È ufficiale, domenica 4 ottobre nel centro storico di Sansepolcro verrà disteso il Tappeto dei ricordi. L’iniziativa era partita a marzo dall’idea di Vania Raspini: infermiera del dipartimento di igiene mentale di Sansepolcro, nell’ambito di un progetto riabilitativo era insegnante in un gruppo di ricamo i cui partecipanti si erano improvvisamente ritrovati a casa da soli. Ecco allora la proposta di lavorare all’uncinetto a un progetto comune, sebbene a distanza. Da lì con il passaparola l’iniziativa è dilagata fino a coinvolgere centinaia di persone. Come descritto in questa lunga intervista dello scorso luglio, l’obiettivo era quello di stendere il tappeto a Sansepolcro ad inizio settembre, ma le questioni legate alla sicurezza nella fase di pandemia sembravano aver fatto saltare tutto. Poi però – pur tra difficoltà burocratiche che ancora ieri mattina non sembravano definitivamente risolte – è arrivato il via libera: ad annunciarlo una nota stampa in cui l’amministrazione comunale di Sansepolcro si è detta entusiasta per aver portato a termine l’iter che ha permesso di definire “le tante misure che permetteranno di svolgere l’evento in piena sicurezza”.
“Il giorno in cui si celebra San Francesco”, riporta ancora il comunicato istituzionale, “il centro storico di Sansepolcro potrà trasmettere un autentico messaggio di speranza, e cioè che l’esercizio della creatività, la pratica dell’arte e la voglia di partecipare, quando riescono a creare aggregazione, sono in grado di generare opere e azioni di straordinaria bellezza”.
È la stessa Vania Raspini a descrivere a TeverePost le modalità di svolgimento dell’evento: “Il tappeto verrà steso la mattina alle 10 partendo da Porta Fiorentina, a rotoli di 25 metri, fino a Porta Romana, e poi ritorneremo a distenderlo davanti al Duomo, perché ce n’è un altro pezzo ulteriore, siamo arrivati oltre i 700 metri di lunghezza del Corso”. Questa operazione, che impegnerà quattro persone ogni 25 metri, dovrebbe svolgersi al massimo in un’ora, poi ci sarà l’inaugurazione in Piazza Torre di Berta: “A me piacerebbe che la banda suonasse l’Inno d’Italia”, dice l’organizzatrice, “ma ancora non sappiamo se questo sarà consentito. Faremo un piccolo intervento il sindaco ed io, dopodiché la gente potrà passare per tutto il giorno a guardare e riguardare il tappeto, fino alle 10 della sera”.
Questo sarà il primo appuntamento di un ricco calendario che è in via di definizione: “Il 18 ottobre siamo a Caprese per la Sagra della castagna”, ci spiega Vania Raspini, “dall’8 al 10 marzo a San Giustno, l’ultimo sabato di giugno a Sestino per la Sagra della bistecca, il 14 luglio siamo ad Anghiari, a settembre a Città di Castello per il Festival delle Nazioni. In più stiamo organizzando, tra gli altri, con Monterchi, San Piero in Bagno, Bagno di Romagna. Siamo inoltre al lavoro con il Sansepolcro Calcio, che quest’anno fa cento anni, e dovremmo stendere il tappeto anche dentro lo stadio”. Ma questa particolare tournée potrebbe raggiungere anche obiettivi ancora più ambiziosi: “Qualcuno mi ha suggerito di arrivare in Vaticano”, ci svela Vania, che è passata subito all’opera: “ho letto su internet come si deve fare e così sto scrivendo al Papa. Non so se leggerà, e comunque immagino che non sarà possibile stendere il tappeto in Piazza San Pietro. Però l’idea me l’hanno lanciata e adesso io ci provo”, dice.
Si prospettano insomma mesi itineranti per il lunghissimo (e altrettanto bello) tappeto frutto dell’impegno, della creatività e dell’arte di tante donne della valle. Che continueranno a collaborare e a dare vita a nuovi progetti grazie all’associazione di cui stanno formalizzando la nascita proprio in questi giorni: si chiamerà, per l’appunto, “Una valle di donne” e avrà sede nei locali della ex Cose di Lana, messi a disposizione dall’imprenditore Marcello Brizzi di BMA.