Candidato a sindaco nel 2016 per la coalizione del centrodestra, Tonino Giunti è oggi l’unico esponente di Forza Italia nel Consiglio comunale di Sansepolcro. Lo abbiamo incontrato per fare il punto della situazione all’interno del suo partito e della sua area politica di riferimento in vista delle elezioni regionali e amministrative.
Quattro anni dopo le elezioni a Sansepolcro, qual è lo stato di salute della coalizione di centrodestra che ti aveva candidato a sindaco?
In Consiglio comunale ho contatti con Rivi della Lega, con cui collaboriamo sulle varie problematiche e c’è sempre un confronto, una condivisione di temi. Per quanto riguarda Fratelli d’Italia, ci sentiamo con dei responsabili che sono a Sansepolcro, mentre chi si è un po’ distaccato è la lista Cittadini per Sansepolcro con cui non ho avuto più contatti in merito alle questioni amministrative. So che il loro portavoce Pincardini è uscito con delle proposte, però non c’è stato più un collegamento diretto, e questo mi dispiace.
Da Forza Italia nel frattempo si è separato il gruppo di “Noi per Sansepolcro”, come mai?
Roberto Neri è un carissimo amico, magari voleva più visibilità e, direi, più collegamento con Arezzo. Alla lunga ha sofferto un po’ questa mancanza di rapporto con il partito e quindi ha preso questa decisione di fondare una lista civica. Forse anche alla luce dell’esperienza Cornioli e in generale dell’esperienza delle liste civiche, con il fatto che alle amministrative la gente non vede più di buon occhio i partiti e vota in modo molto dinamico.
Qual è lo scenario in vista delle elezioni regionali? Si lavora per avere candidati del territorio?
Io sono molto razionale e credo molto sui programmi delle coalizioni più che sulle persone. In Toscana il Covid ha dimostrato che è mancato qualcosa nella sanità. A Sansepolcro abbiamo subìto tagli che partono da prima del 2010, la perdita delle rianimazione, poi delle varie specializzazioni, ostetricia, chirurgia, il pronto soccorso, perché non dimentichiamo che quello di Sansepolcro è solo un primo soccorso. Un altro tema è l’abbandono delle zone periferiche: c’è stata la politica di accentrare tutto, con la chiusura delle Province voluta da Renzi che è stata devastante. Al grido di “mandiamo a casa tutti questi vagabondi!” abbiamo perso i trasporti, l’Ato rifiuti, l’Ato acqua, tantissimi servizi del territorio. Tutto si sta spostando verso Firenze e le comunità come la Valtiberina ne stanno buscando parecchio, ci stiamo accorgendo che siamo sempre più lontani da dove si decide.
Come immagini le elezioni amministrative a Sansepolcro?
Il sindaco ha detto che deve aspettare le regionali per vedere se si candida o meno, quindi si saprà a settembre. Poi secondo me ci saranno diverse liste civiche, anche con candidati di spessore. Mi auguro che questi candidati potranno portare dei programmi con una visione da statisti e non di carattere temporaneo, con una prospettiva di un anno o due. Durante l’ultima campagna elettorale il motto di Daniela Frullani era: “Ho trovato tanti contributi, datemi il voto per portare avanti i progetti”, mentre Cornioli diceva: “Abbiamo un sogno, porteremo avanti un sogno”, insistendo su questa parola che colpiva. Alla fine la Frullani non c’è più e il Cornioli sta facendo tutti i lavori che doveva fare la Frullani. Ora spero che qualcosa si muova e che ci siano più soggetti che propongono cose. Quando ci sono più soggetti ci sono tante idee, e magari qualcuno le porta avanti.
Dentro la coalizione di maggioranza ci sono anche figure riconducibili al centrodestra, come valuti questo aspetto?
C’è una voglia di liste civiche da parte della cittadinanza, ma secondo me questo è un po’ deleterio perché così manca il contatto diretto con l’onorevole, con il sottosegretario, con il ministro che permettono di risolvere i problemi rapidamente. Questo non volere i partiti si può capire, però alla fine ti allontana dalla politica che conta e ti fa diventare una città ancora più piccola rispetto ai bisogni dei cittadini. Un altro problema grosso sarà il taglio dei parlamentari. Io ero fautore di un taglio dei compensi ma non del taglio del numero dei parlamentari, perché si pone un problema di rappresentatività del territorio. Un parlamentare di Arezzo, di qualunque veste politica, si fa vedere a Sansepolcro quando è il momento di prendere i voti e Sansepolcro qualcosa può chiedere. Adesso ci sarà un parlamentare ad Arezzo? Non credo, il primo sarà di Firenze, e in campagna elettorale neanche verrà a cercare voti in Valtiberina dove ci sono solo 30.000 abitanti.
Fai parte anche dell’assemblea dell’Unione di Comuni, qual è la tua opinione?
Sono all’Unione dei Comuni solo da un anno e per sette mesi non abbiamo fatto niente, quindi di fatto ci ho lavorato solo per cinque mesi. Adesso l’unica cosa che ha importanza è il sociale, mentre tutti gli altri aspetti sono andati perduti. L’Unione dei Comuni è l’antica Comunità montana, che è quella che si occupava del patrimonio montano. Considerando per esempio il filone turistico, così come tutto l’aspetto idrogeologico, oggi non c’è più nessuno che tutela l’ambiente boschivo, forestale, che a Sansepolcro inizia già da Monte Vicchi. Sarebbe importante che l’Unione dei Comuni riprendesse in carico questo aspetto.
Prima accennavi alla sanità, quali sono altre problematiche del territorio che secondo te sono da affrontare con urgenza?
Per esempio, un problema è quello della capacità ricettiva: se arriva una comitiva non c’è il posto dove metterla a dormire. Posso fare un evento al museo e portare un certo numero di persone, ma non c’è il posto dove mettere i turisti. Lo stesso se cominciano ad arrivare molti pellegrini per il cammino di Francesco. Come Comune bisogna lavorare per organizzare una struttura, per esempio facilitare dei giovani che aprano una cooperativa. Il turismo deve portare economia all’indotto, ma non funziona se non organizzi il tutto. Un’altra cosa importante è quella degli ampliamenti delle cubature. Si privilegiano le lottizzazioni, ma le lottizzazioni adesso non si finiscono, in questo momento non c’è gente coi soldi per riempirle e bisogna puntare sugli ampliamenti. Le costruzioni realizzate dopo la guerra possono essere ampliate solo del 10%, mentre quelle prima della guerra, cioè solo il centro storico, del 20%. Io ho fatto un emendamento per portare tutto al 30%, è stato approvato dal Consiglio comunale all’unanimità con immediata esecutività. Ebbene, ancora non ha avuto seguito, non ce n’è più stata traccia in Consiglio comunale né in Commissione urbanistica. E invece è una cosa fondamentale. Ed è indipendente da sinistra, centro o destra, questi sono gli interessi delle persone.
Qual è il futuro politico di Tonino Giunti?
Sono un po’ impulsivo, ci sono momenti in cui vorrei abbandonare tutto, sono arrivato a 63 anni e vorrei pensare anche per me. Poi vedo fare certe cose che non mi piacciono e mi dico che serve che qualcuno le denunci. Quindi non sono sicuro, dipende dal momento e da come si comportano gli altri: se si comportano bene posso anche smettere, se non si comportano bene devo stargli un po’ addosso. Diciamo che ancora non so cosa farò da grande.