Proseguono gli approfondimenti politici di TeverePost in vista di un 2021 caldissimo nel quale saranno chiamati al voto i principali comuni dell’Alta Valle del Tevere. Per quanto riguarda lo scenario di Sansepolcro, sicuramente uno dei più intriganti dove c’è ancora tanto da capire in termini di alleanze e di possibili candidati alla poltrona di primo cittadino, la nostra redazione ha raggiunto telefonicamente Giuseppe Pincardini, portavoce del gruppo civico Cittadini per Sansepolcro, per commentare le ultime tematiche di attualità e fare un’analisi di quello che è stato l’operato dell’attuale amministrazione comunale.
A pochi mesi dalla conclusione del mandato, come giudica l’operato di Mauro Cornioli?
Innanzitutto credo che per un’analisi corretta si debba prendere in considerazione non solo il sindaco ma l’intera amministrazione. Riguardo alla giunta, ad esempio, credo che la squadra di assessori si sia dimostrata più che valida nel portare avanti i rispettivi incarichi con impegno e competenza. Qualche volta hanno trovato difficoltà su certe tematiche, ma credo anche che un ruolo ‘ingombrante’ in alcuni ambiti lo abbia spesso avuto il sindaco: la sensazione è che alcuni suoi amministratori non siano stati valorizzati pienamente se non addirittura messi in ombra.
Questi cinque anni di amministrazione li definirebbe positivi o negativi?
Alcune cose sono state positive, altre hanno incontrato delle criticità. Tra le note liete c’è stato il ritorno della Compagnia carabinieri, la messa a norma del palazzetto e l’adeguamento di altri impianti sportivi; poi vi sono state anche la creazione della bretella per lo scorrimento del traffico sulla nuova rotatoria, le telecamere di videosorveglianza, ma anche il complesso iter burocratico del secondo ponte. Non ultimi i risultati di Comune Europeo dello Sport e il recente riconoscimento per gli orti sociali.
Ma non è stato tutto rose e fiori, anzi. Da un punto di vista industriale, ad esempio, si poteva forse favorire maggiormente tutte quelle forme di incentivazione all’insediamento per chi volesse fare impresa nel nostro territorio, con conseguente creazione di posti di lavoro. Anche dal punto di visto commerciale si poteva fare molto di più, e la situazione del centro storico è sotto gli occhi di tutti: la pandemia ha accentuato fortemente una serie di problemi atavici che con il passare delle amministrazioni sono stati affrontati solo in modo parziale. In realtà servirebbe un progetto di rilancio serio che ci permetta di reinventare il centro, magari cambiando volto all’aspetto commerciale con l’introduzione di prodotti tipici locali, cominciando a riutilizzare fondi, locali sfitti e quant’altro per valorizzare i lavori di un tempo e l’artigianato. Sarà importante che chiunque vada ad amministrare inserisca tra i punti più importanti il centro storico.
Un altro aspetto che andava curato con maggiore attenzione è quello turistico. A onore del vero di cose ne sono state fatte, penso all’esternalizzazione dei servizi del museo che secondo me è stata un’intuizione importante, ma poi è rimasta una cosa fine a sé stessa. Gli afflussi sono cresciuti e i costi gestionali sono stati abbattuti, ma la gente continua a venire a vedere le opere Piero senza trattenersi in centro. Serve investire ancora di più sull’aspetto promozionale ed essere più accattivanti per invogliare le persone a fermarsi. Un’ultima riflessione va al decoro: bisognava forse incidere di più su certe aree, centro compreso.
Parco commerciale e Casa della salute: qual è la vostra posizione sulle due tematiche del momento?
Riguardo alla Casa della salute sappiamo innanzitutto che la zona è stata scelta dagli stessi medici che vi operano all’interno. A nostro avviso non è fondamentale l’ubicazione quanto la funzionalità e la sicurezza della struttura, che deve rispondere alle esigenze e criticità dei cittadini in modo efficace e sicuro soprattutto in questo periodo. Aspetti, questi, che però vanno visti e concordati con i medici che operano là.
Riguardo al parco commerciale, nel 2004 è stata approvata una variante al piano regolatore che prevedeva la trasformazione dell’area industriale in commerciale per un 30%, passato successivamente al 15% e infine al 20%. Viene da sé che in tale area, oggi, è presente un commerciale e questo è un dato inconfutabile. Il vero aspetto da mettere in luce è che utilizzare quest’area per riproporre una copia dei servizi commerciali che già abbiamo avrebbe poco senso e non farebbe bene al centro storico che già sta accusando problemi. Il discorso sarebbe diverso se in tale area venissero portati servizi fino ad oggi non presenti oppure se arrivassero grandi marchi che possano fare da traino per l’economia locale.
La lista Cittadini per Sansepolcro sarà presente alle prossime amministrative? Se sì, in quale coalizione?
La nostra intenzione è quella di ripresentarci. In questi cinque anni ci siamo fatti conoscere, abbiamo lavorato per il paese e abbiamo cercato di affrontare tematiche locali importanti attraverso i nostri confronti pubblici. A differenza di altre liste che spuntano all’ultimo minuto per raccattare frettolosi consensi, e magari già destinate a sparire nel caso in cui non riuscissero ad eleggere rappresentanti, noi ci siamo dati da fare. Riguardo alla coalizione è ancora tutto da vedere, la politica locale è molto diversa da quella nazionale, e le nostre scelte saranno fortemente legate ai seguenti fattori: il primo è il programma, il secondo è ovviamente rappresentato dal candidato sindaco e dalla sua squadra. Aggiungo un’altra considerazione, ossia che in questo momento si sta cercando fin troppo di indirizzare l’aspetto politico verso il bipolarismo. Non ci dobbiamo scordare che a Sansepolcro c’è una forte componente civica che sì è aperta ai partiti, ma che nell’ultima legislatura ha saputo radicarsi in modo autonomo. Per questo ritengo assai probabile che possa presentarsi un terzo polo. Questi aspetti verranno chiariti verso febbraio/marzo quando, Covid permettendo, si scopriranno le carte in tavola con i nomi di coloro che vorranno candidarsi.
Nel frattempo Cornioli non ha ancora reso note le sue intenzioni. Secondo lei si ricandiderà?
Quella di Cornioli è una situazione abbastanza difficile da interpretare. Credo che un sindaco, dopo il primo mandato, abbia intenzione di fare anche il secondo per portare avanti certi obiettivi non ancora portati a conclusione. Bisognerà vedere se ci sono le condizioni per farlo, visto che negli ultimi tempi abbiamo assistito ad una conflittualità interna nella maggioranza. Sappiamo che il vicesindaco Galli si è dimesso per motivi di lavoro e familiari: una scelta giusta e sacrosanta che non contestiamo, tuttavia la sensazione è che a sette mesi dalla fine del mandato si potesse fare un ultimo sforzo per concludere il percorso e non creare la confusione che poi c’è stata. L’ingresso della consigliera Bartolo, oggi nel Gruppo misto, è un’ulteriore elemento che indica come nella maggioranza stiano prendendo campo delle divisioni. Resta ora da capire se il sindaco riuscirà a ricucire questi strappi e ad avere i numeri per tentare un nuovo mandato. Sugli altri fronti, vedo un polo di centrosinistra abbastanza compatto e un centrodestra che avrà dalla sua l’importante risultato ottenuto nell’ultimo appuntamento alle urne.
La vostra è una lista nell’orbita del centrodestra. Avete avuto contatti con le altre forze locali?
Ancora non abbiamo avuto contatti ufficiali, né tantomeno abbiamo intavolato trattative per costituire alleanze e obiettivi comuni. In questo momento ci stiamo concentrando su un primo importante obiettivo che è quello di stilare un programma elettorale ben fatto e ragionato dove mettere in evidenza le priorità per i prossimi cinque anni. Terminato questo passaggio, saremo pronti ad interloquire con le forze che vorranno condividere i nostri temi e proposte. Come ho detto prima, l’altro aspetto fondamentale saranno i componenti della squadra: nel nostro caso specifico possiamo contare su un bel gruppo di persone dalle ottime potenzialità e pronte per mettersi al servizio della città.
Alcuni esponenti politici hanno parlato in questi anni di una serie di limitazioni che riguarderebbero le liste civiche da un punto di vista organizzativo ed operativo. Come replica a queste osservazioni?
Ovviamente sono in completo disaccordo con queste analisi. Per prima cosa nulla vieta alle liste civiche di sistemarsi in coalizioni miste con i partiti tradizionali, quello che conta è soprattutto l’affinità nei programmi. Quello su cui proprio non mi trovo d’accordo sono i sedicenti ‘limiti organizzativi’ che avrebbe una lista composta da cittadini che fanno politica per passione. In realtà, nella sfera locale, le strutture con più limiti sono gli stessi partiti tradizionali, considerando il fatto che prima di prendere qualsiasi decisione devono confrontarsi con le varie segreterie. Al contrario, i progetti civici godono di totale autonomia e agiscono nell’esclusivo interesse del proprio territorio senza legami ad una struttura fortemente vincolante. Quella dei partiti, soprattutto negli ultimi anni, è stata una politica poco incisiva e poco costruttiva, fatta di attacchi strumentali e caratterizzata da una mancanza di presenza sul territorio evidente. Proprio per questo ritengo che i progetti civici giocheranno ancora una volta un ruolo fondamentale nella politica di Sansepolcro.