Nonostante le purtroppo scontate difficoltà legate all’emergenza sanitaria mondiale, l’associazione Amici del Fumetto di Città di Castello è riuscita a dare vita ad una mostra di qualità elevatissima e in massima sicurezza: solo nel primo weekend sono stati più di mille i visitatori provenienti dall’intero stivale, più di ottanta i collezionisti d’arte che hanno passeggiato tra le opere esposte e di grande importanza è stata la presenza di personalità di rilievo come Gabriele Dell’Otto e Vincenzo Mollica, che ha dedicato anche una poesia all’ospite centrale di questa edizione del Tiferno Comics. Simone Bianchi è infatti l’artista a cui è dedicata la mostra, le cui opere, in mostra presso il di per sé suggestivo Palazzo Vitelli di Sant’Egidio, sono dedicate ad eroi e supereroi di cui certe volte ha rivisitato il concetto mescolandolo alla venerabile produzione rinascimentale, come nell’esemplare “Lo sposalizio 3.0”.Interessante prospettiva, quest’ultima, affrontata anche dal tifernate Alessandro Bacchetta a cui è dedicata la collaterale dal titolo “Raffaello, da Roma a Città di Castello. Dalla morte all’adolescenza”, organizzata dall’artista in collaborazione con la casa editrice “Kleiner Flug” di Firenze e visitabile presso la Sala del Camino di Palazzo Vitelli. Le oltre 30 tavole esposte sono infatti tratte dalla graphic novel “Raffaello”, pubblicata per gli stessi tipi nel 2015, in cui il medium fumetto si unisce all’interesse biografico seguendo e ripercorrendo a ritroso, con delle tavole dalle tinte lievi e soavi, le tappe della vita di questo artista che prima della morte passò e si fermò anche a Città di Castello.
Abbiamo parlato con il promettente autore che ci parla così di questa esperienza tanto più emozionante poiché rappresenta un ritorno nella propria terra: «Quella di quest’anno non è la prima volta che collaboro con gli Amici del Fumetto: la mia prima mostra in assoluto è stata con loro (su Pinocchio, nel 2010, assieme a Massimiliano Frezzato) e sempre con loro ho presentato la mia prima graphic novel, “Una stanza tutta per tre”, nel 2013. Per me è un grande piacere, anche perché Tiferno Comics è diventata ogni anno sempre più grande, raggiungendo una dimensione difficilmente immaginabile non solo ai tempi della prima edizione, ma anche solamente una decina di anni fa. Adesso è, molto semplicemente, una delle migliori mostre di fumetto a livello nazionale: l’esposizione di Simone Bianchi, sia per qualità delle opere che per allestimento, lo palesa meglio di qualsiasi parola. Raffaello, la mia seconda graphic novel, è stata pubblicata da Kleiner Flug nel 2015: uscì in contemporanea con l’edizione di Lucca Comics di quell’anno. Da lì in poi ha preso vita propria, anche grazie al punto vendita del Pantheon. Nel 2020 la casa editrice (in particolare Elia Munaò), col mio pieno appoggio, ha lavorato parecchio per diffondere questo libro il più possibile: abbiamo fatto del nostro meglio, nonostante l’emergenza Coronavirus. Tanti lo hanno recensito, è stata organizzata una mostra al PAFF! di Pordenone, è stato in vendita alla mostra su Raffaello alle Scuderie del Quirinale. E da lì è tornato a Città di Castello, che poi è anche il titolo della mostra (“Da Roma a Città di Castello”), un’esposizione che propone le tavole non seguendo l’intreccio del libro, bensì in ordine cronologico opposto, e cioè dalla morte dell’artista ai suoi inizi nella nostra città. In attesa delle celebrazioni ufficiali (da noi rimandate al 2021), sono contento che quest’evento possa rendere omaggio a Raffaello. In questo libro, che ha avuto una diffusione a livello nazionale, Città di Castello occupa la prima parte della storia, un intero capitolo. È importante rimarcare l’importanza del nostro paese nella vita dell’urbinate, perché troppo spesso viene sottovalutata, o affiancata da fantasiose mistificazioni: è uno dei motivi, non il principale né l’unico, che mi hanno spinto a voler raccontare Raffaello».