Paola Vannini: “Sulla buona strada per far tornare l’ospedale sui livelli di venti anni fa”

L’assessore biturgense a sanità e sociale racconta i suoi quattro anni di operato tra gioie e rimpianti: “Ho dato il massimo per la mia comunità. Nell’Unione dei Comuni poca voce in capitolo”

L'assessore Paola Vannini

All’indomani del quarto anniversario del suo ingresso a Palazzo delle Laudi, l’assessore alla sanità e sociale del Comune di Sansepolcro Paola Vannini si racconta a TeverePost. Nel corso di un’ampia intervista con la nostra redazione, la dottoressa ha fatto un resoconto delle principali azioni intraprese durante questa sua esperienza all’interno della giunta Cornioli, soffermandosi sul suo rapporto con il primo cittadino e gli altri assessori e fornendo inoltre una serie di importanti considerazioni di carattere politico-amministrativo.

Al suo arrivo qual era la situazione della sanità in Valtiberina?

La situazione dell’ospedale di Sansepolcro era molto in dubbio, poiché le criticità da risolvere erano molteplici: una chirurgia senza più direzione, con i medici che sono andati quasi tutti in pensione. Un pronto soccorso e una cardiologia con gravi carenze di personale. Una medicina che necessitava di miglioramenti dal punto di vista strutturale. Guardando al territorio, la Salute mentale era agli sgoccioli e avevamo un unico pediatra in tutta la nostra zona.

Oggi cos’è cambiato?

Allo stato attuale abbiamo tre pediatri e una Salute mentale che è stata riconosciuta come una delle migliori nell’intera regione, dove tutti i progetti di terapia vengono fatti sull’intero territorio valtiberino. Guardando alle situazioni di carattere straordinario, anche nella gestione della fase Covid credo non ci sia niente da eccepire. Riguardo all’ospedale abbiamo sistemato il pronto soccorso con un numero adeguato di medici, riaperto la Hdu, il percorso Covid che rimane, la cardiologia che è rifornita di medici in modo adeguato anche grazie all’arrivo di un nuovo medico. La chirurgia da oggi ha un nuovo primario, che nel ruolo di direttore garantirà copertura del servizio h24 con interventi anche in emergenza e anche di tipo oncologico. La medicina tra pochi giorni aprirà il nuovo reparto totalmente ristrutturato. Per l’anno prossimo si aprirà un nuovo ospedale di comunità con numeri aggiunti. Da un paio di anni, infine, Sansepolcro ha ottenuto il riconoscimento di ‘comune cardioprotetto’.

Cosa manca all’ospedale in questo momento?

Abbiamo visto in questo periodo che gli ospedali di prossimità sono davvero dei riferimenti preziosi. Il nostro, in particolare, ha operato benissimo restando addirittura Covid-free. Alla luce di questo scenario, ci stiamo attrezzando per richiedere l’attivazione della terapia intensiva, vista anche la ripartenza della chirurgia. Se non sarà una rianimazione vera e propria sarà comunque una terapia sub intensiva. Se ciò dovesse andare in porto, il nostro ospedale potrebbe davvero tornare a raggiungere i livelli di vent’anni fa. L’abbandono degli ospedali periferici era stato un errore politico davvero importante. In linea di massima, se le cose proseguono su questo standard, possiamo essere più che contenti.

Lei è anche assessore al sociale. Tenendo conto della gestione dei servizi da parte dell’Unione dei Comuni, quali sono i margini di manovra per questa delega?

In questo ambito di gestione associata tra i comuni non è semplice essere incisivi. L’assetto attuale non mi dà la possibilità di intervenire in modo diretto su certe questioni, e questo rappresenta un ostacolo di non poco conto per un assessorato che di fatto ha pochissima voce in capitolo in ottica comprensoriale. Non potendo i sindaci concedere deleghe agli assessori nella giunta dell’Unione, è facile capire come spesso risulti difficile anche solo entrare nel merito di certe questioni. Per questo motivo sarebbe a mio avviso opportuno realizzare un tavolo degli assessori al sociale di vallata, se non altro per una presa di coscienza in più nelle complesse vicende che riguardano il sociale. Tra l’altro ci sono problematiche molto diverse da un paese all’altro, pensiamo ad esempio alla questione tutta nostra delle case popolari, dove abbiamo fatto un lavoro importante di riorganizzazione e per le quali uscirà presto un nuovo bando. Anche in questa situazione vincolante ho cercato comunque di dare il massimo attraverso iniziative, occasioni di socialità, corsi e un’attività di ascolto e confronto con i miei concittadini.

Qual è il suo rapporto con il sindaco e gli altri membri della giunta?

Con il sindaco Cornioli ci conoscevamo già da diversi anni per una serie di vicende extra lavorative, e tra di noi c’è un buon rapporto di stima reciproca e antica amicizia. La vera sorpresa è stata la giunta. A parte l’assessore Marzi e in parte Galli, non conoscevo gli altri amministratori. La giunta di Sansepolcro ha delle capacità e delle competenze che sono molto superiori alla media. Ho avuto modo di raffrontarmi con altri amministratori anche di comuni importanti, e posso assicurare che i nostri assessori sono invidiati da molti per la loro presenza, la loro preparazione, la loro onestà intellettuale. Mi permetto di dire che ognuno di loro sarebbe tranquillamente in grado di ricoprire la carica di sindaco. Con alcuni colleghi, in particolare, è maturato un rapporto di collaborazione e fiducia che sono certa proseguirà anche dopo questa esperienza.

E con le forze consiliari?

Anche per i nostri consiglieri non posso che spendere ottime parole, persone sensibili che usciranno sicuramente arricchite da questa avventura. Lo stesso dicasi per le opposizioni, con le quali il confronto è stato sostanzialmente costruttivo. Io stessa ho dato atto ad alcuni consiglieri di minoranza di aver percepito con anticipo la necessità di certi provvedimenti, come nel caso della terapia intensiva.

Dopo quattro anni al governo della città quali sono i principali rimpianti?

A mio avviso questo gruppo ha dato la sensazione di poter fare tante cose, ma forse c’è del potenziale che ancora non è stato pienamente messo in luce sotto vari aspetti, anche per cause non attribuibili a noi. È stato un mandato tutt’altro che facile, accompagnato da vicende molto gravi come la E45 e in ultimo ovviamente l’emergenza sanitaria. Dobbiamo anche fare i conti con tante piccole questioni quotidiane che ti tolgono le energie per affrontare al meglio i progetti più ambiziosi. Ci sono diverse questioni rimaste in standby che dovranno essere portate a termine.

Tra un anno ci saranno le elezioni. Ha intenzione di rimettersi in gioco per una nuova esperienza amministrativa?

Sono una signora di una certa età. Sono sempre stata convinta che ognuno di noi abbia il suo percorso e sarebbe meglio concluderlo quando ancora si ha piena padronanza di quello che si sta facendo. L’ospedale è stato salvato e va con le sue gambe. Negli incarichi che ho ricoperto, credo di aver fatto tutto ciò che era nelle mie personali possibilità. Non voglio escludere alcuna ipotesi, ma allo stato attuale mi sento di dire che a questo punto della mia vita cinque anni di esperienza amministrativa, se dai tutto quello che puoi, possono essere sufficienti.

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