella di riconvertire la villa in un relais di lusso, ma in realtà la mancanza di una qualsivoglia conferma o contatto con gli enti locali da parte di Nestlé ha portato al superamento di questa eventualità. Oggi, dopo oltre due anni, ecco la decisione dell’azienda elvetica di lasciare ad altri l’opportunità di definire il nuovo destino dell’antica residenza.

Come noto, serviranno 6 milioni e 950mila euro per aggiudicarsi una location suggestiva da oltre 3mila metri quadrati che comprende una villa strutturata su cinque livelli con ampio parco e giardino all’italiana, alla quale si aggiungono un grande laboratorio interrato, un magazzino e svariati locali tecnici. Insomma, una struttura decisamente fuori dall’ordinario, che richiederà un acquirente altrettanto straordinario.

TeverePost ha contattato i titolari dell’agenzia Romolini Immobiliare per conoscere maggiori dettagli sull’operazione. Ecco cosa è emerso dalla nostra conversazione con Marta Brunellini Romolini.

Quali sono le dinamiche che hanno portato alla scelta di mettere in vendita la villa?

Non possiamo fornire una risposta precisa, anche perché conduciamo questa operazione tramite la compagnia multinazionale Colliers International. Certamente possiamo dedurre che per un colosso di portata globale come Nestlé la scelta sia stata dettata da strategie aziendali e non da ragioni economiche.

Dopo un lungo periodo di mancato utilizzo, qual è lo stato di conservazione della struttura?

Grazie al lavoro dei custodi la villa si trova in condizioni davvero eccellenti. Con la nostra agenzia trattiamo immobili di alto profilo in tutto il territorio nazionale e le assicuro che trovare una struttura del genere in questo stato, cioè senza bisogno di particolari interventi di restauro, è davvero una rarità.

Ritenete che il prezzo di vendita sia consono alla tipologia di immobile?

L’importo è ottimo, anche per il momento storico, e riflette principalmente il fatto che siamo in Valtiberina. Se una villa simile si fosse trovata in altre zone d’Italia più gettonate, il prezzo sarebbe come minimo raddoppiato.

Una struttura del genere che tipo di mercato e quale destinazione d’uso può avere?

Il prezzo giusto, ovvero né basso né alto, e l’ottimo stato di manutenzione certamente sono un’attrattiva notevole soprattutto per un mercato internazionale. Uno straniero che riesce ad acquistare un capolavoro simile alla metà del prezzo di una struttura fuori Firenze o nel Chianti può adibirlo a differenti tipologie di utilizzo. Anche se mi viene più difficile pensare ad un uso alberghiero, perché il momento per il turismo è davvero difficile e purtroppo qua non c’è lo stesso appeal di altre zone più rinomate della Toscana. Un’altra ipotesi che invece è fattibile, visti i trascorsi della struttura, è che un nuovo imprenditore locale o forestiero possa utilizzarla come dimora di rappresentanza, vista la sua bellezza architettonica, e tramutarla in un logo come già successo. Un elemento di distinguo tra molti acquirenti è la presenza di quello che noi chiamiamo il ‘fattore wow!’, ovvero quelle caratteristiche che ti rimangono impresse fin dalla prima volta che le noti. Un castello o una villa che possa essere utilizzata come immagine aziendale ha certamente una marcia in più. Villa Fatti è certamente una di queste.”

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