Tra incongruenze e repentine inversioni di rotta da parte delle istituzioni, la questione dei confini regionali sta diventando un vero e proprio caso. Come noto, sulla base del Decreto legge n. 33 emanato il 16 maggio scorso, alcuni governatori hanno disciplinato in modo autonomo gli spostamenti verso i comuni limitrofi delle regioni confinanti, permettendoli con la comunicazione congiunta ai prefetti da parte dei sindaci interessati.
Nella giornata di ieri si è però evidenziata la contrarietà del Ministro della salute Roberto Speranza verso tali aperture. In una lettera indirizzata al governatore emiliano Stefano Bonaccini, presidente della Conferenza delle Regioni, Speranza ha ribadito espressamente il divieto per gli spostamenti fra regioni fino al 2 giugno, salvo “comprovate esigenze lavorative o di assoluta urgenza”. Tale posizione risponde a una logica di gradualità nell’allentare le misure restrittive, accompagnata allo stesso tempo “da un puntuale e giornaliero monitoraggio del trend epidemiologico”. Nella missiva il ministro ha precisato che i divieti restano, ma per i governatori “rimane ferma la possibilità di valutare e declinare le diverse ipotesi di spostamento, anche al di fuori della regione di residenza, che si ritiene rientrino nei casi di assoluta urgenza tali da giustificare una deroga al divieto di carattere generale”.
A seguito del via libera concesso da Enrico Rossi, vari sindaci della Valtiberina toscana si erano già mobilitati per garantire ai propri concittadini gli spostamenti anticipati oltre confine, a prescindere dalla comprovata urgenza degli stessi. Tra questi vi è Alberto Santucci, primo cittadino di Badia Tedalda, che nella serata di ieri ha espresso tutto il suo disappunto per la presa di posizione di Speranza: “Il Ministro della salute, dopo che per tutto il bimestre critico non si è fatto vedere, ora si sveglia all’improvviso e se ne esce con una lettera assurda con la quale sconfessa la validità degli accordi tra comuni confinanti per spostamenti interregionali sanciti da ordinanze regionali concordate con il presidente del Consiglio. Questi signori sono veramente degli incompetenti”, ha tuonato Santucci.
Nel frattempo, nonostante il veto del ministro, anche l’Umbria si è ufficialmente mobilitata per garantire gli spostamenti nei comuni adiacenti ai propri confini. Nell’ordinanza n. 28 del 22 maggio firmata dalla presidente Donatella Tesei si legge infatti che a partire dal 25 maggio, previa comunicazione ai prefetti da parte dei sindaci interessati, è possibile recarsi nei comuni confinanti fuori regione. A differenza dell’analoga disposizione toscana, quella umbra limita tale possibilità alla sola visita ai congiunti.
Resta ora da chiarire, anche alla luce della presa di posizione del Ministro, la non secondaria questione della compatibilità delle ordinanze regionali con le normative nazionali.
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