Quello della scuola è stato certamente uno dei settori maggiormente colpiti dall’emergenza sanitaria che stiamo vivendo, costringendo i ragazzi, i professori e il personale scolastico a cambiare le proprie abitudini e ad adattarsi a grosse e spesso mutevoli restrizioni. Mercoledì scorso però gli studenti di Sansepolcro sono finalmente potuti tornati in classe, lasciandosi alle spalle la didattica a distanza; almeno per il momento.
I dirigenti scolastici di Sansepolcro si sono detti unanimemente soddisfatti: “Indubbiamente per i ragazzi il rientro è stato estremamente positivo – commenta Claudio Tomoli, responsabile del Liceo Città di Piero e dell’Istituto comprensivo – Sono stati contenti di ritrovare tutti i compagni”.
Le scuole biturgensi si stanno impegnando a fondo perché le normative anti-Covid possano essere rispettate al meglio, garantendo la sicurezza per docenti e allievi. In molti casi la problematica più difficile da risolvere è però quella della mancanza di spazio: “In un palazzo storico come il nostro, non pensato inizialmente per essere una scuola, gli ambienti non sono enormi – spiega Giuseppe De Iasi, preside del Liceo Artistico Giovagnoli e dell’Istituto Professionale Buitoni – Inizialmente avremmo dovuto avere quattro classi sdoppiate, adesso ne abbiamo soltanto due. Entro oggi cercheremo di risolvere, ma almeno una per il momento dovrà rimanere divisa”. Col tempo e grazie alla possibile ristrutturazione dell’Istituto Professionale, lo spazio a disposizione potrebbe comunque aumentare.
Oltre agli ambienti ristretti, un altro scoglio da superare in questo inizio anno è quello della penuria di insegnanti. Un problema di certo non nuovo, ma che in periodo di pandemia finisce inevitabilmente col creare maggiori disagi rispetto al solito: “Abbiamo qualche problema organizzativo, perché non tutti i professori sono in presenza – afferma Tomoli – Per dividere le classi servirebbero più docenti.”
Qualora le aule non fossero in grado di garantire il distanziamento sociale, gli alunni e gli insegnanti saranno comunque tutelati mediante l’uso obbligatorio della mascherina e l’areazione degli ambienti. I dirigenti scolastici non si sono però limitati a seguire le direttive governative, ma hanno deciso di implementare queste ultime con ulteriori accortezze: “Abbiamo provveduto l’anno scorso a interiorizzare le norme anti-Covid: distanziamento, mascherine, liquido, segnaletica – ha detto Fabrizio Bianchi, preside del Liceo San Bartolomeo – Ci siamo impegnati parecchio, ma le nostre aule sono molto capienti e riusciamo a garantire oltre un metro di distanza. Abbiamo due vie d’accesso distinte alla scuola, all’ingresso controlliamo i Green Pass a docenti, personale scolastico, genitori, servizio di pulizia e alunni. Misuriamo la temperatura e abbiamo l’aula Covid”.
“Abbiamo richiesto un’autocertificazione a tutti gli studenti – racconta De Iasi – Essendo stati due mesi lontani dall’istituto, ci siamo voluti tutelare. L’ingresso delle prime poi è stato posticipato, così da poterci dedicare solo a loro in un giorno così speciale”. Inoltre, in molte scuole i primi mesi saranno dedicati a un approfondimento del programma dell’anno scorso, in modo da colmare le inevitabili lacune andatesi a creare per via della didattica a distanza.
Istituti professionali e licei artistici, che basano gran parte delle loro attività sull’esercizio pratico, sono state indubbiamente le tipologie di scuola più danneggiate dalla DAD. Il preside De Iasi ha però spiegato come siano riusciti a fare di necessità virtù: “Alcuni dei nostri laboratori avevano bisogno di qualche lavoro e abbiamo sfruttato il periodo di didattica a distanza per rimetterli in sicurezza. Era mia premura che i macchinari fossero efficienti. Abbiamo investito migliaia di euro nella sede centrale e in quella di Anghiari. In più l’anno scorso abbiamo acquistato molti libri di testo e pc portatili per aiutare i ragazzi a casa, che ora vanno ad aumentare la dotazione dell’istituto”.
“Cerchiamo di tenere alto il livello di attenzione, ma vogliamo anche rasserenare la comunità scolastica – ha detto infine Bianchi – Abbiamo rispettato le regole in zona rossa, ma quest’anno siamo ripartiti al 100% in presenza perché è la modalità decisamente migliore. Prendiamo però tutte le precauzioni e teniamo gli occhi aperti. Il pericolo è dietro l’angolo e non dobbiamo pensare di essere salvi”.