Proseguono le attività dei Carabinieri del Comando Stazione di Sansepolcro in contrasto al crescente fenomeno delle truffe digitali. I militari della città di Piero hanno individuato e denunciato all’Autorità giudiziaria due uomini nel corso di due distinte operazioni.
La prima di queste ha visto coinvolto un uomo di nazionalità romena, 39enne e con precedenti di polizia, per il reato ricettazione. “A seguito di una complessa indagine – scrive l’Arma nella nota diffusa oggi – l’uomo è risultato essere titolare e utilizzatore di un conto corrente bancario sul quale sono stati accreditati diverse migliaia di euro, provento di truffa con la celeberrima tecnica del phishing, particolare tipologia di raggiro consistente nell’ingannare la vittima convincendola a fornire indicazioni e informazioni personali, dati finanziari o codici di accesso, fingendosi un ente affidabile, tramite una comunicazione digitale.”
I militari spiegano che “il primo contatto con la vittima è avvenuto tramite una mail, nella quale il truffatore si fingeva l’istituto di credito bancario della vittima e la convinceva a inserire le proprie credenziali. Ciò che induce fiducia, spesso, è che il truffatore spesso usa i reali nominativi dei dipendenti dell’istituto bancario per firmare la mail”. Per le forze dell’ordine la migliore contromisura da adottare “rimane sempre quella di non svolgere operazioni online senza prima aver preso contatti con la propria banca”.
Anche la seconda operazione messa in atto dai carabinieri biturgensi è sempre legata alle truffe digitali e in particolare quelle che bersagliano i conti correnti online. In questo caso ad essere denunciato è un uomo di 25 anni originario della provincia di Torino e con diversi precedenti penali. “Grazie a una minuziosa – si legge – i militari sono riusciti a ricondurlo quale utilizzatore e intestatario di un conto corrente sul quale vennero accreditati circa tremila euro a seguito di una truffa che sta prendendo sempre più piede su tutto il territorio nazionale, quella di vishing, crasi delle parole voice e phishing, consistente in una telefonata in cui i raggiratori cercano di indurre la vittima a divulgare notizie e informazioni personali, finanziarie e di sicurezza.”
Nel caso in questione “il sedicente operatore bancario ha offerto inoltre la possibilità al proprio ‘cliente’ di effettuare un bonifico di prova a verifica che tutto fosse in regola sul proprio conto. Anche in questo caso l’invito alla prudenza è necessario, rammentando che le banche per loro politica non richiedono in nessun caso di fare dei bonifici ai loro clienti.”