La lista Pd-InComune è una delle tre compagini che appoggiano Andrea Laurenzi insieme ad Adesso e Insieme Possiamo. TeverePost ha conversato con la capolista Chiara Andreini e con Andrea Boncompagni, Alessandro Del Bene e Carmen Comanducci, quest’ultima in rappresentanza di Articolo Uno.
Con quali criteri è stata formata la lista?
Chiara Andreini: Siamo partiti da una coalizione di centrosinistra e nel comporre la lista di Partito Democratico, Articolo Uno e InComune abbiamo mantenuto gli stessi criteri di tutta la campagna elettorale, abbiamo cioè voluto dare un significato all’impegno delle persone in città, che sia stato politico-amministrativo o che si sia esercitato nei luoghi del lavoro o dell’associazionismo. Una lista quindi caratterizzata principalmente dall’impegno civile e da una generazione che mette insieme persone più giovani con persone di maggior esperienza, per una fascia che va dai 20 ai 60 anni. Ci sono anche persone appartenenti a schieramenti politici, quindi esponenti del Pd e due candidati di Articolo Uno, e persone che erano già state in lista nell’esperienza di InComune con Andrea Laurenzi dieci anni fa. Quell’esperienza è continuata nella scorsa legislatura nel gruppo consiliare Pd-InComune ed è presente per la terza volta in queste elezioni amministrative.
La coalizione comprende anche forze e persone con cui in passato vi eravate trovati su schieramenti diversi, come valutare questo elemento?
Chiara Andreini: Il centrosinistra a Sansepolcro era spaccato da 15 anni, e uno dei principali obiettivi del Partito Democratico e della nostra lista era proprio quello di ricucire questa frattura. I tempi erano maturi proprio in quest’asse generazionale, con una generazione nuova che porta avanti nuovi contenuti ed è in grado di andare oltre le fratture che ci hanno diviso per troppo tempo.
Carmen Comanducci: È stato importante aver riunito il centrosinistra, al di là di quello che è stato il passato, perché lavoriamo su progetti concreti sui quali si è ritrovato tutto il centrosinistra, quindi Articolo Uno, Rifondazione, Sinistra Italiana, Pd, Italia Viva, Azione: ci siamo tutti riuniti su un programma che ci soddisfa.
Che riscontri avete avuto dalle persone con cui avete interagito in queste settimane?
Andrea Boncompagni: Il riscontro è molto positivo, tutte le iniziative che abbiamo organizzato hanno avuto una grande partecipazione. Per quanto mi riguarda mi sono speso molto anche nell’attività logistica di organizzazione e di volantinaggio per invitare persone agli eventi, e mi sono reso conto che spesso e volentieri c’è stato entusiasmo anche perché si tratta di eventi che non sono comizi e non vogliono essere per forza occasioni per convincere, ma soprattutto per far vedere qual è l’obiettivo di questo gruppo. Le frizioni interne tra di noi non ci sono perché c’è la volontà di fare bene, mettersi a disposizione, partecipare, unire cervelli per poter migliorare Sansepolcro a medio e lungo termine. Questo credo che le persone lo abbiano colto, al di là degli schieramenti e delle appartenenze politiche.
Come vi siete rapportati con gli avversari?
Alessandro Del Bene: Abbiamo fatto una scelta fondamentale, quella di non rispondere a nessuna provocazione – e ce ne sono state! – perché ci interessa principalmente far sentire la nostra voce e specialmente i nostri contenuti, che non sono solo veri e concreti ma sono portati avanti da persone che li vivono tutti i giorni. Quindi siamo convinti che riusciremo a metterli in pratica nei prossimi cinque anni, proprio perché la nostra idea è quella di visione del futuro. Di conseguenza anche con gli altri cerchiamo di scendere solo ed esclusivamente sul campo dei contenuti, di quello che vogliamo fare e di quello che crediamo di poter fare meglio di loro, senza scendere nelle polemiche che ci sono state verso di noi e anche al loro interno.
Quali sono in sintesi gli elementi principali del vostro programma?
Chiara Andreini: Uno dei temi cardine è quello della sanità, sia territoriale che ospedaliera. Martedì c’è stato l’incontro con il presidente Giani a cui abbiamo chiesto un impegno concreto della Regione sull’ospedale. In particolare quello di creare a Sansepolcro una specificità chirurgica sulla quale andare ad innestare tutto ciò che manca. Nel momento in cui la chirurgia lavora a pieno regime – e abbiamo un primario che se messo in condizione, anche con strumentazioni avanzate, è in grado di poterlo fare – diventa molto molto più facile andare a reperire gli anestesisti necessari e quelli che possono servire anche per le postazioni di hdu, la terapia subintensiva per il Pronto soccorso, e quindi per un potenziamento reale del nostro ospedale. Abbiamo poi fatto presente la mancanza di personale nella medicina territoriale. È un problema annoso, e questo trend si può invertire solo se si capisce che i professionisti che decidono di lavorare in territori più disagiati come il nostro forse devono essere remunerati in una maniera diversa rispetto ai colleghi. È molto importante perché abbiamo carenze dal punto di vista medico, infermieristico e del personale amministrativo, quindi bene che sia tornato il distretto autonomo della Valtiberina, ma questo deve poter avere la capacità di operare e incidere nel territorio.
Alessandro Del Bene: Se non troviamo risorse straordinarie è difficile o impossibile, con il bilancio del comune, mettere i pratica tutti i bei progetti che abbiamo non solo noi ma tutti. Per andare ad acquisire queste risorse – i fondi del Pnrr ma anche altri fondi europei che passano dalla regione – una delle primissime cose che abbiamo intenzione di fare è creare un ufficio di progettazione, che sia non solo pubblico, quindi con dipendenti del comune formati, ma abbia anche un supporto dal privato, dalle aziende, dai professionisti che fanno questo mestiere, perché deve partire immediatamente, nel giro di tre mesi. Questo va sia a ricadere sui progetti che può fare il comune dal punto di vista infrastrutturale, culturale, sportivo e in qualsiasi altro ambito, sia ad aiutare le aziende a rinnovarsi e a crescere, in modo che possano essere più competitive e possano anche riuscire ad attrarre i giovani e tenerli a lavorare a Sansepolcro.
Andrea Boncompagni: Riguardo ai giovani il discorso è anche quello di attuare progetti concreti che permettano loro di partecipare veramente alla vita di Sansepolcro, svincolandoli dal ruolo di fruitori passivi della politica. Questo si può e si deve fare attuando, anche con inventiva, dei progetti come quello della piattaforma digitale che possa accogliere anche persone che non abitano più a Sansepolcro ma che con il loro entusiasmo, le loro idee e suggestioni possono partecipare e rendere migliore la città. Per questo servono azioni concrete, come organizzare un gruppo di giovani che abbiano un budget annuale e quindi che abbiano veramente le mani in pasta per poter lasciare il segno sulla città.
Carmen Comanducci: Molto importante è anche la prospettiva futura, quella di vedere Sansepolcro come una città rigenerata. La parola rigenerazione a me ha colpito molto perché si tratta di riusare, riabbellire, rendere più funzionali cose che adesso non lo sono. Ci sono tanti progetti in campo, Porta Fiorentina, la Fortezza, il Museo. Ci sono tanti piccoli interventi che potremmo mettere in campo per rendere la nostra città più ecologica, più vivibile e sicuramente più bella.