Speciale 1º Maggio – “Premio alla militanza” per l’anghiarese Davide Giorgi

Il conferimento durante la diretta social organizzata da Cgil, Cisl e Uil provinciali a partire dalle ore 10. L'intervista di TeverePost: “Ormai il sindacato fa parte di me”

Davide Giorgi

Davide Giorgi con la moglie alla manifestazione del 1º maggio 2018

Manifestazioni, cortei e concerti hanno da sempre caratterizzato le celebrazioni del Primo Maggio in Italia e in tutto il mondo. Quest’anno, stante l’emergenza Covid, le piazze saranno vuote e il programma diventa virtuale. Come avvenuto lo scorso 25 aprile in occasione della Festa della Liberazione, saranno tante le iniziative promosse in rete per celebrare la Festa dei Lavoratori, mentre il tradizionale “concertone” sarà trasmesso da RaiTre a partire dalle ore 20.

Tra le iniziative online anche la diretta cui daranno vita Cgil, Cisl e Uil a livello provinciale aretino sui loro canali social. Il collegamento partirà alle ore 10 e, spiegano le organizzazioni sindacali in una nota, “sarà l’occasione per riflettere insieme sulla situazione sociale ed economica del territorio”. È previsto l’intervento dei tre segretari generali Alessandro Mugnai (Cgil), Marco Salvini (Cisl) e Cesare Farinelli (Uil), che sottolineano che, “in una società che tende a dividersi e a contrapporsi, noi vogliamo fare l’esatto contrario: riunirci e trovare insieme soluzioni più avanzate”. L’iniziativa unitaria si ripete infatti per il secondo anno consecutivo: se nel 2019 la manifestazione si era svolta in modo tradizionale, quest’anno si fa ricorso alla “piazza del web”.

Nel corso della diretta di oggi è in programma anche il conferimento del “Premio alla Militanza”. Quest’anno saranno insigniti Ettore Tartaglini, Natale Danzi, Luciana Lapi e Davide Giorgi. Proprio l’anghiarese Davide Giorgi, dipendente di una catena di grande distribuzione a Sansepolcro e funzionario Uil, è stato intervistato da TeverePost.

Come ti sei avvicinato al sindacato?

Ho iniziato a conoscere il sindacato nei primissimi anni novanta, quando all’età di 9-10 anni mio padre mi portava nelle piazze a manifestare. Poi venti anni fa ho iniziato a lavorare in una catena di supermercati. Dopo pochi anni, di fronte a una carenza di rappresentanti sindacali, alcuni colleghi mi hanno spinto a candidarmi. All’inizio non ero convinto, da un lato perché non volevo accumulare impegni e dall’altro perché non volevo far parte di un sindacato che si accontentasse di mettere una bandierina. Comunque sono stato eletto nella RSU e fortunatamente ho avuto buoni maestri, come Marco Conficconi, che mi hanno aiutato molto, soprattutto all’inizio. Sono rimasto nella RSU del punto vendita oltre dieci anni, durante i quali il consenso tra i colleghi è aumentato, portando la UIL ad essere l’organizzazione sindacale più rappresentativa. Ovviamente con i colleghi ci sono state anche accese discussioni, ma questo è normale. Nel 2017 sono stato contattato da Diego Loreto che mi ha proposto di impegnarmi come funzionario. Anche qui ero titubante e sono stato aiutato a capire come trovare le informazioni giuste e come operare per risolvere le problematiche dei lavoratori, anche nell’ufficio vertenze. Ho operato nel sindacato per circa due anni, durante i quali ho conosciuto persone splendide, ognuna delle quali ha saputo darmi parte delle sue conoscenze.

Cosa ha significato per te operare come funzionario sindacale?

È stato un onore ed un piacere poter aiutare le persone, a volte anche in piccole cose che però per loro erano grandi. A volte capita di fare da confidenti per gli sfoghi delle persone, in altre situazioni ancora sono le aziende (virtuose) a contattarci per poter dare una mano ai propri dipendenti in momenti burrascosi. Altre volte è stato necessario scendere in piazza, in strada solo per far percepire lo stipendio alle persone. In buona sostanza l’impegno da funzionario è grande e se si è troppo empatici si rischia di non sopportarlo. Ma quando si riesce a risolvere anche il problema di un solo lavoratore o lavoratrice la gioia è veramente grande. Soprattutto quando si riescono ad aiutare persone magari che guadagnano 400 euro al mese, monoreddito, che tutte le mattine si alzano alle quattro.

Ora sei tornato a lavorare nel punto vendita?

Sì, per scelte di vita personali sono tornato in negozio. Non sono neanche più nella RSA o RSU, ma non per questo smetto di fare sindacato, perché ormai il sindacato fa parte di me, è diventato una passione. Il sindacato lo si fa tutti i giorni, dando un’informazione, cercando di capire i problemi delle persone. Il sindacato non è fuori, il sindacato siamo noi!

Che valore ha oggi il Primo Maggio?

Il Primo Maggio è sempre una ricorrenza molto importante, forse oggi più di qualche anno fa. Il divario di retribuzione tra vari settori è ancora un problema e lo stesso vale anche per molti diritti, come quelli legati alla malattia. Inoltre il settore in cui opero, il terziario, è molto vasto e raccoglie tantissime forme diverse di lavoratori: si va dalla badante alla guardia giurata, dal commesso fino al farmacista. Ognuna di queste tipologie di lavoratori e lavoratrici ha delle problematiche uniche, regolamentazioni diverse ed alcuni sono quasi “invisibili”. Ma almeno oggi, il 1º maggio, siamo tutti sotto lo stesso cielo, siamo tutti lavoratori!

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