Mentre il mandato di Sergio Matterella raggiunge i 2.549 giorni di durata e si avvicina sempre di più alla scadenza del 3 febbraio, quando terminerà il proprio settennato, la seconda giornata e il secondo scrutinio si concludono con un nuovo nulla di fatto. Ritmi più veloci rispetto al primo giorno e surroga mattutina dello scomparso onorevole Vincenzo Fasano. La nuova deputata Maria Rosa Sessa prende il suo posto nelle file del gruppo parlamentare di Forza Italia e riporta la platea dei grandi elettori al numero di 1.009. Mai un Presidente è stato eletto al secondo scrutinio e la tradizione è confermata anche questa volta.
Mattarella quasi triplica i voti del primo scrutinio e con 39 preferenze risulta il più votato della seconda giornata di votazioni assieme a Paolo Maddalena. Ai sedici elettori che ieri volevano mandare un preciso segnale verso il presidente uscente se ne aggiungono altri 23. Sarà interessante vedere se nel prosieguo delle votazioni questo attestato di fiducia verso Mattarella possa in un qualche modo incidere sui giochi. Paolo Maddalena, il vincitore del primo scrutinio, stavolta deve dividere il primato giornaliero con il Presidente della Repubblica in carica ma può consolarsi con un aumento di tre voti del proprio bottino. A seguire, ma distanziati, numerosi esponenti parlamentari più o meno noti come l’ex presidente del Friuli Venezia Giulia in quota Lega Renzo Tondo (18), il senatore di Forza Italia Roberto Cassinelli (17), Ettore Rosato di Itali Viva (14), i leghisti Umberto Bossi (12) e Giancarlo Giorgetti (9), il già verde Luigi Manconi (8) e l’immancabile Silvio Berlusconi (7). Marcano voti anche i papabili Mario Draghi (4), Elisabetta Belloni (3), Elisabetta Casellati (3), Pierferdinando Casini (2).
Scende il numero delle schede bianche e questo è interpretabile come la voglia di alcuni elettori di dare segnali, ma mostra anche come il gente ben pagata per rappresentare il popolo italiano continui a votare nel segreto dell’urna per personaggi sportivi o dello spettacolo improbabili o per nomi di persone del tutto sconosciute. Tra i votati del giorno si confermano Alessandro Barbero, Giorgio Lauro, Amadeus, Alberto Angela, Dino Zoff, Mauro Corona, Claudio Lotito, mentre esordiscono Enrico Ruggeri, Al Bano, Claudio Baglioni, Christian De Sica, Roberto Mancini, Nino Frassica, Giovanni Rana. Tre voti poi annullati sono andati a rendere omaggio ad Augusto Verdirame, personaggio del secondo capitolo della serie cinematografica Amici miei interpretato da Renato Cecchetto, attore venuto a mancare domenica scorsa.
La giornata politica ha visto passi avanti, soprattutto da parte della coalizione di centrodestra che ha proposto una rosa di nomi al resto delle forze politiche ribadendo la necessità che Mario Draghi resti al suo posto di Presidente del Consiglio dei Ministri. L’ex presidente del Senato Marcello Pera, l’ex Sindaco di Milano Letizia Moratti e l’ex magistrato Carlo Nordio non sono piaciuti al centrosinistra che non si è dichiarato disponibile a sostenerli. Nella realtà dietro alle quinte il centrodestra lavora sul nome di Elisabetta Casellati e durante la giornata è emersa anche l’ipotesi dell’ex ministro degli esteri Franco Frattini, subito bollato come inopportuno per presunte posizioni filorusse. Sempre nel centrodestra gira il nome di Antonio Tajani. Pierferdinando Casini ha fatto un timido passo uscendo dal riserbo degli ultimi giorni con un post nei social dove ricorda il suo amore per la politica che di fatto sembrerebbe ribadire la sua disponibilità a risolvere le difficoltà dei partiti. Draghi, ufficialmente appoggiato da quasi tutti e da quasi nessuno, continua a tessere la propria tela incontrando i leader dei partiti, anche quelli che hanno confermato di vederlo meglio a continuare il proprio lavoro di premier. Ancora silenzio nel campo del centrosinistra, o perlomeno nessun nome viene speso per il momento.
Nella giornata di oggi, 26 gennaio, è previsto il terzo scrutinio ed invece che alle 15.00 si comincerà a votare alle ore 11.00. L’anticipo di orario viene visto come la possibilità di lasciare più tempo alle discussioni a fine votazione o come prova generale per alzare il ritmo delle votazione e provare successivamente ad effettuarne due al giorno invece che una. La terza giornata di voto sarà l’ultima nella quale sarà richiesta la maggioranza qualificata di due terzi dei grandi elettori. Nella storia delle precedenti tredici elezioni non c’è mai stata l’elezione del presidente al terzo scrutinio e le premesse sono quelle di mantenere inalterata questa tradizione.