La Toscana passa da lunedì dalla zona bianca alla zona gialla, che dalla prossima settimana comprenderà 15 tra regioni e province autonome. Tra le regioni confinanti con la Valtiberina, passa in giallo anche l’Emilia-Romagna, mentre le Marche lo erano già e si avvicinano all’arancione. Resta in bianco l’Umbria, che con altre cinque regioni (Molise, Campania, Puglia, Sardegna e Basilicata) è riuscita ad evitare ancora la zona gialla.
In Toscana sono state superate le soglie in tutti i tre parametri di riferimento: 50 casi settimanali per 100.000 abitanti (siamo addirittura a 2.680, incidenza massima in Italia); 15% di posti letto occupati in area medica (siamo al 18%) e 10% di posti letto occupati in terapia intensiva (siamo al 17%). Per quanto riguarda il primo parametro, è largamente sforato anche il limite della zona arancione (150 casi su 100.000 abitanti), mentre si resta al di sotto dei limiti sull’occupazione dei posti letto (30% in area medica, 20% in terapia intensiva).
Ma nella pratica cosa cambia? Per quanto riguarda il colore per ora niente, perché le distinzioni tra fasce, che per tanti mesi erano state molto marcate, si sono progressivamente assottigliate per effetto dei successivi provvedimenti normativi, e di recente sono state azzerate anche le ultime differenze residue tra bianco e giallo, come l’obbligo di mascherina all’aperto (che ora è ovunque). Diverso il caso dell’area arancione, dove per chi non è in possesso del super green pass ci sono restrizioni maggiori. Per ora nessuna regione italiana si trova in questa fascia di rischio, ma si tratta di una situazione che molto probabilmente è solo temporanea e i territori in bilico sono già diversi.
Le nuove regole
Lunedì entrano però in vigore nuove regole generali valide tanto in zona bianca che in zona gialla che permettono di svolgere attività e di accedere a determinati luoghi solo con la certificazione verde rafforzata (ottenuta cioè dai vaccinati o dai guariti dal Covid) e non più con quella base (per la quale basta il tampone negativo): si tratta, per esempio, della consumazione in bar e ristoranti anche al banco e anche all’aperto; dell’accesso agli alberghi; dell’uso dei mezzi di trasporto pubblico, compreso quello scolastico per i maggiori di 12 anni; dell’utilizzo di palestre, piscine, centri benessere e termali (tutti con l’eccezione delle attività terapeutiche previste nei livelli essenziali di assistenza); e poi ancora della pratica di sport di squadra e di contatto, dell’uso di spogliatoi e docce, della partecipazione a feste, dell’accesso a parchi tematici e sale gioco.
Qui la tabella predisposta dal Governo con tutte le attività consentite o vietate in base al possesso o meno del green pass e in base al tipo di certificazione verde (base o rafforzata).