Sansepolcro, dopo il consiglio comunale si accende il dibattito sulle foibe

Tante prese di posizione sul testo approvato a maggioranza. Da FdI, Futura e Lega critiche a chi ha votato contro. Adesso: “Demagogia”; Insieme Possiamo ricorda Renicci e la pulizia etnica contro i civili jugoslavi

L'inaugurazione del Sacrario degli Slavi presso il cimitero di Sansepolcro il 15 dicembre 1973 (Museo e Biblioteca della Resistenza)

La mozione di Fratelli d’Italia-Futura sul tema delle foibe ha fatto discutere più nella fase successiva al consiglio comunale che durante la seduta in cui è stata affrontata. Il documento – approvato con i voti favorevoli della proponente Laura Chieli e della maggioranza e quelli contrari del resto dell’opposizione – impegna l’amministrazione a intitolare una strada ai martiri delle foibe e ad organizzare celebrazioni ed iniziative di sensibilizzazione nelle scuole in occasione del Giorno del Ricordo. In consiglio comunale la maggioranza aveva espresso il proprio favore per bocca di Alessandro Bandini (“mozione da accogliere senza se e senza ma”), mentre il centrosinistra aveva votato contro. Per Rosalba Alberti (Adesso) si trattava di una proposta demagogica su un tema già regolato da norme statali; Chiara Andreini (PD-InComune) aveva invece ricordato le iniziative già svolte in passato nella direzione di una memoria condivisa e richiamato al rispetto del lavoro della commissione toponomastica.

Fratelli d’Italia: “Ideologizzata una questione che è solo da condannare”; Lega: “Dai compagni distinzione tra vittime”

All’indomani del consiglio attraverso tre note stampa hanno preso posizione a sostegno della mozione sia le due compagini della coalizione di Laura Chieli (Fratelli d’Italia e Futura), sia la Lega. Fratelli d’Italia ha parlato di “riconoscimento doveroso nei confronti di tutti gli Italiani istriani, fiumani e dalmati che furono sterminati, deportati ed esodati per mano di Tito. Dispiace – si legge ancora nel comunicato – che la mozione sia passata a maggioranza e non all’unanimità; addirittura con voti non di astensione bensì contrari da parte della sinistra. Di fatto si è ideologizzata una questione che è solo da condannare, senza se e senza ma. Siamo convinti che i morti ammazzati non abbiano colore e che lager, gulag e foibe facciano ribrezzo alla stessa maniera. Crediamo inoltre che la storia e la politica abbiano un preciso compito morale e non possano esimersi dal dare pari dignità di memoria  a tutti quanti”.

La portavoce di Sansepolcro Futura Meri Torelli ha criticato “i voti contrari degli altri partiti di opposizione” parlando di “occasione persa dalla nostra città per votare all’unanimità un riconoscimento, anche se tardivo, ad una pagina di storia per troppo tempo dimenticata. La barbarie umana non ha colore, razza o ideologia politica”. Per la Lega Nord Valtiberina “i compagni, tutti, Azione inclusa, non si sono risparmiati nel definire la richiesta nel suo complesso demagogica e inutile, creando così una netta distinzione tra vittime innocenti, e considerando le vendette dei partigiani di Tito meno gravi di altri terribili episodi avvenuti nel secolo scorso, dimenticandosi inoltre di tutti gli sfollati che hanno abbandonato le loro terre di Istria e Dalmazia, colpevoli solo di essere italiani, e accolti dalla loro Patria, come una malattia di cui fare volentieri a meno”.

Adesso: “Propaganda per accreditare Chieli presso la maggioranza e il suo partito”

Di tenore opposto le successive prese di posizione di Adesso e di Insieme Possiamo. Per il gruppo rappresentato in consiglio comunale da Rosalba Alberti “i morti ammazzati non gridano vendetta, come molto impropriamente ha dichiarato la consigliera Chieli, semmai hanno bisogno di una giusta memoria, di rispetto e riconoscimento. La richiesta peraltro non è stata suffragata da altri riconoscimenti per eccidi che si sono consumati sempre nello stesso drammatico periodo. Forse perché la mozione doveva servire ad altri scopi? Non sarebbe stato più consono, rispettoso e democratico intitolare una strada a tutte le vittime delle violenze dei regimi totalitari? Se questa mozione non è stata fatta in tal senso – ipotizza Adesso – è forse perché quella presentata doveva avere il solo scopo di accreditare la stessa consigliera presso la maggioranza e il suo gruppo di appartenenza, Fratelli d’Italia, che ne fa proprio un cavallo di battaglia della propaganda politica a livello nazionale? Abbiamo per questo opportunamente parlato di scelta demagogica. Come asserisce Massimo Cacciari le foibe, come molti altri eventi drammatici e violenti della seconda guerra mondiale, hanno bisogno del giusto ricordo, non della retorica”.

Insieme Possiamo: “Dimenticate l’italianizzazione e la pulizia etnica contro i civili jugoslavi attuate dal fascismo”

Insieme Possiamo, evidenziando che il fascismo “sin dal 1923 operò per l’italianizzazione e la pulizia etnica delle minoranze del confine orientale”, imputa al consiglio comunale di aver dimenticato che “il cimitero della città custodisce un sacrario con 446 urne zincate con i resti di altrettanti cittadini slavi, provenienti da tutte le zone dello stato balcanico, morti in Italia durante la guerra e la detenzione nei campi di concentramento”, che “nel campo di concentramento dei Renicci vennero reclusi nelle peggior condizioni fino al 1943 più di 10.000 civili jugoslavi, per lo più rastrellati dalle truppe italiane in Slovenia”; e che “se non ci fosse stato il fascismo, se non ci fosse stata la guerra, non ci sarebbero neanche state le vittime delle foibe”. Per la compagine di sinistra, il consiglio “pare però prestarsi facilmente alle strumentalizzazioni di Fratelli d’Italia, della peggior destra che vuol ricordare solo una parte della storia, solo alcuni eccidi, solo i cosiddetti martiri e non le vittime. Una destra che purtroppo così facendo è la migliore erede del momento più basso della nostra storia”. “Il nostro gruppo – conclude Insieme Possiamo – non si è mai sottratto alla valorizzazione della giornata del 10 febbraio, ma senza decontestualizzarla dal quadro storico. La storia è fatta di cause ed effetti. Analizzarne solo una parte significa strumentalizzarla”.

Anpi: “Le istituzioni collaborino a realizzare momenti di identità democratica”

In mattinata è arrivata anche la presa di posizione della locale sezione dell’Anpi, che in una nota firmata dalla presidente Patrizia Fabbroni si è rivolta “alle istituzioni per collaborare alla realizzazione di iniziative che possano essere reali momenti di cittadinanza condivisa e d’identità democratica”. L’associazione ha espresso l’auspicio che la scelta del consiglio comunale “sia l’inizio di di un percorso che veda l’amministrazione comunale impegnata in maniera fattiva e costante nel celebrare con eventi e convegni il 27 gennaio Giornata della Memoria e il 10 febbraio Giorno del Ricordo”, sottolineando che “la Regione Toscana, insieme agli Istituti storici della Resistenza e dell’età contemporanea, fin dai primi anni duemila ha organizzato annualmente corsi di formazione storica per docenti e studenti finalizzati alla partecipazione al Treno della memoria, al Viaggio del Ricordo e alle manifestazioni realizzate in queste giornate”.

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