Si è svolto venerdì presso la Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo un convegno sul tema della ferrovia Arezzo-Sansepolcro. L’iniziativa, moderata dal consigliere provinciale Marco Morbidelli, è stata aperta dalla presidente dell’ente Silvia Chiassai Martini, che ha definito “fondamentale riprendere un progetto che giace negli armadi della nostra Provincia da molti anni” e potrebbe costituire “un esempio di infrastruttura moderna con risvolti molto importanti per l’economia del nostro Paese”. Per Chiassai è necessario “sfruttare l’occasione dei fondi del PNRR”, con la politica che “deve farsi trovare pronta e dimostrare di essere all’altezza”.
Spazio quindi alle relazioni tecniche, a cominciare da quella dell’ingegner Paolo Bracciali, dirigente del settore viabilità e lavori pubblici della Provincia. Bracciali ha evidenziato come il collegamento tra Arezzo e la Valtiberina costituirebbe una “cerniera fondamentale tra est e ovest ma anche tra nord e sud e quindi uno scambio ad alta velocità di passeggeri e merci” che garantirebbe “sviluppo a tutto il Centro Italia. Non si parla più di livello locale ma almeno nazionale”, ha commentato il relatore, che ha poi evidenziato come Arezzo diventerebbe “uno snodo fondamentale” di “un sistema intermodale che va a integrare mobilità dolce, su gomma e su ferro”, nell’ottica del completamento della E78 e della realizzazione della Due Mari ciclabile. In chiusura di intervento, il dirigente del settore viabilità ha spiegato che gli uffici sono al lavoro “per mettere a disposizione degli enti competenti una proposta progettuale conforme agli standard recentemente approvati nell’ambito del PNRR”.
Il geometra Carlo Fiordelli, responsabile del servizio viabilità, ha illustrato più nel dettaglio le ipotesi progettuali, che riguardano “una ferrovia di circa 25 chilometri a doppio binario e scartamento normale, con una velocità massima di 200-220 chilometri orari”, il cui percorso “parte dalla zona dell’Europlex e si sviluppa verso la Valtiberina per la strada più corta”. Cioè con un tratto in galleria che “supera le colline sopra il Chiaveretto, sbuca nella valle della Sovara e rientra in galleria fino a San Leo, per poi attraversare la pianura di Sansepolcro, il Tevere e la E45”. Eccoci così alla nuova stazione di Sansepolcro, “che avrà un’importanza strategica – ha detto Fiordelli – perché qui si biforcano la linea verso Perugia, che con il PNRR verrà rimessa a posto, e la linea ancora non esistente verso San Marino, Rimini e da lì verso il nord”. Il relatore ha precisato che “collochiamo la stazione, posta dal piano regolatore di Sansepolcro in zona San Paolo, in un punto strategico collegato a strade e piste ciclabili. È pensata come una stazione passante, cioè con il treno a quota campagna, mentre tutte le strutture necessarie sarebbero al primo piano”. La stazione sarebbe dotata di tetti piantumati e realizzata in corten e legno, in modo da “coniugarsi molto bene con il paesaggio di Sansepolcro”.
Il successivo intervento del dottor Moreno Castellucci ha sottolineato l’importanza di quella che ha chiamato la “Transappeninica del Centro Italia”, che da Sulmona si collega con il nodo di Arezzo e che attraverso Sansepolcro va verso Mestre e da lì verso l’Europa. Anche nell’ottica di “cambiare il paradigma della mobilità: non è possibile che oggi il 95% dei trasporti avvenga su gomma e solo il 5% su ferro – ha detto – Siamo tra gli ultimi in Europa e andare avanti in questa maniera non è più sostenibile, dobbiamo ribaltare tutto. Il PNRR è un’occasione unica e irripetibile, passato questo treno non ne passeranno altri”.
A seguire hanno preso la parola gli esponenti politici, tra i quali doveva essere presente anche il presidente della Regione Eugenio Giani, poi trattenuto al G20 a Firenze. Il sindaco di Arezzo Alessandro Ghinelli, dopo aver invitato a “rimanere con i piedi per terra” sottolineando la complessità del progetto, ha detto che “sarebbe una grande cosa se riuscissimo a stabilire un corridoio infrastrutturale e a disegnare il tracciato e le infrastrutture a terra e questo venisse finanziato con il PNRR”. Ghinelli ha poi ribadito di “sposare completamente la tesi della riduzione dell’impronta della CO2 nell’atmosfera con una ferrovia” e ha commentato che “sarebbe importantissima una ferrovia che, oltre naturalmente al trasporto persone, attraesse su di sé una parte del trasporto merci in direzione trasversale”.
Il primo cittadino di Sansepolcro Mauro Cornioli ha brevemente ripercorso la storia della ferrovia Arezzo-Fossato di Vico e dei progetti di ricostruzione, ha toccato i temi delle infrastrutture stradali e ciclopedonali e si è soffermato sullo spostamento della stazione, prima di concludere l’intervento con l’augurio che “il regime burocratico che ci incatena sia semplificato” e che “questo sogno diventi realtà”, visto che “quello che ieri era impensabile oggi è possibile”.
“L’Europa stessa ci chiede questi investimenti, perché ci chiede riforme strutturali legate alla qualità della spesa pubblica, al sociale, all’economia”, ha detto il consigliere regionale Gabriele Veneri, che si è poi impegnato “a sostenere il progetto nella commissione Europa del consiglio regionale” di cui fa parte.
Prima della chiusura dei lavori è intervenuta anche la senatrice Tiziana Nisini, che ha detto che quello al centro del dibattito è “un progetto che piace a tutti perché è importante per le aziende, a cui servono infrastrutture per ripartire, e per il turismo”. Secondo Nisini, comunque, “bisogna uscire dal mantra secondo cui il PNRR è l’ultimo treno: mi sto interfacciando con il viceministro Morelli – ha riferito Nisini – e da qui al 2027 ci saranno molti altri finanziamenti a disposizione del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti che saranno utilizzati per progetti lodevoli. Sta al livello locale muoversi in sinergia portando avanti progetti concreti”.