Sansepolcro, le considerazioni dei candidati a sindaco sulla vicenda del medico di base

La questione del pensionamento del dottor Chiasserini e della redistribuzione dei pazienti si inserisce tra i temi caldi della campagna elettorale

La sanità torna al centro del dibattito della campagna elettorale a Sansepolcro. È di questi giorni la notizia del pensionamento del dottor Luigi Chiasserini, professionista ben conosciuto nel territorio, per sopraggiunti limiti di età. Al suo posto, almeno per il momento, non è stato individuato alcun medico di base per sostituirlo.

Una situazione di notevole disagio che porterà all’inevitabile redistribuzione di circa 1.500 pazienti tra Anghiari e Sansepolcro presso gli altri medici di base attualmente operativi nel territorio. I dottori si ritroveranno pertanto a dover fronteggiare un incremento dei pazienti che potrebbe arrivare fino a quota 1.700 per ognuno di loro, ben oltre il massimale stabilito che è appunto quello di 1.500 pazienti.

Nel frattempo, tramite il direttore di distretto Evaristo Giglio, l’Asl ha spiegato che si tratta di una situazione provvisoria derivante da una carenza di profili in grado di rimpiazzare il medico in pensione, e che l’azienda si è già mobilitata affinché la problematica possa trovare piena risoluzione il prima possibile. La questione non è passata inosservata tra i candidati a sindaco della città di Piero che, tra comunicati stampa e dichiarazioni, hanno voluto commentare la vicenda.

Giorni: “Servizi sempre più scadenti. Dobbiamo alzare la voce”

Per la candidata del Movimento 5 Stelle Catia Giorni, “In una zona periferica come la nostra, dove i problemi in ambito sanitario sono già molti, questo potrebbe aggravare ancora di più la situazione, e portare a dei servizi sempre più scadenti per i cittadini. Conosciamo la posizione dell’Asl riguardo alle difficoltà nel trovare un sostituto in tempi brevi e allo scarso interesse dei medici a venire in una zona periferica come la nostra. Quello che ci chiediamo però è questo: visto che da molto tempo si sapeva del pensionamento del dottor Chiasserini, non era proprio possibile muoversi prima e non arrivare a una situazione come questa? A questo punto – si legge nel comunicato dei pentastellati – l’unica cosa da fare per limitare il più possibile i disagi per i nostri concittadini è chiedere a gran voce che sia trovato il prima possibile un nuovo medico di base. La Asl ha infatti garantito che questa è una situazione solo provvisoria, e si sta già muovendo per trovare un’altra persona. Sappiamo, però, che in Italia niente è più definitivo del provvisorio… pensiamo solo alla Casa della Salute situata al Centro commerciale di Sansepolcro, sorta tre anni fa con la promessa, sempre da parte della Asl, di spostarla presto in una sede pubblica.”

Innocenti: “Dalla politica scarsa attenzione ai territori di confine”

Il candidato Fabrizio Innocenti ha scelto la propria pagina Facebook per diffondere le proprie considerazioni riguardo a quello che lui stesso definisce “un disservizio, perché non può essere etichettato in altro modo, che rappresenta l’ultimo anello di una catena che da troppi anni flagella la Valtiberina. Assistiamo ormai da anni ad un continuo e progressivo depauperamento in uno dei settori fondamentali del vivere quotidiano.” Innocenti non vuole colpevolizzare “i medici e il personale socio-sanitario, ai quali va tutto il mio sostegno per l’impegno e la grande professionalità anche in tempi di pandemia”, puntando piuttosto il dito verso “la politica, e dunque di chi governa la Regione Toscana, che continua a rivolgere scarsa attenzione ai territori di confine come la Valtiberina. Il recente, bizzarro balletto sulla composizione dei distretti, i tempi di attesa sempre più lunghi per esami strumentali, i tagli all’ospedale di zona e a professionisti di settore nell’area bagnata dal Tevere, adesso anche i vuoti causati dal pensionamento di medici di base senza soluzioni immediate. La verità è che il diritto alla salute, sacrosanto, non è più contemplato in Valtiberina. È arrivato davvero il momento di dire basta a queste stolte imposizioni calate dall’alto che mortificano un’intera popolazione nel suo bisogno essenziale.”

Laurenzi: “Una questione che conoscevamo da tempo. Serve pianificazione”

Contattato dalla nostra redazione, il candidato del centrosinistra Andrea Laurenzi spiega che “Per legge l’azione fatta è legittima, e cioè si può aumentare il massimale dei medici di base in mancanza di reperimento del personale. Tuttavia è evidente che quella del pensionamento del dottor Chiasserini era una questione che si conosceva da tanto tempo e quindi questa situazione poteva certamente essere pianificata. Una situazione molto grave, perché un medico in meno vuol dire ovviamente aumentare i pazienti a quelli in attività che già stanno facendo un lavoro incredibile. E questo si traduce in un abbassamento della qualità dei servizi al cittadino, non ultimi i tempi di attesa. Soprattutto in questo periodo particolare, c’è bisogno che il medico sia vicino ai pazienti e non oberato di impegni. La prendiamo come una situazione momentanea – conclude Laurenzi – ma bisogna attivarsi subito anche in vista di altri pensionamenti che saranno presto in arrivo. Serve una precisa pianificazione.”

Chieli: “Ancora una volta lo straordinario diventa ordinario”

Abbiamo infine interpellato la candidata Laura Chieli, che nel suo intervento ribadisce come la vicenda fosse di dominio pubblico da molto tempo. “Ciò che ha dell’incomprensibile è la modalità: da oltre un anno e mezzo era noto che il dottor Chiasserini avrebbe cessato la professione. Dalle dichiarazioni del dott. Giglio apprendiamo che l’Azienda Sanitaria era tenuta ad avvisare ogni assistito del medico pensionando 20 giorni prima, tramite lettera raccomandata, in modo che potesse organizzarsi cercando un nuovo dottore; ma non lo ha fatto. Perché?”. E ancora: “I medici di base che si sono visti piovere i pazienti del collega sono passati dal massimale di 1.500 assistiti a quello di 1.700. Venerdì 20 agosto è stato detto loro che dal martedì 24 avrebbero dovuto accollarsi la ridistribuzione dei pazienti. Sta bene che sia difficile rimpiazzare tali figure, ma perché ridursi all’ultimo minuto per mettere mano alle situazioni? Come spesso accade, si decide quindi di intervenire – causa emergenza – con una misura straordinaria: ogni medico condotto del territorio ora avrà –  provvisoriamente si dice – un numero enorme di assistiti che, ovviamente, non potranno essere seguiti a dovere. Le responsabilità però non sono mai di nessuno. Ancora una volta siamo di fronte allo straordinario che diventa ordinario.”

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