La questione del Volto Santo riaccende il dibattito culturale a Sansepolcro. Alcuni giorni fa, come noto, i principali organi di stampa nazionali hanno riportato la notizia che l’omologa scultura lignea presente a Lucca, sottoposta ad esami con il metodo del carbonio-14, sarebbe “la più antica dell’occidente”.
Secondo varie personalità autorevoli in materia questo nuovo studio, commissionato dall’Opera del Duomo di Lucca in occasione del 950º anniversario della fondazione della Cattedrale lucchese, non avrebbe tenuto in considerazione gli esami e le ricerche che hanno interessato l’altra statua dello stesso genere presente all’interno del Duomo di Sansepolcro, collocata attorno al VI-VII secolo.
La vicenda, supportata da una forte eco mediatica, ha suscitato notevoli disappunti tra i biturgensi. Ieri sera, ad Errevutì, il collega Antonello Antonelli ha ospitato un ampio dibattito con alcuni dei protagonisti della vita culturale del Borgo: in studio era presente l’esperto di storia dell’arte Michele Foni, mentre in videochiamata sono intervenuti l’ex sindaco Dario Casini, la storica Donatella Zanchi e l’assessore Gabriele Marconcini.
A seguire, ecco alcuni dei principali aspetti emersi da questa conversazione di gruppo, accompagnati dal video integrale della trasmissione.
“Il canonico Giulio Cantimorri nel giornale Biturgia del 1901 scrisse chiaramente che l’arrivo del Volto Santo a Sansepolcro sarebbe precedente addirittura all’anno mille e quindi alla costruzione del duomo. Ci sono inoltre le prove che sarebbe stato in una chiesa in zona Bibbiona e Cignano – ha spiegato Foni – I lucchesi che hanno sempre studiato il loro Volto Santo hanno forse un pensiero unico, e forse sono stati un po’ faziosi. Ricordo una conferenza di vent’anni fa dove senza mettere sul piatto della bilancia la nostra analisi al carbonio loro affermavano che comunque il loro era il più antico. Da un punto di vista artistico, poi, è inequivocabile come la nostra opera risulti più raffinata e stilisticamente superiore.”
“L’ultimo restauro del Volto Santo è avvenuto durante la mia seconda legislatura, quando l’allora sovrintendente dottoressa Anna Maria Maetzke pubblicò un volume molto accurato sull’opera – ha commentato invece Dario Casini – Nei documenti che vengono riportati si spiega come nel 1179 il crocifisso fu venduto dai frati di Lucca a un borghese. Il libro indica inoltre che le prove al carbonio effettuate vent’anni fa collocarono l’opera tra il VI e il VII secolo. In televisione ho visto parlare una consulente che non ha neppure citato queste ricerche. Pensavo e speravo che ci potesse essere un aggancio a questo studio che aveva sancito alcune cose molto importanti.”
“Per fare chiarezza sulla questione si dovrebbe istituire su un gruppo scientifico serio che possa analizzare entrambe le opere incrociando le verifiche al carbonio-14 con un attento lavoro di ricerca di documenti storici e di archivio – è stata invece la proposta di Donatella Zanchi – Un’analisi non è completa se non è supportata da vari punti di vista e documentazioni. Anche la dottoressa Maetzke si avvalse della collaborazione di un gruppo scientifico preparato. Solo a quel punto ci si potrà esprimere. Io credo che una valorizzazione di tutto il patrimonio sia importante, e il Volto Santo è una di quelle opere che andrebbe tutelata con più energia.”
“La ricerca ha dimostrato che il Volto di Lucca non è una copia del 1200 ma è una scultura lignea di origine precedente, e fin qui non c’è nulla di sbagliato – ha infine concluso l’assessore Marconcini – Ciò che è davvero opinabile è il fatto che si dica che quello di Lucca sia l’opera più antica quando anche noi abbiamo una ricerca al carbonio che dice che potrebbe essere collocabile al 700. Piuttosto che emettere sentenze o fare una gara a chi ha il reperto più vecchio, cerchiamo di capire perché esistono due copie uguali realizzate in quel periodo e con quali funzioni. Questo è il vero tema, cerchiamo di scoprire e indagare. Contestualizzando la recente uscita sulla stampa, l’approccio è stato restrittivo e focalizzato su Lucca. Dovremo richiedere di mettere quel dato in relazione con il nostro e in seguito lavorare per far sì che le ricerche possano ripartire e arrivare all’individuazione di un dato storico che spieghi perché sono nati questi due crocifissi.”
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