La tornata elettorale slittata da primavera agli ultimissimi giorni d’estate si prolunga di due settimane nella vicina Arezzo, mentre in Valtiberina è già archiviata e lascia spazio al prossimo appuntamento con le urne, previsto tra pochi mesi nei due centri principali, Sansepolcro e Anghiari. In entrambi i comuni, come del resto negli altri cinque della valle, la vittoria del centrodestra è stata netta, in chiara controtendenza con la piuttosto agevole affermazione del centrosinistra su scala regionale. In parte è stato forse merito del lavoro di Alessandro Rivi, quello tra i candidati valtiberini che da più tempo e con più convinzione aveva iniziato la campagna elettorale per le regionali; e in parte demerito del governo regionale, visto come lontano da un territorio marginale come il nostro (ma l’assessore uscente Vincenzo Ceccarelli, va notato, ha ottenuto ottimi riscontri personali, specie nelle aree montane della valle). Quale che sia la ragione, il successo del centrodestra in questa zona è stato inequivocabile e avrà il suo peso negli scenari che si andranno a concretizzare in vista delle amministrative. Che a Sansepolcro e Anghiari presentano caratteristiche differenti, e non solo per il diverso sistema elettorale che distingue i comuni sopra e sotto i 15.000 abitanti.
Sansepolcro: Cornioli sì, Cornioli no?
Nel capoluogo biturgense il fatto che l’attuale compagine di governo sia piuttosto slegata dalle dinamiche partitiche può contribuire ad attutire gli effetti del forte vento di centrodestra che sta soffiando. Ma qual è il futuro di questa coalizione? Molto probabilmente lo sapremo presto: tutti ricorderanno che il sindaco Mauro Cornioli, intervistato dal nostro giornale, aveva dichiarato a giugno che l’annuncio sull’eventuale ricandidatura sarebbe stato dato dopo le elezioni regionali. Indicate come semplice riferimento temporale o perché dovevano fornire risposte politiche? Lo si capirà meglio nei prossimi giorni, che vedranno probabilmente approfonditi confronti tra il primo cittadino e le forze che compongono la sua maggioranza. La quale, pur continuando a mostrare all’esterno un’immagine di compattezza, qualche malumore e qualche segno di stanchezza – è innegabile – lo sta lasciando trapelare.
E le altre formazioni, ovvero tutti i partiti dell’arco parlamentare? Il centrodestra è forte dell’ottimo risultato alle regionali, e quindi può contare sulla carta su una grande scorta di voti, ma paga a livello locale quella che appare ancora una scarsa strutturazione delle principali forze politiche di riferimento. E soprattutto risente del fatto che una componente importante della potenziale classe dirigente di quest’area politica – leggasi in primo luogo Riccardo Marzi – fa parte della coalizione di maggioranza. E già più volte l’assessore ai lavori pubblici si è chiaramente detto non disponibile a partecipare a progetti differenti.
Nello schieramento di centrosinistra, il Partito Democratico, dopo aver subito a livello locale due scissioni nate a livello nazionale (quella di Articolo 1 e quella di Italia Viva), sembra attraversare una fase di debolezza, che traspare anche da segnali di distanza tra alcuni esponenti storici e l’attuale dirigenza. Che sta comunque lavorando per ampliare la rete delle alleanze dentro il centrosinistra e anche con i partner di governo del Movimento 5 Stelle. A loro volta alle prese sia su scala nazionale che locale con pericolose prospettive di riflusso. Un rapporto tra pentastellati e centrosinistra potrebbe dunque nascere davvero: del resto non lo hanno escluso i rispettivi capigruppo Giorni e Laurenzi nelle dichiarazioni post voto alle regionali. La sensazione, però, è che per le attuali forze di opposizione ribaltare gli equilibri a Palazzo delle Laudi non sarà compito facile. A meno che non salti il banco dell’attuale maggioranza, cosa che rimetterebbe tutto in discussione. Con probabile maggior giovamento a destra.
Anghiari: qualcuno può ricompattare il centrosinistra lacerato?
Ad Anghiari lo scenario è un altro, e potrebbe più facilmente portare a una polarizzazione tra centrodestra e centrosinistra, almeno in teoria sbilanciata a favore della prima compagine. La maggioranza del sindaco Polcri, un’aggregazione civica nata con caratteri di trasversalità ma con il tempo connotatasi sempre più a destra, sembra avere dunque tutto da guadagnare dall’aria che tira e dai risultati delle urne delle regionali. Se vuole in qualche misura provare a ribaltare dati che lo vedono distaccato di parecchio, il centrosinistra deve allora correre ai ripari. L’unica strada sembra quella del coinvolgimento di personalità importanti che possano mettere tutti d’accordo e convogliare su di sé vasti consensi. Il nome che circola sempre più insistentemente è quello di Danilo Bianchi: potrebbe essere proprio quella dell’ex sindaco la figura in grado di far superare la lacerante divisione interna al centrosinistra anghiarese? Staremo a vedere: in entrambi i comuni della Valtiberina i tempi sono ormai maturi perché gli equilibri delle prossime amministrative inizino a delinearsi.