Martedì scorso, presso la scuola elementare Collodi di Sansepolcro, si è tenuta una simbolica cerimonia legata ad una nuova iniziativa promossa dalla Commissione Pari Opportunità del Comune e dall’associazione Cultura della Pace. All’interno del rinnovato plesso in zona Campaccio è stato infatti collocato un pannello rappresentante tutte le nazionalità dei bambini presenti all’Istituto Comprensivo nell’anno scolastico che sta terminando.
Il progetto, che rientra nell’ambito del protocollo “Sansepolcro città inclusiva”, è stato realizzato dopo un iniziale rinvio dovuto all’emergenza sanitaria. Sul pannello sono riportate tutte le bandiere delle nazioni di appartenenza degli alunni iscritti alla scuola elementare. All’evento hanno preso parte il dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo, prof. Claudio Tomoli, il presidente dell’associazione Cultura della Pace Leonardo Magnani, la rappresentante della Commissione Pari Opportunità Souad Fadili e la consigliera comunale Meri Torelli, quest’ultima in rappresentanza dell’assessore Catia Del Furia assente per un’indisponibilità.
Nonostante l’imprevisto, la titolare della delega alle Pari Opportunità ha tuttavia recapitato ai presenti una lettera di ringraziamento con alcuni dettagli di questa iniziativa, frutto del lavoro svolto dalla Commissione per la redazione del Bilancio di Genere: “L’idea di costruire quella che voleva essere nelle intenzioni una sorta di “storia dell’accoglienza”, risale al 2017 quando, a seguito dell’approvazione del bilancio di genere, abbiamo appreso che la comunità biturgense ospitava fra i propri residenti cittadini provenienti da ben 70 differenti nazioni – scrive – Il dato negli anni successivi si è mostrato in crescita tanto che oggi le nazioni sono 77.”
Del Furia spiega inoltre che a seguito della sottoscrizione del protocollo “sono stati messi in atto progetti tesi a coinvolgere le comunità presenti a Sansepolcro fra i quali, prioritariamente, è stato dato spazio alla scuola da sempre simbolo di accoglienza per antonomasia. Purtroppo la pandemia ha impedito di realizzare molte iniziative che volevano essere momenti concreti di inclusione e soprattutto di confronto. Il Covid ha posticipato anche questo momento che oggi, con la sua realizzazione, ambisce essere un punto di partenza per un percorso di accoglienza come modo di porsi e di sentire in ogni contesto. L’auspicio è che i ragazzi e la le ragazze domani, entrando a scuola, trovino nelle bandiere dei propri paesi d’origine un caloroso benvenuto da parte dell’amministrazione e, con essa, della città intera.”