Tabacco, l’accordo fra JTI e Deltafina fa crescere i timori in Altotevere

La recente intesa raggiunta rischia di mettere in crisi l’intera filiera tabacchicola. Questa mattina assemblea aziendale alla FAT di Città di Castello

Anche per il 2022 la multinazionale JTI (Japan Tobacco International) rinnova il legame con la filiera tabacchicola italiana con un nuovo accordo che prevede l’acquisto di 8 mila tonnellate di tabacco provenienti dalle zone di Veneto e Alta valle del Tevere. Il rapporto di collaborazione è iniziato nel 2012, anno in cui la multinazionale giapponese ha deciso di avviare con Umbria e Veneto una relazione di mutuo scambio che ha portato, negli anni, ad investire oltre 300 milioni di euro sull’intera filiera. Lo scorso dicembre, durante l’evento “Coltiviamo il futuro: l’impegno per la sostenibilità della filiera tabacchicola” tenutosi a Roma JTI Italia ha annunciato l’accordo, dall’anno corrente, con un nuovo partner commerciale. Si tratta di Deltafina, società parte del gruppo multinazionale Universal Leaf Tobacco Company specializzata nella produzione e nel commercio del tabacco con sede a Ospedalicchio di Bastia Umbra. 

Se da una parte il nuovo accordo è stato presentato dai vertici come fondamentale per garantire la sostenibilità economica e occupazionale e assicurare, così, maggiori investimenti per il futuro, dall’altra parte crescono i timori per i lavoratori della filiera tabacchicola dell’Altotevere soprattutto in considerazione delle recenti dichiarazioni di JTI di spostare, dalla prossima campagna produttiva, la lavorazione del tabacco greggio presso lo stabilimento di Bastia Umbra. Desta forti preoccupazioni, quindi, la situazione attuale sia per i 300 dipendenti assunti da TTI (Trasformatori Tabacco Italia), cooperativa agricola con la quale dal 2011 sono impiegati i lavoratori dell’Altotevere, sia per l’intero comparto che entrerebbe, così, in crisi. A tal proposito questa mattina i lavoratori della filiera tabacchicola dell’Alta valle del Tevere hanno indetto un’assemblea generale che si è svolta presso lo stabilimento FAT in località Cerbara.

“Ci sono state fatte tante promesse negli anni, adesso abbiamo un problema che bisogna risolvere nell’immediato” dichiara Marco Gasperi, dipendente del settore tabacchicolo. “Il rischio è enorme, la situazione è drammatica. È mancata l’attenzione dalla parte politica, come lavoratore di questo settore mi sento di dire che abbiamo bisogno di aiuto concreto. La necessità che noi abbiamo è urgente, altrimenti sarà difficile salvarsi”. Durante l’assemblea aziendale è intervenuto anche il sindaco di Città di Castello Luca Secondi a sostegno dei lavoratori: “la criticità è emersa ormai qualche settimana fa, come politica abbiamo espresso la nostra forte preoccupazione. 

La decisione di spostare altrove la lavorazione mette in difficoltà tante famiglie, spostare il lavoro non sempre significa anche garantirlo. Con questo tipo di contrattazione l’Altotevere sta rischiando di perdere la sua autonomia. La contrattazione ovviamente fa parte del libero mercato, ma se qualcuno ha il potere anche a livello governativo di intervenire deve farlo, questo forse è venuto meno. Noi sindaci dell’Altotevere abbiamo dichiarato di essere al fianco dei lavoratori e continueremo a farlo, ma chi può incidere con le proprie scelte anche a livello governativo deve impegnarsi a farlo”. 

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