Sansepolcro nel Cinquecento durante la peste, restaurato il dipinto

Il “Pellegrinaggio della Compagnia del Crocifisso” contiene un riconoscibile profilo del Borgo dell'epoca. L'intervento promosso dal locale Lions Club

Da sinistra Mercati, Giani, Innocenti e Romolini con il dipinto restaurato (foto comune di Sansepolcro)

È stata restaurata l’opera Pellegrinaggio della Compagnia del Crocifisso. Si tratta di un olio su tavola di 68 cm per 57,5 cm realizzato nella prima metà del XVI secolo e custodito nella cosiddetta “Sala del camino” del Museo civico di Sansepolcro. Lorenzo Coleschi attribuisce il dipinto a Giovanni Del Leone, ma Andrea Czortek, nel breve saggio del 2020 Un’opera della pinacoteca di Sansepolcro e la peste degli anni 1522/1528, ricorda che tale attribuzione è ritenuta come minimo “molto dubbia” dagli studiosi successivi.

L’opera, oltre ad altri personaggi, raffigura al centro della scena alcuni confratelli della Compagnia del Crocifisso che trasportano malato su una lettiga, sullo sfondo ben riconoscibile della città di Sansepolcro. Alla base vi è un’iscrizione che si riferisce alla peste che afflisse Sansepolcro e l’intera Europa tra il 1522 e il 1528:

DAL BORGO EL CAPELANO DEL CRVCIFISO
CON LI FRATELLI DE DITTA CO(M)PANIA
SE ABOTIERO QVI A LORETO A MARIA
E SCANPORNO DAL MORBO E G(R)ANDE ABISSO.
NE MOR[Ì] [3]66[4] DE MORBO NELL’A(N)NO I D XXIII.

“Pellegrinaggio della Compagnia del Crocifisso”, olio su tavola, prima metà del XVI secolo, Museo civico di Sansepolcro

Nel testo, reso nella sua forma completa da Enzo Mattesini nel 1994, si legge di un voto fatto dai fratelli della Compagnia del Crocifisso (che “se abotiero”, si votarono) alla Madonna di Loreto, e si nota un elevato numero di morti, ben 3.664, causati dalla peste a Sansepolcro (le cifre sono leggibili solo in parte, ma sono state ricostruite grazie a una precedente trascrizione e a una copia del dipinto). Tale numero porta Czortek a concordare con Mattesini sul fatto che il computo delle vittime non si riferisca al solo periodo iniziale della peste, come lascerebbe supporre la data indicata (1523), ma all’intero svolgersi dell’epidemia durata fino al 1528. L’anno presente nell’iscrizione non sarebbe dunque quello della realizzazione della tavola, ma quello del voto alla Madonna di Loreto, che risale a una deliberazione dei Magnifici Conservatori del 18 luglio 1523. Il voto sarebbe poi stato sciolto solo cinque anni più tardi, quando due incaricati, il 15 giugno 1528, partirono per la Marca di Loreto portando a quel santuario denari, oggetti d’argento e il gonfalone della città.

Il restauro del dipinto, finanziato dal Lions Club di Sansepolcro, è stato realizzato da Ida Bigoni. Il lavoro è stato presentato sabato alla presenza del sindaco Fabrizio Innocenti, dell’assessore alla cultura Francesca Mercati, del presidente del locale Lions Club Federico Romolini e del presidente delle Misericordie d’Italia Domenico Giani.

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