Tra Mosca e il Tatarstan

La quarta settimana del viaggio verso Tokyo è caratterizzata dalle sosta nella capitale russa e a Kazan'. Nuovi confortanti numeri sui consumi del veicolo protagonista dell’avventura

Visita all'officina Garant-Gas

Dopo le tempeste burocratiche e quelle meteorologiche è tornato il sereno su entrambi i fronti della spedizione italiana verso il Giappone. Successivamente alla lunga sosta alla frontiera russa e dopo la pausa programmata per consentire la partecipazione all’Ecorally del Portogallo, la Toyota ibrida-gas naturale di Snam ha ripreso il viaggio all’interno della Federazione Russa. A questo punto resta un’unica complessa frontiera da attraversare, quella tra Russia e Giappone, che al momento sembrerebbe impenetrabile. Il team a supporto della spedizione è al lavoro per ottenere gli ultimi permessi, consapevole che il momento della verità sarà tra circa novemila chilometri e otto fusi orari. Nel frattempo continuano le attività parallele al viaggio, come la visita alle officine Landi Renzo lungo il percorso.

L’accoglienza a Mosca

Non era facile pronosticare come e quando avremmo superato la frontiera viste le complicazioni che hanno costretto Domenico Raguseo e il sottoscritto a ripetere più volte le procedure di ingresso in dogana. Non abbiamo potuto dare neppure ventiquattro ore di preavviso a coloro che ci aspettavano a Mosca, con la conseguenza che l’appuntamento all’Ambasciata d’Italia sarà posticipato al viaggio di ritorno dal Giappone, mentre con nostra sorpresa una sola ora di preavviso è stata sufficiente per organizzare l’accoglienza presso l’officina Garant-Gas di Mosca. Dopo il rifornimento di metano alla stazione Gazprom ANGSK-11 situata a nord-ovest, non lontano dal MKAD, il raccordo anulare che gira attorno alla capitale, siamo arrivati nel quartiere di Chorošëvo-Mnëvniki dove ha la sede Garant-Gas, storico partner di Landi Renzo in Russia. Il titolare Arno e un intero esercito di meccanici hanno prima accolto e poi lungamente esaminato l’impianto installato sulla nostra auto. Oltre agli aspetti tecnici ha attratto l’interesse delle maestranze il particolare colore azzurro delle tre bombole da ventiquattro litri ciascuna installate nel bagagliaio della C-HR, nonché i particolari di come è stato attrezzato il bagagliaio e la conseguente riduzione dell’impatto che solitamente le bombole hanno sugli spazi e sull’estetica del vano bagagli. Giudicata interessante anche la scelta di “nascondere” la presa di carico all’interno dello sportellino del serbatoio. Oltre alle foto di rito con il persone dell’officina non è mancato un ottimo pranzo nel ristorante vicino e la promessa di accoglienza alla filiale di Juzno Sachalin della stessa Garant-Gas. Proprio dove terminerà la parte russa del nostro viaggio, sull’isola ad appena quarantatre chilometri dal Giappone, si trova una delle sedi degli installatori che operano assieme a Landi Renzo. Terminato l’incontro con Arno e i suoi uomini ci siamo avventurati nella tempesta d’acqua che ha colpito Mosca nel giorno del nostro arrivo determinando allagamenti e problemi alla circolazione. Nei dieci secondi utilizzati per fare le foto di rito nella Piazza Rossa ci siamo letteralmente inzuppati d’acqua come se avessimo fatto un tuffo nella Moscova.

I dipendenti di Garant-Gas esaminano l’impianto

Il viaggio verso il Tatarstan

A Podol’sk, dove vive la famiglia di Domenico, il nuovo membro della spedizione, abbiamo sperimentato le nuove regole Covid in vigore in Russia. Da qualche giorno in più di una regione non è infatti possibile accedere ai ristoranti e locali pubblici in assenza di vaccinazione o di test Covid recente. Naturalmente la stretta sulle regole complica il nostro viaggio, così come l’assurda vicenda del mancato riconoscimento reciproco tra i vaccini russi ed europei. Il tragitto da Mosca a Kazan’, meno di mille chilometri, vede un’ottima copertura delle stazioni di metano. Effettuiamo il primo rifornimento a Vladimir, storica città già capitale della Russia nel suo glorioso passato. Qui sono due le stazioni di metano e non c’è nessun problema per la presa di rifornimento europea presente in ben due colonnine. Dal precedente viaggio dual fuel del 2018 le infrastrutture stradali russe sono ulteriormente migliorate, e il fondo stradale, un tempo il vero terrore di ogni automobilista, conferma che anche l’amico Fabio Cofferati in Vespa troverà una situazione molto migliore rispetto agli anni precedenti.

Nižnij Novgorod, bella città alla confluenza tra Oka e Volga, vanta uno splendido cremlino e anche quattro stazioni di metano. La fila di camion, taxi, bus e furgoni ci ricorda ancora una volta come il gas naturale si stia velocemente espandendo in tutta la Russia. Nella città a metà strada tra Mosca e Kazan’ non troviamo l’attacco europeo Ngv-1, ma ci sono gli adattatori messi a disposizione dalla stazione di rifornimento. I restanti 450 chilometri per arrivare a Kazan’ non sono in una piatta pianura come tra Mosca, Vladimir e Nižnij Novgorod, ma salite e discese si alternano in quella che è la sponda destra del Volga, il fiume più lungo d’Europa. Non ne avremo bisogno poiché copriremo i 450 chilometri con l’ultimo pieno effettuato, ma in ogni caso avremmo avuto posti per rifornirci sia in Ciuvascia che alle porte del Tatarstan. Proprio il passaggio dalla terra dei ciuvasci a quella dei tartari è stato salutato da un nuovo collegamento radiofonico con Caterpillar, trasmissione di RadioDue che ha preso a cuore le dinamiche che ruotano attorno alla nostra avventura intercontinentale e contribuisce in modo netto a mantenere alta l’eco mediatica del nostro viaggio.

Monumento all’ingresso a Nižnij Novgorod

La sosta a Kazan’

Ancora una volta Kazan’ è il quartier generale avanzato del nostro viaggio. La scelta di una delle ultime grandi città prima dei Monti Urali è anche dovuta al fatto che è da alcuni anni il mio luogo di residenza e dove vive la mia famiglia. La sosta serve a riprendersi dopo le fatiche della prima parte della nostra avventura, ma anche a fare manutenzione al nostro veicolo e risolvere ulteriori aspetti burocratici che ormai contraddistinguono il nostro viaggio in tempo di pandemia. La variazione dell’equipaggio con l’arrivo di Domenico ci obbliga a mettere in regola la sua posizione per il resto del viaggio. Colui che ha risolto i nostri problemi di frontiera ha un visto in scadenza il 12 luglio e un altro che parte il 15 dello stesso mese. Per poterlo aspettare è quindi necessario fare una sosta, e Kazan’ è logisticamente il luogo migliore. Se i controlli all’auto necessiteranno di pochi giorni, non è ancora chiusa la pratica per cercare di raggiungere il Giappone. Avremo un invito ufficiale da parte di Ngv-Japan e prima o poi dovremo tentare di avviare la pratica di concessione del visto in uno dei numerosi consolati nipponici in terra russa. L’impresa è ardua ma ci è stato consigliato di rivolgerci ad uno di quelli più vicini all’arcipelago che ospiterà i giochi olimpici. Južno-Sachalinsk o Vladivostok sono le sedi diplomatiche migliori per tentare di superare l’ultimo scoglio burocratico e soprattutto l’ultimo braccio di mare che separa il continente euroasiatico dal Giappone. La sosta in Tatarstan sarà ulteriore occasione di rafforzare i legami tra i nostri viaggi e la città di Kazan’, dove si terrà anche un incontro con le autorità e i media locali nei prossimi giorni.

Lo spettacolare cremlino di Kazan’

Numeri del viaggio tra sorprese e conferme

Le difficoltà avute lungo le strade europee hanno portato ad un notevole aumento dei chilometri previsti finora. Secondo il programma di viaggio all’arrivo a Kazan’ dovevamo aver percorso circa 4.500 chilometri. I numeri reali raccontano di poco più di duemila chilometri oltre il previsto. Il motivo è dovuto sia al doppio rimbalzo alla frontiera tra Lettonia e Russia, sia alla scelta di allungare via Estonia e San Pietroburgo. Solo la deviazione verso la città di Pietro il Grande e il passaggio obbligato da Riga è costata oltre mille chilometri, ma ha permesso il vantaggio di riuscire a rifornire metano con maggiore tranquillità, considerato l’ampio numero di punti di rifornimento tra San Pietroburgo e Mosca. Ad oggi su 6.571,2 chilometri percorsi abbiamo dovuto usare la benzina solo in circa 200, pari al 3% del viaggio. Di conseguenza è il 97% la parte di viaggio percorsa a gas naturale. Come più volte sottolineato i consumi si sono per ora attestati molto vicino agli auspicati 40 chilometri con un chilogrammo di metano che significa, tenendo conto dei prezzi europei, tra i 2 e 3 eurocent a chilometro, di gran lunga il consumo più basso mai registrato da quando effettuiamo lunghi viaggi. Solo più avanti, oltre il lago Bajkal, avremo modo di testare il consumo della nostra auto a benzina. Lo faremo laddove non sarà sempre possibile il rifornimento di metano. Il dato del consumo di benzina sarà determinante per scoprire il risparmio che l’impianto a gas naturale permette alla Toyota C-HR. Seppure irreali per il mercato europeo, è interessante comprendere come in Russia tutte le stime sull’aspetto economico del consumo abbiano un impatto diverso. Con la benzina che costa circa 0,55 euro al litro e il metano attorno ai 0,35 euro al chilo è evidente che il risparmio aumenta di tre volte, portando il nostro consumo a chilometro attorno ad un eurocent, o se preferite ottanta copeche.

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