La giornata del tappeto dei ricordi a Sansepolcro alla fine si è potuta regolarmente svolgere, ed è stata una bella festa. Le difficoltà burocratiche che avevano fatto slittare l’evento di un mese e, in ultimo, grosse preoccupazioni per le condizioni meteorologiche, sono state superate e la città ha potuto finalmente contemplare quella che deve a tutti gli effetti essere considerata un’opera d’arte. Un’opera d’arte collettiva che ha visto protagoniste tantissime donne – e, magari con ruoli più in secondo piano, anche uomini – di Sansepolcro, della Valtiberina e non solo.
Dalla mattina sono stati portati in centro oltre trenta rotoli di tappeto da 25 metri l’uno, realizzati dalle centinaia di partecipanti – singoli, famiglie, associazioni, aziende – che via via si sono uniti all’iniziativa partita a marzo nel periodo del lockdown. Il tappeto, con i colori, le storie e le tradizioni che racchiude, ha permesso di coprire quella che all’inizio sembrava una distanza enorme, ovvero i quasi 700 metri che separano Porta Fiorentina e Porta Romana, ed è perfino avanzato. È stato così possibile decorare anche via Matteotti e piazza Torre di Berta, oltre a dover raddoppiare la parte finale in piazza Santa Marta per non uscire fuori dalle mura.
Il culmine dell’iniziativa è stata la cerimonia che si è svolta in piazza Torre di Berta a mezzogiorno. Sono intervenuti l’assessore Marconcini e il sindaco Cornioli in rappresentanza del comune e la promotrice dell’iniziativa Vania Raspini, che al microfono non ha nascosto la propria commozione per il risultato raggiunto dopo mesi di intenso lavoro. Il momento è stato impreziosito dalla presenza della banda della Filarmonica dei Perseveranti che ha rallegrato i numerosi presenti con un repertorio che è andato dal folk toscano, con brani come Svegliatevi dal sonno ‘briaconi, fino all’istituzionale Inno di Mameli. Tutto pienamente in tema con un evento dai caratteri che possiamo definire nazional-popolari, naturalmente nel senso migliore del termine.
E pensare che le intense piogge del giorno prima avevano fatto temere che l’appuntamento dovesse essere rinviato. Al contrario, premiando la volontà degli organizzatori di andare avanti comunque, la giornata è stata caratterizzata in gran parte dal sole. Sono stati molti i presenti ad attribuire a San Francesco, festeggiato proprio il 4 ottobre, una sorta di piccolo “miracolo” meteorologico. Qualcuno ipotizzando, non troppo devotamente, che l’Assisate avesse avuto “paura delle 500 donne della valle“. Ad ogni modo, tutto è bene quello che finisce bene. Anche se in realtà questo è solo l’inizio, visto che per il tappeto c’è già un programma itinerante che prevede la prossima tappa a Caprese Michelangelo tra due settimane alla Festa della castagna, e per le artefici del tappeto ci sono le future attività della nascente associazione “Una valle di donne”.