Polcri: “La nostra una maggioranza coesa che ha saputo risanare il bilancio”

Il sindaco uscente di Anghiari: “Critiche all'amministrazione basate su non verità. Checcaglini calato dall'alto, laboratorio di Bianchi costola del Pd. Al lavoro per una cittadina smart”

Alessandro Polcri

Alessandro Polcri si ripresenta alle urne al termine del proprio primo mandato guidando la lista civica “Polcri sindaco”. Nell’intervista a TeverePost ha affrontato le principali tematiche emerse durante questa campagna elettorale e illustrato i progetti per la prossima legislatura.

Gli avversari contestano all’amministrazione uscente di essere stata poco presente per cinque anni e di essersi risvegliata solo in campagna elettorale.

Questa è una narrativa sbagliata. Per i primi tre anni del mio mandato sono stato un sindaco molto presente, h24 tutti i giorni dal lunedì al sabato e anche la domenica. Nel periodo della pandemia è notorio a tutti che mi sono speso per i miei cittadini e c’è stato un riconoscimento unanime per la gestione di quella fase. In più negli ultimi anni abbiamo istituito la Consulta dei cittadino, nominando un referente per ogni frazione o casa sparsa. Questa è una cinghia di trasmissione fra la politica e il territorio che ha avuto un effetto positivo perché il cittadino che vive quel territorio conosce le problematiche e il comune può risolverle. La partecipazione è stata forse una delle deleghe in cui abbiamo avuto maggiore soddisfazione. Anche il risveglio nell’ultimo mese è una non verità: chiunque conosce come funziona la pubblica amministrazione sa benissimo che per arrivare a un cantiere ci vuole un lavoro di almeno tre anni. Il cantiere è il momento in cui i lavori pubblici si vedono, ma c’è un lavoro pregresso altrettanto importante. Dopodiché questa è stata l’amministrazione dell’emergenza, perché quando siamo entrati nel 2016 abbiamo trovato un ente finanziariamente debole, che non aveva risorse. Dunque i primi tre anni abbiamo messo il freno a mano e cercato di risanare un bilancio che era messo molto male, per cui non avevamo capacità mutuatoria e solo negli ultimi tre anni abbiamo preso i primi mutui. La precedente amministrazione non prendeva mutui per la opere pubbliche, non faceva cioè debito buono, ma faceva debito cattivo per pagare le spese di funzionamento, i lavoratori, le convenzioni, le cooperative.

Viene tuttavia obiettato che questi problemi non erano stati sollevati dall’opposizione durante la scorsa legislatura e nella relazione di inizio mandato all’avvio del quinquennio attuale.

Nella relazione di inizio mandato c’è scritto che non c’erano debiti fuori bilancio, ma qui il problema erano i debiti dentro il bilancio, perché quando siamo arrivati nel 2016 dopo pochi mesi ho firmato un accordo transattivo per un decreto ingiuntivo. Non credo che sia normale che un ente si faccia fare un decreto ingiuntivo per degli impagati, poi in questo caso c’era un elemento ulteriore, non si pagava la cooperativa che gestiva la residenza Martini, con gente senza stipendio per mesi. Nel 2016 non avevamo le sostanze per poterli pagare, abbiamo fatto un piano di rientro da gennaio a giugno 2017 e abbiamo chiuso quella situazione. C’è poi una sentenza della Corte dei Conti che nel 2019 dichiara che il rendiconto degli ultimi anni dell’amministrazione La Ferla aveva forti criticità, tant’è vero che nel 2019 in consiglio comunale – e il Movimento 5 Stelle fu il primo a spingere su questo tema – abbiamo ripianato 170.000 euro di debiti, questi sì fuori bilancio, perché in qualche modo c’erano evidenze contabili sbagliate, che abbiamo recuperato nel triennio 2019-2021. Ho inoltre trovato una circolare interna nel 2013 che parlava di una situazione di cassa carente, non c’erano i soldi per pagare stipendi, convenzioni, erano a rischio le coperture di bilancio. Se uno va a guardare, in tutti i cinque anni dell’amministrazione La Ferla al 31 dicembre sono state prese anticipazioni di cassa, facendo cioè fronte alle spese di funzionamento con un mutuo con la banca. Solo dal mio bilancio, quindi dal 2016, sono riuscito a recuperare 800.000 euro di fondi perenti che erano andati in regione per la scuola media e con quelli sono riuscito piano piano a rimettere in equilibrio la cassa. D’altra parte basta parlare con i fornitori per sapere come pagava prima l’amministrazione e come paga ora.

La campagna elettorale del 2016 e quella attuale presentano molte differenze, quali sono le principali?

Nel 2016 c’era un’amministrazione uscente con grosse difficoltà e una classe dirigente che aveva maturato al proprio interne forti divisioni che poi si sono riverberate anche nei cinque anni di opposizione. Da questo punto di vista la situazione oggi è identica, perché Anghiari Unita, che io ho ribattezzato Anghiari disunita, vede al proprio interno una parte del Partito Democratico legata alla segreteria di Barbara Croci, ma un’altra parte di quella classe dirigente oggi si ritrova nel laboratorio civico di Danilo Bianchi, che di fatto è una costola del Pd. Cinque anni fa c’era poi il Movimento 5 Stelle che stava crescendo nei consensi, e i voti che prese Paolo Gaggiottini anticiparono l’exploit delle europee successive. Oggi il M5S è politicamente depotenziato a livello nazionale, mentre a livello locale ci sono degli interlocutori, ma ascoltando l’opinione della piazza si percepisce che anche quello non è un blocco monolitico, perché una fetta importante di elettori non ha ben visto l’operazione calata dall’alto di Mario Checcaglini. E poi ci siamo noi, una lista civica che ha fatto un percorso di cinque anni finendo con gli stessi consiglieri con cui aveva iniziato. Penso sia raro che un’amministrazione mantenga una continuità del genere, se si guarda nelle realtà limitrofe spesso i problemi sono nati propri all’interno delle maggioranze. Noi ci siamo dimostrati molto coesi, abbiamo mantenuto la barra dritta e ora ci apriamo ai prossimi cinque anni con l’apporto di persone nuove, visto che in lista abbiamo per il 50% la vecchia maggioranza e per il 50% persone nuove.

Quali sono i principali obiettivi per la prossima legislatura?

Partiamo da alcune cose che sono andate molto bene, come gli Uffizi diffusi: siamo tra i primi comuni ad aver sperimentato questa formula, abbiamo un contratto che potenzialmente può arrivare a cinque anni, siamo sede distaccata di uno dei principali musei del mondo e anche la promozione del territorio viene fatta direttamente dalle Gallerie degli Uffizi. Altro punto cardine del nostro piano è l’elemento demografico, perché da qui al 2050 i piccoli comuni come il nostro rischiano praticamente di sparire. Dobbiamo preservare determinati servizi affinché Anghiari sia attrattiva e per questo abbiamo 12 punti programmatici, partendo però dall’evidenza che negli ultimi anni Anghiari ha mantenuto il numero dei residenti e addirittura c’è stato un aumento: numeri molto limitati, ma vuol dire cambiare verso e questo è essenziale perché mantenere il numero di abitanti significa mantenere servizi come scuola, asilo nido, residenza per anziani. Per fare questo abbiamo sperimentato nel 2020 e 2021 il bonus genitori, un contributo per tutti i bambini da 0 a 6 anni indipendentemente dalla situazione economico-patrimoniale; e un contributo sugli affitti per le giovani coppie under 40 per rendere Anghiari attrattiva, visto che nei territori vicini come Citerna o San Giustino i costi sono più bassi. Poi ci sono le tecnologie: Anghiari è capofila per quanto riguarda la stesura della fibra ottica su tutto il territorio, sono stati stesi già 88 chilometri di fibra per 1,6 milioni di investimento che consentirà un domani a tutte le aziende e le famiglie di avere la connessione fino a 1 giga, un passo molto importante per far diventare Anghiari una cittadina smart. Un altro elemento sono gli insediamenti produttivi, e da questo punto di vista siamo stati la prima amministrazione che all’interno dei cinque anni del mandato, compresa la pandemia, ha completato l’iter del regolamento urbanistico dall’avvio del procedimento all’approvazione definitiva. Ulteriore fattore strategico è il Pums, il Piano unitario della mobilità sostenibile. Mentre finora per camminamenti, marciapiedi, ciclovie, nuovi accessi si ragionava su una logica puntuale, per la prima volta ci sarà la stesura di un piano che ha valenza per i prossimi 10 anni e prevede una valutazione d’insieme dei bisogni. Tutto quello che riguarda la mobilità verrà inserito in questo piano che permetterà un domani di ottenere anche finanziamenti. Già oggi il comune di Anghiari è uno dei primi in Valtiberina ad essere stato assegnatario delle risorse del PNRR, visto che abbiamo ottenuto 230.000 euro, di cui 50 destinati alla scuola media e gli altri 180.000 proprio al Pums.

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