Sono oltre duecento le berrette di lana realizzate dall’associazione Una valle di donne e destinate agli alunni delle scuole elementari che partecipano al progetto Pedibus, curato dal comitato Nessunisola. Ieri sera, nella sede del gruppo fondato da Vania Raspini, i variopinti copricapo sono stati ufficialmente consegnati alle rappresentanti del comitato, che nei prossimi giorni organizzeranno la distribuzione ai bambini.
“La realizzazione delle berrette – ci ha spiegato Vania Raspini – ha impegnato circa una sessantina di donne. A progetto iniziato sono arrivate le restrizioni per la seconda ondata, che hanno reso complicato procurarsi la lana, comunque siamo riuscite a rifornirci e a portare avanti il lavoro”. I copricapo, che hanno ponpon realizzati ciascuno in uno dei tre colori della bandiera italiana, sono tutti fatti a mano tranne dieci, in cashmere, che sono stati donati dalla ditta Arrivabene. Vania Raspini, insieme ad Anna e Cruz, altre due rappresentanti di Una valle di donne, ha consegnato gli scatoloni con i cappelli invernali a Cristina Falleri e Laura Giovannacci di Nessunisola, che hanno ricordato le caratteristiche del progetto Pedibus: protagonisti ormai più di sessanta bambini che ogni mattina, accompagnati da volontari, si recano a piedi nelle scuole elementari cittadine dai due punti di ritrovo di Porta Fiorentina e Porta Romana.
Quella delle berrette è solo una delle numerose iniziative che le socie di Una valle di donne stanno curando dopo il lunghissimo e ormai celebre Tappeto dei ricordi e in vista del nuovo grande progetto di una tovaglia. Tra le altre idee portate avanti c’è per esempio la realizzazione di crucce appendiabiti per i negozi del centro storico (“Ne abbiamo consegnate una cinquantina e stiamo continuando a realizzarle. Noi le chiamiamo stampelle, e allora l’auspicio è che aiutino un po’ a reggere la nostra economia”, commenta Vania Raspini). Ancora, alcune donne hanno realizzato dei presepi sempre per le vetrine del centro, anche se “per quest’anno – spiega la presidente dell’associazione – abbiamo dovuto rinunciare al progetto di un grande presepe che non abbiamo potuto fare non potendo venire a lavorare in sede per le restrizioni”. Una sede, quella di Una valle di donne, messa a disposizione dalla nuova proprietà della ex Cose di Lana, nei locali al primo piano dell’edificio che ospitava la storica azienda biturgense.
Una ulteriore iniziativa di Una valle di donne riguarda l’albero posto sotto le logge di Palazzo delle Laudi: “Abbiamo rivestito un albero morto di centrini all’uncinetto – racconta Vania – e abbiamo appeso ai rami degli acchiappasogni o scacciapensieri, sempre rigorosamente fatti a mano, sperando che aiutino a scacciare i tanti pensieri di questo anno difficile e a realizzare i sogni di ciascuno. Per questo l’appello è che tutti ci leghino con un nastrino un piccolo campanellino ed esprimano un desiderio. Più saranno e più sarà bello sentire il suono dei campanellini mossi dal vento”.