Le politiche di rinnovamento del trasporto ferroviario al vaglio del Governo italiano potrebbero interessare anche la Valtiberina. In un articolo pubblicato lo scorso 13 agosto, Il Sole 24 Ore ha affrontato la tematica parlando di un maxi piano per i treni a idrogeno che andrebbe a interessare le cinque regioni degli Appennini centrali in un’ottica di rilancio delle zone coinvolte nel cratere sismico del 2016 e 2017. Il progetto è stato redatto dalla multinazionale Aecom – società americana leader dell’engineering con oltre 20 miliardi di dollari di fatturato nel 2019 – ed è ora sulla scrivania del premier Conte in attesa di essere sottoposto a uno studio di fattibilità.
Secondo il quotidiano di Confindustria, la documentazione avrebbe già ottenuto il parere favorevole del ministro dei Trasporti Paola De Micheli e del ministro dello Sviluppo Economico Stefano Patuanelli. Proprio il Mise si è fatto capofila di questa iniziativa che andrebbe a rivoluzionare il traffico su rotaia del nostro Paese. “Oggi sul 40% delle principali linee ferroviarie europee viaggiano treni alimentati con motori diesel – si legge in un altro articolo del Sole pubblicato lo scorso 1° ottobre – Con ovvi impatti ambientali. L’Unione europea è in prima linea nella lotta al cambiamento climatico e i nuovi treni che utilizzano tecnologie a idrogeno e celle a combustibile possono diventare suoi grandi alleati. Perché sono flessibili, ‘green’ e silenziosi.”
Le fasi del progetto
Attualmente nelle mani della presidenza del Consiglio ci sono quattro diversi moduli, tra loro complementari, ai quali in seguito potranno eventualmente aggiungersi nuove progettualità. In sintesi:
1° modulo – Creazione del Polo Idrogeno in una delle aree di crisi industriale complessa del cratere sismico, dove localizzare un parco tecnologico specializzato nel ramo dell’idrogeno e delle celle a combustibile.
2° modulo – Sperimentazione dei primi treni a idrogeno in Italia lungo i 315 km della tratta che va da Sansepolcro fino a Sulmona (L’Aquila), passando per Toscana, Umbria, Lazio e Abruzzo.
3° modulo – Realizzazione della “Ferrovia dei due mari a idrogeno”, rimodulando il progetto della Fara Sabina-Rieti riducendone drasticamente i costi di realizzazione attraverso la rimozione di tutti gli elementi connessi all’elettrificazione tradizionale dell’infrastruttura ferroviaria.
4° modulo – ricostruzione dei centri abitati maggiormente colpiti dal sisma adottando il nuovo modello delle comunità energetiche e facendo ricorso alle nuove tecnologie nei settori delle telecomunicazioni e dell’edilizia.
Le opportunità per Sansepolcro e la Valtiberina
Per la linea ferroviaria di Sansepolcro, a distanza di quasi tre anni dal fermo delle corse, questo progetto sperimentale rappresenterebbe un’opportunità davvero importante. Gli enormi disagi alla popolazione causati dall’interruzione del servizio sulla tratta ex Fcu, oggi gestita dalla Rete Ferroviaria Italiana, uniti alla crescente situazione di degrado creatasi attorno alla stazione, potrebbero trovare una definitiva risoluzione. La città di Piero diventerebbe inoltre capolinea settentrionale della prima tratta con treni a idrogeno in Italia, legando il proprio nome ad un’autentica avanguardia del trasporto sostenibile nel territorio nazionale. Ultimo, ma non per ordine di importanza, l’aspetto turistico ed economico: il percorso Sansepolcro-Sulmona permetterebbe di sviluppare un ulteriore canale strategico per l’arrivo di visitatori in tutta la vallata, oltre ad aprire un piccolo spiraglio di luce su una serie di progetti finiti nel dimenticatoio come quello del ripristino del collegamento con Arezzo.
Sitografia:
“Parte dal Centro Italia un maxi piano per l’idrogeno” di Michele Romano, pubblicato su ilsole24ore.com il 13/08/2020.
“Ultime corse dei treni diesel. È arrivata l’ora dell’idrogeno” di Marco Morino, pubblicato su ilsole24ore.com il 01/10/2019.