Ieri mattina a Sansepolcro sono iniziati i lavori per la realizzazione del secondo ponte sul fiume Tevere. Un’opera molto attesa dalla comunità biturgense, se si considera che l’intero iter di realizzazione, dal suo concepimento all’effettiva costruzione, ha fin qui interessato tre diverse amministrazioni comunali. A queste se ne aggiungerà quasi certamente una quarta, tenendo presente che per la conclusione dei lavori ed il collaudo servirà come minimo un anno solare salvo nuovi incidenti di percorso.
L’investimento previsto è di circa 4 milioni di euro. Di questi, 3 milioni e 200mila sono stati stanziati dalla Regione Toscana, mentre il Comune si è fatto carico dei restanti 800mila euro. Ad eseguire i lavori sarà il Raggruppamento Temporaneo di Imprese che fa capo alla “Castaldo”, azienda specializzata della Campania, insieme alla Pype Lyne spa e alla Lucos srl di Sansepolcro. L’affidamento delle opere ha forse costituito fin qui lo step più insidioso a causa degli importanti rallentamenti burocratici dovuti ai ricorsi delle ditte che hanno partecipato alla gara. Le sentenze dei tribunali regionali del Tar e del Consiglio di Stato hanno tuttavia confermato la regolarità del lavoro condotto dagli uffici comunali.
Che tipo di opere verranno eseguite? A spiegarlo nel corso della cerimonia inaugurale è stato l’ingegnere Federico Frappi, responsabile della direzione dei lavori, che ha snocciolato una serie di numeri ed informazioni utili per comprendere meglio che aspetto avrà il nuovo ponte e quale sarà il suo impatto sia a livello visivo che di viabilità. Di seguito TeverePost riporta i passaggi principali della sua relazione tecnica.
L’ubicazione della struttura
“La scelta della collocazione viene da lontano, quando anni addietro siamo stati chiamati a trovare la soluzione più idonea, fermo restando quella che era l’ipotesi di tracciato che andava ad individuare il collegamento lato Sansepolcro in corrispondenza del sottopasso della E45 e lato zona industriale su Via Malpasso. Il nostro compito era quello di escogitare la miglior soluzione possibile, garantendo sicurezza anche dal punto di vista idraulico. Personalmente riteniamo di averlo fatto, anche grazie ad un confronto costante sia con l’amministrazione precedente che con quella attuale.”
Rispetto delle norme di sicurezza
“Il progetto prevede lo sviluppo di un tracciato della lunghezza di un chilometro circa. Questa operazione deve essere fatta nel rispetto delle norme che riguardano la sicurezza sismica ed idraulica, in modo da scongiurare qualsiasi imprevisto in caso di episodi straordinari come ad esempio la piena del fiume Tevere. C’è un apposito DM, quello del 5 novembre 2011, al quale dobbiamo attenerci. Abbiamo lavorato molto per far sì che questi stessi vincoli possano essere in realtà i punti di forza della nostra soluzione progettuale.”
Dimensioni e dettagli tecnici
“Abbiamo optato per l’elaborazione di un tracciato che comprende due rettifili ed un’ampia curva di grande raggio pari a 160 metri, che è proprio l’opera maggiore ossia il ponte in senso stretto. Quindi da via Malpasso ci sarà un rettifilo che conduce alla zona arginale, dove in aderenza alla spalla abbiamo un sottopasso che consentirà ovviamente il mantenimento in esercizio della strada vicinale della Reglia dei Mulini, nell’altra spalla iniziamo con questo ponte che ha uno sviluppo di 144 metri. La struttura ha due campate di riva di poco superiori ai 44 metri e una campata centrale pari a 60 metri, poi abbiamo un rettifilo che si riconnette in corrispondenza del sottopasso della E45. Tutto il tracciato lato nord è caratterizzato da una pista ciclopedonale di ampiezza pari a due metri e mezzo.”
Carreggiate e ingombro aereo
“Andando con una breve descrizione di quella che è l’opera d’arte maggiore, la soluzione individuata ha un’ampiezza della carreggiata totale, ivi compresa la pista ciclopedonale, superiore ai 13 metri. Quindi se facciamo un semplice calcolo di 13 per 144 avremo un ingombro aereo del ponte di circa 1.900 metri quadrati. A terra abbiamo un ingombro pari a due pile circolari di diametro 240 che sorreggono tutto l’impalcato metallico. Questo è stato possibile grazie ad uno studio di dettaglio del sistema di vincolamento tra l’impalcato e la sottostruttura. Alla fondazione delle pile stesse c’è un cluster di pali che rappresenta una corona circolare pari a 3,80 metri e poi delle scogliere alla base delle pile legate sempre ad eventuali fenomeni di piena.”
La sezione dell’impalcato
“Si tratta di un altro elemento importante sul quale è stata posta la massima attenzione e il massimo studio. Abbiamo un cassone in acciaio corten ottenuto tramite travi inclinate e con dei diaframmi reticolari che li connettono ogni cinque metri. Questa struttura ha due peculiarità: la prima è che ha una curvatura che va a conciliarsi con il tracciato, la seconda è il fatto che abbiamo anche delle altezze che variano, quindi vi è un ponte a doppia curvatura che ha un’altezza di circa 2,80 metri in corrispondenza delle pile e 1,60 metri in corrispondenza delle spalle e della mezzeria della campata centrale. Questo aspetto ha senza dubbio una valenza anche estetica importante che poi sarà enfatizzata dall’utilizzo del corten, che conferisce ulteriore pregio. Altri elementi degni di nota riguardano la scelta di barriere guard rail in legno e corten anche con la pista ciclabile, quindi è stato fatto un grosso sforzo ovviamente per garantire tutti i livelli di sicurezza richiesti nei vari ambiti e la qualità estetica e la qualità dell’inserimento ambientale. Abbiamo creduto e crediamo nella qualità del progetto che abbiamo elaborato e saremo contenti di ritrovarci qui fra un anno per farvi toccare con mano questo intervento. Un nuovo servizio che viene messo a disposizione della cittadinanza e che saprà lasciare un segno importante nel territorio.”