L’Islanda è al centro delle cronache internazionali per motivi lontanissimi dalla pandemia che caratterizza la cronaca di quasi tutte la nazioni del mondo. Il risveglio dopo qualche millennio di un complesso vulcanico nella penisola di Reykjanes, poco a sud della capitale islandese e al cui interno si trova l’aeroporto internazionale di Keflavik, sta attirando l’attenzione della popolazione locale e dei pochi turisti presenti. Al momento un flusso di lava di circa quindici metri cubi al secondo, assieme al fatto che la frattura da dove ha origine la colata si trova in una zona disabitata, non mette in pericolo nessuno ma assicura uno spettacolo molto interessante. A scuotere la quiete invernale dell’isola nordica non ci sono state solo le scosse di terremoto legate all’attività vulcanica ma anche la nomination all’Oscar 2021 di una della canzoni del film Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga. La canzone Husavik (My Home Town) è candidata al Premio Oscar come miglior canzone assieme a Io sì (Seen) di Laura Pausini e altre tre finaliste. Proprio ad Husavik vive Leonardo Piccione, che abbiamo intervistato lo scorso settembre (qui l’articolo) che oltre ad aver scritto un interessante, e ricco di aneddoti, libro sui vulcani d’Islanda è stato nei giorni scorsi proprio in visita al vulcano di più recente formazione. Sempre Leonardo, assieme a Francesco, un altro italiano che vive ad Husavik, ha dato vita a Nammi News, un podcast nato per raccontare notizie minori del mondo islandese ma travolto dai due eventi di rilevanza mondiale.
Hai scritto l’interessante Il libro dei vulcani d’Islanda ma da quando vivi nell’isola non c’era mai stata un’eruzione. Cosa avevi raccontato nel tuo libro a proposito della penisola di Reykjanes?
Avevo scritto quattro diverse storie relative alla penisola di Reykjanes nel mio libro. Questo perché ci sono quattro sistemi vulcanici diversi e quindi per ciascuno di essi c’è un racconto. Il sistema vulcanico di cui fa parte questa fessura che si è aperta nella Valle Geldingadalur (che si traduce “valle della castrazione”) è il Krýsuvík. La storia è quella del portiere di calcio Hannes Halldórsson che proprio nei pressi di questo vulcano aveva girato il videoclip di una canzone dal titolo Never forget che aveva rappresentato l’Islanda all’Eurovision Song Contest del 2012 cantata da Greta Salóme e Jón Jósep Snæbjörnsson. Halldórsson prima di diventare un calciatore professionista e togliersi la soddisfazione di parare un rigore a Lionel Messi nella prima partita dell’Islanda ai mondiali del 2018, era infatti un regista di videoclip musicali e pubblicitari.
Sei stato di persona sul luogo dell’eruzione, che tipo di emozioni hai provato?
È stato emozionante già dai giorni e dalle ore precedenti alla mia escursione. Ho dormito poco nelle notti che hanno preceduto la mia visita. Una volta arrivato lì ho avuto un’impressione strana e sorprendente dell’atteggiamento del vulcano che mi aspettavo respingente e spaventoso. Ovviamente ci sono anche questi elementi, ma questo vulcano per via della natura geologica dell’eruzione, che al momento non è pericolosa per gli uomini, si fa avvicinare, ti permette di arrivare a pochi passi dal campo di lava, consente alle persone di stargli intorno e di stare insieme. Mi ha sorpreso questo ribaltamento dell’emozione che pensavo di trovare. Invece della paura e la tensione per il pericolo c’è stata l’attrazione e addirittura il potere di unire e far sentire a proprio agio le persone. Questo è quello che ho visto durante la mia giornata al vulcano che ho raccontato anche nell’articolo scritto per RivistaStudio. Una specie di festa, con le persone che riescono a raggiungere questo vulcano senza grandi pericoli e a passare una giornata incredibile vivendo qualcosa che il sottoscritto e molte delle migliaia di persone che si recano lì non hanno mai vissuto prima.
Nella tua pagina Facebook hai raccontato con leggerezza ed un pizzico di umorismo numerosi episodi incredibili, ma reali, accaduti in questi giorni attorno al vulcano. Ricordacene alcuni.
Dato che in questa fase dell’eruzione uno degli elementi più interessanti e unici è il coinvolgimento delle persone, cito cinque storie curiose di ciò che si vede dal punto di vista umano.
- Il berretto – è stato messo in vendita un berretto a forma di vulcano molto brutto ma che è diventato un oggetto di culto. Pare che sia già tutto esaurito nei negozi di Reykjavik. In realtà il cappello esisteva da tre anni ma solo ora ha avuto il suo momento di popolarità.
- Il drone – molti sono i video realizzati con questo tipo di visuale e uno in particolare ha fatto il giro del mondo, quello di Björn Steinbekk, ed è stato addirittura condiviso su Instagram da Will Smith che si è complimentato con l’autore dicendo di voler imparare i trucchi del mestiere.
- Il nudista – si tratta di un signore che si è spogliato di fronte al vulcano rimanendo solo con degli occhiali da sole presto diventati oggetto di una sponsorizzazione. Lui di fatto è diventato il testimonial di questi occhiali semplicemente stando nudo davanti al campo di lava.
- Il nome del vulcano – è iniziato un processo per l’attribuzione di un nome al luogo dell’eruzione e gli abitanti di Grindavik, il comune dove si trova il vulcano, stanno mettendo insieme una lista di possibili nomi, alcuni banali, altri divertenti o che suonano bene nella lingua locale. Personalmente mi piace come suona Geldingadyngja (“Vulcano a scudo della Castrazione”). Il Consiglio Comunale del paese presto sarà chiamato ad esprimersi.
- La proprietaria – il territorio su cui sta avvenendo l’eruzione è proprietà privata e una dei venti proprietari dei terreni, con una quota di circa il 5%, è stata intervistata dai media islandesi, a cui ha dichiarato di considerare il vulcano ormai come se fosse un figlio.
Assieme a Francesco Perini, un altro italiano d’Islanda, avete dato vita a Nammi, interessantissimo podcast che racconta un Paese attraverso i vostri occhi, voci e sensazioni. Come è nata l’idea e come si svilupperà?
Nammi è nato l’anno scorso, quando abbiamo realizzato sei episodi in cui raccontavamo sei storie attraverso sei luoghi. Sei stili di vita, sei caratteristiche del modo di vivere e di essere in Islanda. Era un podcast di racconto, di viaggio, di incontro con le persone. Invece questo inverno abbiamo creato uno spin off di Nammi, chiamato Nammi News, pensato come una rassegna stampa di notizie minori o apparentemente di poco conto ma che riteniamo simpatiche. Fatti di cui si parla in Islanda, dove non succedono di solito molte cose interessanti, quindi nei media si parla di temi che in altri paesi non sarebbero mai affrontati. Questa era l’idea iniziale e che cercheremo di portare avanti anche se in realtà da quando abbiamo cominciato abbiamo dovuto coprire anche notizie più importanti di quelle che pensavamo di raccontare, come ad esempio la nomination all’Oscar di Husavik (My Home Town) e adesso l’eruzione vulcanica preceduta da una serie di terremoti. Lo spirito di Nammi comunque rimane e continueremo a raccontare notizie al di fuori del cerchio, minori, curiose o simpatiche che nascondono nella loro originalità uno o più aspetti della vita in Islanda.
A proposito di Oscar, vivi ad Husavik ed in queste settimane tutta l’Islanda oltre che del vulcano parla dell’imminente notte degli Oscar. Come sta vivendo la piccola comunità di Husavik l’attesa e che tipo di aspettativa c’è?
C’è grande attesa, e il Sindaco di Husavik ha detto che la nomination all’Oscar della canzone Husavik (My Home Town) è probabilmente l’evento più importante mai avvenuto nella storia del piccolo villaggio, o al massimo il secondo dopo la colonizzazione e fondazione del paese stesso in epoca vichinga. Forse non tutti si rendono conto della portata che può avere per il presente e soprattutto per il futuro l’esposizione mondiale di questo villaggio. Sul palco degli Oscar, uno dei programmi televisivi più importanti del mondo, verrà cantata una canzone che porta il nome del villaggio, il paese più piccolo mai citato in una canzone nominata all’Oscar. Un’occasione enorme per Husavik, che come tutti i posti che vivono di turismo sta attraversando momenti di difficoltà legati alla pandemia. Personalmente mi sto impegnando con altri in una campagna per sostenere la nomination e la possibile vittoria della canzone. Abbiamo realizzato un video dal titolo Óskar for Húsavík apprezzato e condiviso. Netflix stessa, la piattaforma dove il film Eurovision Song Contest – La storia dei Fire Saga è stato distribuito, ci ha fatto i complimenti. Nel video si racconta come il villaggio sta vivendo l’attesa anche usando espedienti divertenti come lo stesso protagonista che si chiama Oskar Oskarson che si augura di non rimanere l’unico Oscar di Husavik. Vittoria o non vittoria, la notte del 25 aprile per questa comunità sarà una notte indimenticabile.