Sono passati cento anni esatti dalla nascita di uno dei grandi protagonisti dello sport valtiberino. Il 9 febbraio del 1921 nasceva a Pieve Santo Stefano il professor Pellico Barbagli, principale fautore di quella che a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 fu una vera e propria rivoluzione nell’esercizio della pratica sportiva in tutto il territorio, e in particolar modo a Sansepolcro.
Nella città di Piero fu uno stimato docente di ginnastica, nonché allenatore e uomo di riferimento delle principali associazioni sportive presenti al tempo. A lui si deve la nascita della pallacanestro al Borgo, movimento da lui creato nel lontano ’57 ed oggi tra i più attivi e radicati nel territorio anche grazie al celeberrimo Torneo Internazionale di basket giovanile a lui dedicato.
Ma Pellico Barbagli è stato anche molto altro. In occasione di questa speciale ricorrenza, vogliamo ricordare quello che è stato il suo immenso contributo alla comunità riportando uno scritto realizzato da suo figlio Gian Enrico e disponibile nel sito pellicobarbagli.com
Nei primi anni cinquanta arriva a Sansepolcro, con una tuta blu da ginnastica, un fischietto magico e un bagaglio tecnico e culturale di alto livello, Pellico Barbagli. Il Professore.
Inizia così per la Città di Sansepolcro un’autentica rivoluzione. La rivoluzione dello sport.
Pellico Barbagli è uno dei primi preparatori atletici usciti dalla Farnesina, la scuola di sport più importante d’Italia e ha le idee molto chiare: fare dello sport una cultura.
Divertendo e divertendosi.
La sua grande passione: la democrazia dello spirito e del corpo.
La sua caratteristica: metodi nuovi, rivoluzionari, scientifici.
Era alle olimpiadi del 1936 a Berlino. Ha visto con i propri occhi un atleta speciale, un uomo che lo ha affascinato per la perfezione del gesto atletico e per l’orgoglio della sua anima di agonista puro: Jesse Owen.
Guardandolo ha capito che il gesto sportivo è lo specchio di sentimenti nobili quali lealtà e felicità. Lo sport per lui è una delle espressioni più alte della libertà dell’essere umano.
Inizia con il calcio.
È osservatore per il Cesena e la Lazio, consulente per il CONI, redattore di riviste edite dalla Federazione Giuoco Calcio, editorialista de “L’Italia sportiva”.
La dirigenza della Buitoni gli affida la preparazione atletica dei giocatori ingaggiati per la squadra di calcio. Nello splendido stadio in costruzione, individua e vuole fortemente che venga inserito uno spazio, proprio all’entrata, dedicato totalmente a un altro sport che secondo lui è di importanza fondamentale per la formazione psicomotoria degli atleti: la pallacanestro.
Siamo negli anni ’50 e ora Sansepolcro, oltre alla celebrata squadra di calcio che milita in serie D, la storica “quarta serie”, si può fregiare di avere, per la prima volta nelle sua storia, una vera e propria squadra di pallacanestro.
La pallacanestro negli anni ’50 è una disciplina sportiva praticata solo nelle grandi città. Ma per Sansepolcro diventa realtà anche nelle scuole dove il Professore svolge la sua attività didattica. Ma proprio la scuola diventa il primo ostacolo da superare. Per aver introdotto questa disciplina nei programmi scolastici di quegli anni, il Provveditorato agli Studi invia una nota ufficiale in cui si invita il Professor Barbagli a rivedere i suoi programmi e togliere la pallacanestro dal piano di studi annuale. Naturalmente il Professore va avanti per la sua strada. Inizia così ufficialmente a delinearsi quella figura di innovatore educatore rivoluzionario che lo porterà a esplorare sempre nuovi territori ; oltre la pallacanestro, l’atletica leggera, la ginnastica artistica, la ginnastica correttiva, la scherma, il nuoto, il pugilato, i giochi di bandiera e il lungo lavoro di riabilitazione motoria che dagli anni 60 intraprende con i ragazzi diversamente abili.
Nel 1963 apre la prima palestra sportiva della Valtiberina. Termini tecnici quali Fisioterapia, Chinesiterapia, Isometria, Rieducazione, entrano nel lessico di tutti i giorni.
Dai primi anni settanta ai nostri giorni la pallacanestro diventa Basket. Quella prima squadra di pionieri ha dato il via a un vero e proprio movimento e Sansepolcro diventa meta di tornei ed esibizioni internazionali (memorabile quella dei giganti americani Mormoni).
Minibasket, giovanili, prima squadra, amatoriale e squadra femminile (le ragazze del convitto Regina Elena conquistano le finali nazionali con le grandi società di Bologna, Milano e Varese), testimoniano come sia possibile dare vita a un circolo virtuoso che ancora oggi dimostra tutta la sua valenza e il suo spirito energico e gioioso.
G. Enrico Barbagli