“Ci vediamo costretti per il secondo anno consecutivo ad annullare il Palio della Vittoria, evento a cui tutti noi teniamo tantissimo”. Queste le parole con cui il presidente Valter Capacci, in nome e in rappresentanza dell’Associazione Culturale Palio della Vittoria e della Magistratura del Palio, ha ufficializzato una decisione che già da qualche giorno era nell’aria. La situazione generale relativa all’emergenza sanitaria dovuta al Coronavirus, in Italia e nel nostro territorio, è per fortuna in netto miglioramento, ma le caratteristiche del Palio della Vittoria, le incertezze di questo periodo e l’impossibilità di mettere in moto in tempi così ristretti la macchina organizzativa, hanno indotto l’Associazione a rimandare tutto al prossimo anno. Il Palio non si era disputato sempre a causa del Covid-19 nemmeno nel 2020 e l’ultima edizione resta quindi quella di due anni fa che aveva dato il successo a Milano grazie alla splendida performance di Salvatore Gambino.
Il Palio della Vittoria si sarebbe dovuto svolgere ad Anghiari martedì 29 giugno, in memoria della storica battaglia combattuta nel 1440 e vinta dai fiorentini sui milanesi, che divenne celebre anche grazie alla misteriosa opera di Leonardo Da Vinci. Non sussistono però i tempi tecnici nemmeno le condizioni per pensare allo svolgimento di una manifestazione che ogni anno porta ad Anghiari tantissime persone (atleti, cortei storici, istituzioni e appassionati).
Il Palio della Vittoria, come indicato dal presidente Valter Capacci, “mancherà a noi che facciamo parte del Comitato Organizzatore, mancherà ad Anghiari e mancherà a tutto il territorio perché in molti aspettano sempre con trepidazione il 29 giugno. È una decisione dolorosa e sofferta, ma necessaria e condivisa. Non è possibile svolgere in sicurezza un evento che coinvolge tante persone e che necessita per un’organizzazione adeguata di enorme lavoro. Dispiace tantissimo perché il Palio della Vittoria celebra la nostra storia e regala ad Anghiari una giornata di festa che ha il momento principale al calar del sole con una corsa a piedi unica al mondo. Il rinvio al 2022 è purtroppo inevitabile e speriamo con tutto il cuore di ritrovarci il 29 giugno del prossimo anno per rivivere le intense emozioni che caratterizzano il Palio”.
Restano 17 le edizioni dell’era moderna
Sono 17 le edizioni del Palio della Vittoria fin qui disputate nell’epoca moderna. L’evento è stato riproposto nel 2003 a celebrazione della battaglia combattuta nella piana che si trova fra Anghiari e Sansepolcro e che in seguito alla vittoria dei fiorentini sui milanesi “ridisegnò” i confini della Toscana. La Battaglia di Anghiari è diventata celebre anche per il dipinto di Leonardo Da Vinci, la cui sorte ancora risulta misteriosa. Il giorno in cui si corre il Palio è lo stesso in cui fu combattuta la battaglia, quindi il 29 giugno. La manifestazione inizia nel tardo pomeriggio con la sfilata in Piazza Baldaccio dei vari Sindaci, dei cortei storici (Anghiari, Sansepolcro, Firenze, Arezzo) e degli atleti, prosegue con l’esibizione degli sbandieratori e vive il momento principale “al calar del sole”, con la disputa della battaglia sportiva. Dopo le premiazioni è il momento della cena lungo le mura antiche del paese, in uno scenario affascinante e suggestivo.
Chi vince il Palio?
Il Palio della Vittoria è caratterizzato da una corsa a piedi in salita unica al mondo che misura 1440 metri (distanza che evoca la data in cui fu combattuta la battaglia) e non premia il singolo atleta, ma il Comune rappresentato dal primo atleta che taglia la linea d’arrivo. La partenza è al calar del sole dalla Cappella della Vittoria (nel punto esatto in cui ebbe luogo lo scontro), mentre il traguardo è situato in Piazza Baldaccio. Un autentico “miraggio” per gli atleti che devono misurarsi quindi con le ardue pendenze (in alcuni tratti superiori al 10%) della salita di Anghiari (Ruga di San Martino). I corridori (5 per ogni Comune, 6 per il Comune detentore del Palio) possono proteggere il capitano della propria squadra o danneggiare gli avversari, trattenendosi e spingendosi in quella che diventa così a tutti gli effetti una “vera battaglia sportiva”. Il contatto fisico è parte del gioco, ma non sono ammessi pugni, calci, gomitate o altri gesti troppo violenti.
Anghiari guida l’albo d’oro
Anghiari ha fin qui conquistato il maggior numero di successi. Il Comune ospitante ha infatti vinto 4 edizioni e precede di una lunghezza Pieve Santo Stefano, che ha primeggiato in 3 circostanze. A quota 2 affermazioni ci sono San Giustino, Sansepolcro ed Arezzo, mentre 1 volta si sono imposte Città di Castello, Firenze, Milano e Badia Tedalda.
I protagonisti delle 17 edizioni dell’era moderna
Il primo Comune ad iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro fu Sansepolcro che festeggiò nel 2003 con Lorenzo Vergni. I biturgensi tornarono al successo nel 2013 con Francesco Innocenti. Anghiari deve i suoi successi al tris di Giulio Calli (il migliore interprete in assoluto della competizione) che si impose nel 2004, nel 2006, nel 2012. Il Comune di casa calò il poker nel 2015 grazie a un gioco di squadra eccezionale capitalizzato da Matteo Giorni. Pieve Santo Stefano ha invece dettato legge per 3 anni di fila (dal 2008 al 2010) grazie alla doppietta di Giuseppe Cardelli e al sigillo di Marco Donnini, mentre Arezzo ha firmato la competizione nel 2007 con Stefano Andreini e nel 2016 con Massimo Arrigucci. Gloria anche per l’Umbria che conta 2 successi di San Giustino (nel 2011 con Cristian Marianelli e nel 2014 con Alessandro Porazzini) e 1 di Città di Castello (nel 2005 grazie a Antonello Bettacchini). Le ultime 3 edizioni del Palio hanno fatto registrare le vittorie di altrettanti nuovi Comuni: nel 2017 la prima volta di Firenze con Ivan Poggi, nel 2018 l’affermazione di Badia Tedalda con Giuseppe Marini, nel 2019 il sigillo di Milano grazie a Salvatore Gambino.
I trionfi di Firenze e Milano
Di particolare prestigio le vittorie centrate da Firenze e Milano, le due città che con i propri eserciti furono protagoniste della Battaglia di Anghiari e che aggiudicandosi la corsa hanno portato lustro al Palio della Vittoria. Significative in questi due casi le cerimonie di consegna effettuate nel 2017 in Palazzo Vecchio a Firenze e nel 2019 al Castello Sforzesco di Milano. Momenti emozionanti che hanno riportato Anghiari al centro della storia, come avvenne il 29 giugno 1440.