Verso le Regionali, Casucci: “I valtiberini? Da anni trattati come toscani di serie B”

Intervistato da TeverePost, il consigliere regionale della Lega ha evidenziato le carenze della territorio sul fronte della sanità, delle infrastrutture e dei servizi

Marco Casucci - Immagine tratta da Facebook

Le ultime indiscrezioni sul fronte delle candidature e le tematiche prioritarie per la Valtiberina al centro della nostra intervista con Marco Casucci, consigliere regionale della Lega. In attesa dell’ufficialità dei nomi che andranno a comporre la lista del Carroccio alle elezioni di settembre, il consigliere ha fatto il punto sulle attività svolte durante i suoi cinque anni di opposizione alla giunta regionale, soffermandosi sulle principali questioni che riguardano la nostra vallata.

A che punto siamo con la composizione della lista della Lega per le regionali?

In questi giorni sono stati presentati i curriculum dai diretti interessati, ed ora i vari profili in corsa saranno esaminati dalla segreteria regionale. I nomi dei candidati dovrebbero essere comunicati entro una decina di giorni. Anche noi consiglieri uscenti abbiamo tutti presentato il proprio curriculum. La speranza è che il lavoro svolto dal 2015 ad oggi possa portare alla riconferma all’interno della lista. In questi anni siamo cresciuti molto sotto la guida di Matteo Salvini e sarà ovviamente lui ad avere l’ultima parola sulle strategie e sui profili più adatti da candidare.

Come giudica il suo operato in Regione? Che rapporto ha maturato con le istituzioni locali?

In consiglio la Lega è stato uno dei gruppi più attivi e personalmente sono soddisfatto del lavoro svolto e dei contatti allacciati anche con le amministrazioni locali. Per raggiungere risultati importanti sul fronte regionale è fondamentale lavorare bene su tutti i piani istituzionali, come dimostra quanto fatto in Umbria negli ultimi anni, dove prima abbiamo conquistato roccaforti storiche come lo stesso capoluogo perugino in attesa di arrivare alla guida della Regione.

Rispetto a cinque anni fa la Lega è molto cresciuta anche in Valtiberina dove oggi ci sono profili interessanti che ricoprono ruoli istituzionali. Può esserci il rischio di dare vita a una sorta di concorrenza interna o si cercherà di avanzare compatti verso l’obiettivo comune?

Il primo obiettivo deve essere quello di fare un grande risultato di lista alle regionali. Per far sì che ciò accada, tutti i candidati dovranno rendere al massimo. La prima cosa che ci interessa è che cresca la Lega e tutti noi dovremo farci trovare pronti a dare il nostro contributo. Sono certo che le vallate risponderanno bene e che sapranno anche riconoscere il lavoro di chi negli anni in Regione ha portato avanti gli interessi della Valtiberina. Questo approccio non si dovrà fermare alle sole regionali, perché nei prossimi tempi avremo numerosi appuntamenti elettorali strategici, vedi Arezzo dove puntiamo a dare continuità al progetto amministrativo di Ghinelli, ma vedi anche Sansepolcro 2021 che sarà una partita importantissima.

Qual è stato secondo lei l’errore principale commesso dalla Regione nella gestione dei territori periferici come il nostro?

L’errore alla base di tutto è stata la scelta di centralizzare e concentrare le risorse principalmente nei grandi centri, lasciando le zone periferiche prive di risposte. Prendiamo ad esempio la questione del distretto sociosanitario che ha portato alla creazione di un unico macroambito con Arezzo, Casentino e Valtiberina, territori molto diversi con caratteristiche sociali ed esigenze diverse. Qualcosa non ha funzionato e lo dimostra il fatto che gli ospedali e la medicina nei territori sono oggi più deboli. Curioso come soltanto ora arrivino i soldi per l’adeguamento sismico dell’ospedale di Sansepolcro: 12 milioni dei quali 8 per l’antisismica, altri 3 per ristrutturazioni e un solo milione destinato ai macchinari. Nel frattempo rimane tutto il problema legato al ripristino della rianimazione, e la Lega si batterà perché ciò possa accadere prima possibile. Stanno arrivando alcune risposte, non tutte, dopo interi anni di silenzio.

Se dovesse vincere il centrodestra cosa cambierà nel rapporto tra regione e Valtiberina?

Conoscendo Susanna Ceccardi, sono certo che si ritaglierà degli spazi per confrontarsi e dialogare periodicamente con i sindaci delle aree periferiche, compresa la Valtiberina dove non credo che i sindaci abbiano ricevuto in questi anni molte telefonate o comunicazioni dirette dal governatore Rossi. Sarà garantito un contatto continuo, un po’ come quello che io stesso ho cercato di mantenere in questi anni da consigliere di opposizione, figuriamoci se dovessimo trovarci nella maggioranza. C’è bisogno di tenere in considerazione omogeneamente il territorio regionale, visto che fino ad oggi siamo stati divisi tra toscani di serie A e toscani di serie B. È ora di dire basta.

Indipendentemente dal risultato elettorale, quali sono le tematiche che la Lega intenderà portare avanti in Regione per il territorio valtiberino?

Oltre alla sanità di cui già abbiamo parlato, dovremo spingere affinché vi siano infrastrutture e servizi adeguati per la popolazione. Bene, ad esempio, avere nuovo decoro alla stazione ferroviaria di Sansepolcro, ma a mio avviso per prima cosa in quella stazione dovrebbero tornare i treni. Poi ci sono da portare a termine le grandi opere, perché la Valtiberina è da sempre una corsia preferenziale per comunicare con il nord e la parte produttiva del Paese. Dovremo lavorare anche all’ammodernamento di certi servizi, penso ad esempio alla rete mobile visto che in tante zone si riscontrano ancora problemi nel fare telefonate. A queste priorità andranno ovviamente ad aggiungersi le nostre proposte in fatto di sicurezza, sociale e tutti quei temi da sempre al centro delle nostre politiche nazionali.

Exit mobile version