I limiti organizzativi dovuti all’emergenza Coronavirus e l’incertezza che caratterizza i prossimi mesi hanno spinto il Consiglio Direttivo della Libera Università dell’Autobiografia a rinviare la 10ª edizione del Festival. Una decisione sofferta, ma di grande responsabilità come sottolineato dalla presidente della LUA Stefania Bolletti nell’intervista esclusiva a TeverePost. Il Festival dell’Autobiografia nel format consueto slitta così al 2021, ma le attività della LUA sono andate avanti (in modalità diverse da quelle classiche) nel momento di massima emergenza e non si fermeranno ovviamente nei prossimi mesi. Per fine agosto, nei giorni in cui si sarebbe dovuto svolgere il Festival, la Libera sta organizzando un altro importante momento dedicato alla scrittura, di condivisione anche se a numero chiuso e con diffusione in streaming. Stefania ha spiegato le motivazioni che hanno indotto il Consiglio Direttivo al rinvio del Festival, ha anticipato i temi dell’evento in programma a fine agosto ed ha sottolineato l’importanza della scrittura anche in momenti difficili, proprio come quello che stiamo vivendo.
Il Consiglio Direttivo ha deciso di rinviare al 2021 il Festival dell’Autobiografia ed immagino che non sia stata una scelta facile. Come ci si è arrivati?
“Organizzare il Festival dell’Autobiografia, come avvenuto negli anni scorsi, significa predisporre con largo anticipo il programma e tenere i contatti con i numerosi ospiti. In questo anno così inconsueto, seppure Duccio Demetrio e la “cabina di regia” avessero già messo a punto nei dettagli la fisionomia del Festival da alcuni mesi, abbiamo ritenuto opportuno optare per una soluzione che potesse conformarsi al meglio ai protocolli sulla sicurezza sanitaria. Ad oggi, come sappiamo, le norme in vigore, che si rinnovano ogni 15 giorni, sospendono ancora gli assembramenti di persone. Altro motivo che ha orientato la decisione del Consiglio Direttivo è stato quello di grande rispetto verso la comunità anghiarese alla quale non volevamo procurare apprensioni per l’arrivo di centinaia di persone provenienti da tutta Italia come negli anni scorsi. La Libera ha a cuore Anghiari e così ci siamo preoccupati dell’eventuale impatto sociale. Nulla comunque è perduto: sia il tema che gli ospiti animeranno il Festival del prossimo anno”.
Nel periodo di emergenza non si sono svolti i corsi, ma l’attività della LUA è proseguita con modalità differenti. Come è stata la risposta?
“Abbiamo riflettuto molto sulla possibilità di ricorrere a forme di didattica a distanza, ma pur riconoscendo che la tecnologia rappresenta un valido supporto di molte attività formative, questa non si concilia con i valori pedagogici che caratterizzano la nostra associazione: relazione diretta tra chi impara e chi insegna, fisicità dei contesti di apprendimento, rapporto con la vita reale attraverso una discorsività non mediata da tecnologie, analisi dei cambiamenti osservati e non affidati a strumenti misurativi, ecc. Crediamo in questi valori che portano alla creazione di un luogo reale dove le persone scrivendo, in presenza reciproca, possano ragionare sul senso della propria vita. Tuttavia, abbiamo voluto offrire una sollecitazione alla scrittura con il progetto “#Caraluatiscrivo” che ha riscosso molto successo in tutta Italia grazie al lavoro svolto in varie città dove operano i Circoli di scrittura autobiografica istituiti dalla Libera”.
Il Festival nel suo classico format non si svolgerà, ma per fine agosto organizzerete comunque un evento sostitutivo. Ci può anticipare qualcosa?
“Il 29 e 30 agosto, ad Anghiari si svolgerà un evento a numero chiuso, con diffusione in streaming, destinato a sottolineare il valore simbolico del ritrovarsi attorno alla forza della scrittura. Il programma è ormai pronto e sarà reso noto non appena possibile. Avremo ospiti illustri con interviste, ascolto di storie, letture dal progetto di scrittura che abbiamo sollecitato in tempo di Coronavirus, testimonianze sulla didattica alla Libera, presentazione libri ecc. Saranno delle “giornate della Libera” attraverso cui lanciare un messaggio di vitalità e rinnovata speranza nella capacità che la scrittura autobiografica ha di sostenere le persone in momenti difficili come quello che stiamo vivendo”.
La scrittura autobiografica prende spunto dalle storie di vita di ognuno di noi e ci spinge a riflettere. Cosa ci insegna questo periodo di emergenza che ha cambiato le nostre vite e le nostre abitudini?
“Nell’ambito autobiografico, la scrittura assume una funzione riparativa molto importante: di fronte a lutti e fragilità esistenziali ci aiuta ad affrontare le difficoltà del presente e a traguardare ciò che ci rende apparentemente deboli per aprire le nostre vite al futuro, nella consapevolezza di chi siamo. Lo sperimentano gli autobiografi e le autobiografe che da venti anni incontriamo ad Anghiari ed oggi, in questo tempo così indeterminato, abbiamo ancora più bisogno di un valido supporto per riflettere sui valori esistenziali che ognuno di noi porta con sé. Personalmente, considero la scrittura un valido alleato che permette di affinare lo sguardo sul vissuto e sulla vita quotidiana per trarne un insegnamento su ciò che ci rende uomini e donne consapevoli e liberi di vivere una esistenza in armonia con gli altri. Con il mondo che ci circonda”.