È stata presentata ieri la lista del collegio di Arezzo per le elezioni regionali di Toscana a Sinistra, la compagine che candida alla presidenza l’attuale capogruppo in Consiglio regionale Tommaso Fattori. Tra gli otto candidati anche un rappresentante della Valtiberina, l’anghiarese Mirco Meozzi, che durante l’incontro svoltosi, in modo simbolico, non lontano dall’inceneritore di San Zeno, ha ricordato l’importanza di partire dalla battaglia sui rifiuti, l’acqua e il trasporto pubblico. Tutti servizi che “i Comuni hanno perso trasformandosi in scatoloni vuoti”, ha detto. Sul tema dei rifiuti Meozzi ha criticato fortemente la scelta della Regione di creare “un ambito sovraprovinciale che lega Arezzo con realtà incollegabili anche da un punto di vista naturale quali il Grossetano e la provincia di Siena”, e l’affidamento della gestione a Sei Toscana, che “opera in maniera disordinata: a farne le spese”, ha fatto presente, “sono i cittadini, che non hanno a disposizione strumenti per migliorare l’ambiente”. Meozzi, già consigliere comunale e assessore ad Anghiari nonché consigliere provinciale ad Arezzo, ha toccato tra l’altro anche il tema della diga di Montedoglio, “che non garantisce approvvigionamento uguale per tutti e che lascia ampie zone non irrigate”.
Tommaso Fattori, nel corso del suo articolato intervento, ha ripercorso tutti i principali temi del programma di Toscana a Sinistra, incentrato su “una svolta verde e una svolta per la giustizia sociale”. A proposito della dimensione sociale del progetto, Fattori ha sottolineato che è necessario puntare sul “rafforzamento della sanità pubblica in tutti i territori, impoveriti anche grazie alla controriforma purtroppo voluta da Rossi e Saccardi”. Ancora, Fattori punta su “un piano per l’edilizia residenziale pubblica cui dare priorità con i fondi dell’Unione Europea, recuperando tanti spazi inutilizzati nelle città e nelle aree più periferiche”. Il candidato della Sinistra ha quindi parlato della necessità di un piano per dare immediatamente lavoro”, attraverso “opere contro il dissesto idrogeologico, rafforzamento del trasporto pubblico locale, manutenzione delle strade, informatizzazione. Questo per dare lavoro subito”, ha precisato, “e poi nel medio-lungo periodo occorre avere una nuova politica industriale ecologica per ricostruire dei settori economico-produttivi strategici legati alla conversione ecologica delle produzioni e alla creazione di lavoro stabile e non più precario”. Di qui il passaggio all’agricoltura, “un’agricoltura di tipo contadino di piccola scala che sostituisca quella inquinante di tipo industriale”.
Il tema ecologico è declinato nel programma di Toscana a Sinistra su più fronti che riconducono a “una svolta verso l’economia circolare in senso complessivo. Il futuro è l’economia circolare e sono i rifiuti zero”, ha spiegato Fattori: “le tecnologie ci sono, il problema è che in tutti questi anni si è continuato a investire nella vecchia direzione dell’incenerimento”. Qui l’affondo contro il progetto di raddoppio dell’inceneritore di San Zeno (“è evidente che non tornano i numeri”) e contro “lo scandalo di Sei Toscana: abbiamo avuto la privatizzazione della gestione dei rifiuti, uno dei primi casi in assoluto, che dimostra quello che abbiamo sempre detto, cioè che ai privati interessa fare business e non avere un sistema di gestione dei rifiuti economico, efficiente e socialmente efficace”.
Tommaso Fattori ha parlato anche della “transizione dal vecchio modello di turismo, centrato su grandi attrattori come la Torre di Pisa o il Duomo di Firenze, ad un modello diffuso, verde, sostenibile, perché la nostra Regione è fatta di centinaia di musei minori, di scavi archeologici, di pievi romaniche, di piccoli borghi, di bellezze che possono produrre una ricchezza diffusa sul territorio”. Infine, il candidato della Sinistra è tornato sulle “mega-opere inutili come il nuovo aeroporto di Firenze o l’enorme follia del sottoattraversamento dell’Alta Velocità sempre a Firenze, perché è lì che si concentra la maggior parte delle risorse. Salvo che ad oggi abbiamo soltanto un gigantesco buco che è costato un miliardo di euro: pensate voi con questo miliardo di euro che cosa si sarebbe potuto fare per rafforzare il trasporto pubblico locale a favore di tante aree marginalizzate. Perché non esistono aree marginali”, ha tenuto a precisare: esistono aree marginalizzate da scelte politiche sbagliate e dal taglio dei servizi”.