Dopo la ricollocazione della Croce sul Sasso di Simone, la targa ricordo dove i Sestinati sconfissero i ribelli Strozzi – con la partecipazione alla cerimonia del presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, il convegno internazionale di studi storici ospitato a Sestino il 24 settembre, e in attesa di un volume in corso di stampa che “racconterà” molteplici vicende e personaggi, dai Medici ai soggetti del folclore locale – a Monterone è stato realizzato, il 10 e il 17 ottobre, il programma finale delle attività connesse alla liuteria.
Sestino deve molto a Sigrun Richter e a Nico van derr Waals: ormai da un ventennio, trasferiti a Monterone – una frazione di Sestino rimasta splendido castello murato – organizzano masterclass internazionali, corsi di liuteria, concerti di musiche antiche e costruiscono – e restaurano – strumenti musicali. Una attività che nel 2005 veniva riconosciuta con la qualifica “Monterone Castello del Liuto” e quest’anno con il conferimento ai due artisti di un “encomio solenne” ad opera della amministrazione comunale.
Il piccolo museo della liuteria, accanto alla chiesa di Monterone, quest’anno è stato dedicato ad una operazione particolarmente significativa: il restauro e il recupero all’attività dell’unico liuto superstite del maestro Joseph Hellmer (Fùssen, 1601). Un lungo lavoro, portato a termine da Nico wan derr Waals, con studi e ricerche e l’utilizzo di tecnologie moderne per scoprire le varie vite – nei secoli – dello strumento, fatto suonare poi a Monterone. Alle pareti del museo la storia del recupero, raccontata dettagliatamente in un articolo di Sigrun Richter e con numerosi documenti fotografici.
Il concerto finale, realizzato il 17 ottobre, ha visto come “attori” esperti internazionali, per Quartetti, Trio e Duetti, e canto quali: Fabiana Zama, Karin Mesletzky, Maurizio dal Col, Gerhard Weick e la organizzatrice e direttrice della giornata, Sigrun Richter.
Il programma, per evidenziare i rapporti Sestino-Medici di Firenze, si è soffermato in modo particolare su musiche dei secoli XIV e XV, con testi che hanno proposto gli autori che hanno dato arte a Firenze, ai Medici, e alla nobiltà del periodo. Una musica lontana dalle attuali culture quotidiane, nella quale i silenzi, le dolcezze, le “amaritudini”, si susseguivano con le più sfrenate gioie, negli spazi teatrali e in giardini, la cui natura ispirava gli autori.
Un fuori programnma particolarmente apprezzato: Sigrun Richter si è esibita in un rarissimo “pezzo” del musicista francese Pierre, ma attivo a Roma nel Quattrocento: interpretazione di un aspetto della vita del periodo, cioè una battaglia. Suoni di trombe, galoppi di cavalli, archibugi, armi, lo schianto delle corazze e, infine, un secco colpo di cannone. Reso straordinariamente da una tecnica sofisticata della Richter sul suo liuto.
La mostra del Liuto, che può essere un bel volano turistico per Monterone, ha anche un valore non campanilistico. Scrive appunto Sigrun Richter: “Il “nostro” liuto ci permette una visione retrospettiva della storia. Assiste addirittura alla rinascita della Musica Antica in Italia negli anni Sessanta, grazie all’attività dei vari proprietari” e ha partecipato alla registrazione di primi dischi, su musiche di Corelli, Vivaldi, Brescianello e Bomporti.