L’assembea dell’Autorità idrica toscana (AIT) ha approvato questa mattina all’unanimità un documento che sancisce il “no” dei Comuni al passaggio del servizio ad un unico gestore regionale. L’affidamento della gestione ad un solo soggetto per l’intera Toscana era stabilito dalla Legge regionale 69/2011. L’AIT ha però ritenuto di superare per via amministrativa questa previsione facendo riferimento alla norma statale, e in particolare al decreto legislativo 152/2006 (“Sblocca Italia”), che consente l’affidamento in ambiti territoriali di dimensioni minori a quello regionale “ove si renda necessario al fine di conseguire una maggiore efficienza gestionale ed una migliore qualità del servizio all’utenza”. Per valutare se ricorressero questi requisiti l’Autorità ha interpellato una società di ricerca. Le risultanze dell’approfondimento effettuato smentiscono in maniera piuttosto netta le logiche accentratrici che hanno avuto grande fortuna nel recente passato. Vi si evidenzia infatti che, dal punto di vista dell’efficienza gestionale, oltre un bacino di circa 450.000 abitanti serviti si assiste a diseconomie di scala; e che in termini di servizio all’utenza “non si osservano evidenze a supporto di un effetto positivo esercitato dalle dimensioni sugli indicatori di qualità tecnica, mentre per quanto riguarda la qualità contrattuale, a livello nazionale, si osservano prestazioni peggiori per i gestori più grandi”. Viene inoltre fatto riferimento alla “scarsa prossimità istituzionale, tecnologica e spaziale” che nel caso di processi di aggregazione si avrebbero rispetto all’utenza finale.
La decisione assunta oggi fa leva su una precedente deliberazione dell’assemblea, la 28/2018. Il documento – quello che tracciava la strada della ripubblicizzazione del servizio alla scadenza degli affidamenti in essere – prendeva infatti atto della contrarietà al gestore unico da parte di tutte le sei Conferenze territoriali in cui è suddivisa l’Ato regionale. Il documento approvato stamani prevede l’istituzione di sub-ambiti coincidenti con le attuali Conferenze territoriali, e che alla scadenza degli attuali contratti “AIT procederà a distinti affidamenti del servizio idrico integrato, riferiti ciascuno al sub-ambito di riferimento”. Per quanto riguarda il nostro territorio, la Conferenza territoriale (ex Aato) è la numero 4 Alto Valdarno, solo parzialmente coincidente con la provincia di Arezzo, e i nuovi indirizzi diventeranno operativi con la scadenza dell’affidamento a Nuove Acque nel 2027.
L’approvazione del documento da parte dell’assemblea è stata salutata molto favorevolmente dall’assessore ai beni comuni biturgense Gabriele Marconcini: “La futura gestione dell’acqua – ha detto – non soltanto sarà pubblica, come già votato due anni fa, ma seguirà anche una logica di prossimità, che ridarà centralità ai territori. Grazie a questa votazione siamo riusciti ad accantonare lo spettro dell’ambito unico toscano che più volte era stato caldeggiato dai vertici politici regionali. Come Comune di Sansepolcro abbiamo sempre insistito per associare il processo di ripubblicizzazione ad una gestione della risorsa che potesse aderire alle peculiarità dei rispettivi territori. Siamo pertanto molto soddisfatti per aver formalizzato questo importante indirizzo politico”, ha ribadito Marconcini. “Ora non rimane che attendere un nuovo provvedimento regionale che possa superare definitivamente la logica perversamente centralizzatrice della legge 69 del 2011”, ha aggiunto, precisando infine che “questa buona notizia non cancella il corto circuito denunciato ieri, cioè quello che, di fronte ad una riduzione dei consumi, l’attuale modello gestionale preveda un aumento delle tariffe”.