Dopo un lungo periodo preparatorio è iniziata l’operazione di catalogazione, digitalizzazione e restauro dell’archivio storico del Comune di Pieve Santo Stefano, composto da oltre 1.000 faldoni. A darne notizia è l’amministrazione comunale della città del Diario in una comunicazione ufficiale nella quale sono stati resi noti dell’operazione, definita “Importante e imponente, resa possibile grazie all’opera volontaria di un gruppo di pievani che hanno sviluppato interesse per la storia del territorio e che hanno acquisito competenze tecnico scientifiche per portare avanti il lavoro.”
A coordinare le attività, costantemente monitorate dalla soprintendenza archivistica della Toscana, l’assessore alla cultura Luca Gradi. “Pieve Santo Stefano, il paese dei diari e della Memoria, non poteva non intervenire per salvaguardare la propria storia, già così pesantemente martoriata da ben due distruzioni, quella della alluvione del 1855 e quella provocata dai tedeschi in ritirata nell’agosto del 1944.”
“Si tratta di un’operazione importante – spiega Gradi – che al termine porterà l’intero archivio storico ad essere fruibile almeno digitalmente da tutti e, nel contempo, metterà al sicuro i faldoni documentari più compromessi dal tempo. Tutto questo progetto e in particolare il primo stralcio è stato controllato ed autorizzato dalla Soprintendenza che ha valutato positivamente l’opera e che sta fattivamente collaborando con volontari e Comune.”
I primi investimenti sul progetto riguardano l’acquisto di uno scanner “planetario” professionale che permetterà di scansionare in profondità tutti i documenti, l’acquisto di un portatile di ultima generazione per la gestione dello scanner, l’acquisto di faldoni in cartone “acid free” per la conservazione dei documenti, un primo stock di restauro composto da 13 faldoni interi che verranno recuperati e restaurati dalla ditta “Memorie di Carta” di Mastriforti Stefano, fra i più esperti restauratori nel panorama italiano.
“Non possiamo poi non menzionare e ringraziare il Centro Studi Storici e Ricerche Archeologiche di Pieve – aggiunge Gradi – e soprattutto gli splendidi volontari pievani che si stanno impegnando in questo progetto, capeggiati dall’ingegner Augusto Agostini e da Elda Fontana della Biblioteca storica privata Pannilunghi/Fontana. Un gruppo di persone eccezionali che mettono a disposizione il loro tempo per un’operazione che richiederà qualche anno. Per ultima, ma non certo per importanza, ringraziamo la “Fondazione C.R. Firenze” , sempre sensibile sui temi culturali e in particolare del recupero di beni storici, che ci ha fornito della necessaria dote finanziaria per poter dare il via ai lavori e agli investimenti.”