Gli anni 60 furono per me, bambino, la scoperta dei film attraverso la nuova regina allora appena arrivata in casa: la televisione. In quei tempi di monopolio RAI c’era un giorno specifico dove in prima serata venivano programmate pellicole piuttosto stagionate soprattutto americane che erano state girate diversi anni prima. Fu così che fra un western con John Wayne (di solito Ombre Rosse del 39) e film d’autore (ricordo Il Settimo Sigillo di Ingemar Bergman) in uno di quei lontani lunedì mi imbattei in Hellzapoppin’ (girato nel 1941) era un susseguirsi di situazioni al limite dell’assurdo e del non senso, tra esibizioni comiche e intermezzi musicali, e in uno di questi ultimi mi capitò di vedere entrare in scena un nero allampanato che, sedutosi al piano cominciò a suonarlo con le mani rovesciate provviste di dita così lunghe che sembravano tentacoli Man mano si univano a lui altri musicisti che iniziavano la performance suonando un dixieland che, con l’ingresso dei ballerini si trasformava in un lindy hop indiavolato. Quello fu il mio primo incontro con Slim Gaillard. Anche se non sapevo chi fosse.
Il secondo avvenne pochi anni dopo in modo del tutto inconsueto per me; me lo ritrovai in uno di quei libri di formazione che si leggono a 20 anni, “Sulla Strada” di Jack Kerouac, in una delle descrizioni più belle del libro. Racconta Kerouac che in compagnia del suo amico Dean Cassady…ma leggiamolo direttamente dal libro.
…siamo andati a trovare Slim Gaillard in un piccolo locale notturno di Frisco. Slim Gaillard è un negro alto e magro con grandi occhi tristi che dice sempre:”Right-orooni” e “How ‘bout a little bourbon-arooni”. A Frisco grandi folle ansiose di giovani intellettualoidi sedevano ai suoi piedi e lo ascoltavano al piano, alla chitarra e ai tamburi bongo. Quando si riscalda si toglie la maglietta e ci da dentro sul serio. Fa e dice tutto ciò che gli viene in mente. Si mette a cantare ”Cement Mixer Pu-ti Pu-ti” e improvvisamente rallenta il ritmo e tamburella sui suoi bonghi con la punta delle dita che picchietta appena sulle pelli mentre tutti si sporgono in avanti senza fiato per ascoltare; pensi che lo farà per un minuto o giù di lì, ma continua, per tutto il tempo di un’ora facendo un piccolo rumore impercettibile con la punta delle unghie, sempre più piccoli finchè non lo senti più e dalla porta aperta entrano rumori di traffico. Poi si alza lentamente e prende il microfono e dice, molto lentamente: “Great-orooni…fine-ovauti…hello-orooni…bourbon-orooni…all-orooni..come stanno i ragazzi in prima fila a pomiciare con le loro ragazze-orooni …orooni…vauti…oronironi.”. Continua così per 15 minuti, la sua voce diventa sempre più morbida finchè non puoi sentire. I suoi occhi tristi scrutano il pubblico…ciao-orooni…bourbon-orooni—all-orooni…come stanno i ragazzi in prima fila con le loro ragazze-orooni… orooni…vauti…oronironi. (…) ” Slim si siede al piano e suona due note, due Do, poi altre due, poi una, poi due, e improvvisamente il grande e corpulento bassista si sveglia da una fantasticheria e si rende conto che Slim sta suonando ‘C-Jam Blues’ e lui percuote il suo grande indice sulla corda e inizia il grande ritmo rimbombante e tutti iniziano a dondolare e Slim sembra triste come sempre, e suonano jazz per mezz’ora, poi Slim impazzisce e afferra i bonghi e suona una Cubana rapidissima batte e urla cose pazze in spagnolo, in arabo, in dialetto peruviano, in egiziano, in ogni lingua che conosce e conosce innumerevoli lingue. Finalmente il set è finito; ogni set dura due ore.Slim Gaillard va a mettersi in piedi contro un pilastro, guardando tristemente sopra la testa di tutti mentre le persone vengono a parlargli. Un bourbon gli viene messo in mano. “Bourbon-orooni – grazie-ovauti … Nessuno sa dove sia Slim Gaillard. (…) Ora Dean gli si avvicinò, si avvicinò al suo Dio; pensava che Slim fosse Dio; si trascinò e si inchinò davanti a lui e gli chiese di unirsi a noi. “Giusto-orooni”, dice Slim; si unirà a chiunque ma non garantirà di essere lì con te nello spirito. Dean prese un tavolo, comprò da bere e si sedette rigidamente di fronte a Slim.Slim sognava sopra la sua testa. Ogni volta che Slim diceva: “Orooni”, Dean diceva “Sì!” Mi sono seduto lì con questi due pazzi. Non è successo niente. Per Slim Gaillard il mondo intero era solo un grande orooni.
La scoperta musicale
Solo un po dopo a metà degli anni 70, a Firenze ai tempi dell’università, sbirciando fra polverosi e dimenticati dischi di jazz in un negozio del sottopasso di S. Maria Novella sono riuscito a ricollegare il volto (e le mani) che mi aveva colpito, col nome che avevo letto nel libro Sul retro della copertina c’erano poche sintetiche note sull’attività del musicista fra le quali spiccavano collaborazioni con Charlie Parker e Dizzie Gillespie e una strana parola Hipster, alla quale al momento non detti molto peso e, a conferma di quel che avevo letto in “Sulla Strada” c’erano quelle buffe strane espressioni (orooni) riferite ad un linguaggio inventato che mi confermavano la giustezza del mio abbinamento. Acquistando quel giorno il disco ho scoperto la gioia, il divertimento della musica.
Un personaggio eclettico
Ascoltando i vari brani del disco capii che definire Slim come jazzista era a dir poco riduttivo. Slim Gaillard suonava e cantava di tutto:oltre a pezzi di Jazz c’erano Blues, Boogie, Early RnB, Mambo, Rhumba, Calypso, con il canto infarcito di interiezioni in una lingua tutta sua. Documentandomi scoprii un personaggio sempre sopra le righe, dotato di fantasia, creatività e (auto)ironia davvero fuori dal comune. A partire dalla sua vita, piena di episodi a metà tra realtà e mito. Il padre, steward su una nave, lo dimentica bambino su un’isola greca, Creta per l’esattezza, dove se la cavò per mesi da solo pur non parlando una parola dell’idioma locale; i suoi natali, (anticipava la sua data di nascita di 4 giorni per dire di esse nato il primo gennaio 1916 invece che il 4),e le sue radici familiari multiculturali mai del tutto chiarite; i mille lavori di ogni tipo, compreso il pugile, il becchino e il trasportatore di alcolici per la mafia in epoca proibizionista, tutto in Slim era genio. Siccome non gli bastava parlare correntemente 8 lingue, ne creò una nuova per il suo mondo musicale ed artistico, il vout. Solo chi è dotato di vera ironia sa prendere le cose davvero sul serio, infatti provvide a fornire anche un dizionario di questo slang infarcito di riferimenti a tutte le lingue del mondo e ad un immaginario Bop fantastico. Uno slang hipster ai tempi nei quali questa parola indicava insofferenza al conformismo sociale e uno stile di vita fondato sulla libertà delle scelte e sulla riscoperta dell’interiorità individuale, esattamente quanto descritto nel libro di Kerouac. Per i Beatnick anni 40/50 Slim Gaillard era veramente Dio..
Musicalmente molto preparato, suonava molti strumenti, dalla chitarra al pianoforte dal clarinetto ai bonghi, dal vibrafono al sassofono, famoso ai tempi fin dalla sua prima incisione “Flat Foot Floogie”, risalente al 1938 quando agiva con il contrabbassista Slam Stewart nel duo Slim &Slam, la sua hit “Down by the station” scalò le classifiche di vendita delle canzoni per bambini, i suoi boogie in arabo, le composizioni originali in lingua yiddish, la censura radiofonica subita perché il testo di una sua canzone ‘Yep Roc Heresy” non era altro che un menù intero di un ristorante armeno e sembrava decisamente troppo “esotico” per gli USA dei suoi tempi, le sue interpretazioni televisive e cinematografiche (al fianco di David Bowie in Absolute Beginners, tra gli altri) negli ultimi anni della sua carriera, i suoi flirt con alcune delle più belle attrici degli anni ’40 e ’50, fanno di lui un autentico mito per il pubblico anglosassone. Ebbe tre figli: Janis Hunter, ex moglie del cantante Marvin Gaye e madre di Nona Gaye e Frankie Christian Gaye; Mark Gaillard e Michael Gaillard.
Dimenticato a partire dagli anni 60 si ridusse a gestire un motel a San Diego finché, trasferitosi in Gran Bretagna fu riscoperto nei primi anni 80 tornando ad essere un riferimento per la scena rap inglese. La BBC dedicò al suo meraviglioso mondo un documentario a puntate, intitolato “Slim Gaillard’s Civilization” Un racconto fantastico sulla sua vita di cui lui stesso è interprete e narratore. Mattatore irresistibile fino alla fine.
Bulee (il suo vero nome) “Slim” Gaillard si è spento il 26 febbraio 1991 a Londra.