C’era grande attesa per la conferenza stampa di questa mattina al Teatro dei Ricomposti di Anghiari per conoscere le modalità di svolgimento, in quest’annata disgraziata, di Tovaglia a Quadri. Dei cambiamenti nel format erano inevitabili, alla luce delle normative che proibiscono la somministrazione di cibi e bevande prima, durante e dopo gli spettacoli. Le novità illustrate sono in effetti radicali: Tovaglia a Quadri non si svolgerà dal vivo, ma sarà un film. Il coronavirus, insomma, costringe a cambiare le modalità di uno spettacolo che da 24 anni riscuote ininterrotti successi con le storie scritte da Andrea Merendelli e Paolo Pennacchini e messe in scena dagli stessi abitanti di Anghiari. Storie ogni anno diverse, sempre in grado di far ridere tanto e di fare riflettere a fondo su temi che legano la stretta attualità alla tradizione di Anghiari e della Valtiberina. Quest’anno niente cena al Poggiolino, dunque, ma un nuovo racconto dal titolo emblematico, Pan de’ Mia.
“Abbiamo preso questo sostantivo, pandemia, l’abbiamo allargato e ci abbiamo messo un apostrofo con una spiga di grano”, ha spiegato Paolo Pennacchini. “Ognuno porterà l’impasto di un pane fatto in casa con la storia familiare di ciascun attore, che è individuale e collettiva, e che racconta in maniera ironica quelle che in fondo sono le storie di tutti noi, di tutta la valle ma non solo, anche di un sentimento toscano con qualche puntata in Umbria. Il film farà emergere forze e caratteristiche inesplorate ed è un’operazione che facciamo volentieri, con molta curiosità e con molta passione”. “Un’operazione”, ha precisato Andrea Merendelli, “che non possiamo sbagliare. Se sbagliamo noi a raccontare gli angoli di Anghiari, la bellezza di questo luogo, a far percepire la narrazione di questa bellezza, allora non abbiamo scuse. Ci sarà un pubblico che finché non avrà visto il film storcerà il naso perché ci allontaniamo dalla tradizione”, ha aggiunto lo storico regista dello spettacolo, “ma abbiamo semplicemente rimandato all’anno prossimo la venticinquesima edizione, questa è una sorta di 24 bis”. Che però apre nuove prospettive anche in vista del ritorno alla ‘normalità’, perché il film “sarà sottotitolato in inglese e coinvolgerà più persone”, come ha sottolineato Pennacchini: “il nostro obiettivo è anche cercare di intercettare chi non è mai venuto, chi magari rimane incuriosito da questa comunità un po’ stravagante e dice il prossimo anno voglio andare a vedere queste piazze, questi volti, questa gente”. Una modalità del tutto inedita di Tovaglia, insomma, ma anche un cambiamento forte nel rapporto tra il territorio e il mondo del cinema: “Il cinema ci ha sempre colonizzato e mai raccontato”, ha detto Merendelli, “mentre questa è forse la prima volta che la Valtiberina e Anghiari vengono affrontati, indagati e messi in luce attraverso questo canale”.
Le riprese, coordinate da Gabriele Bianchini, si svolgeranno nel tradizionale scenario del Poggiolino e del centro di Anghiari e cominceranno sabato mattina, per cui, come ha evidenziato Andrea Merendelli, “abbiamo tempi serrati, come per tutte le idee che nascono in emergenza, e abbiamo dovuto accorciare il respiro e stringere i ranghi”. Per dare vita a un film che sarà fruibile a partire dal 24 agosto in una piattaforma streaming appositamente realizzata da IpKom. I biglietti saranno in vendita nel sito www.tovagliaaquadri.com in tre differenti formati, da quello singolo a due varianti per sostenitori con opzioni aggiuntive.
La conferenza stampa, condotta dal collega Daniele Gigli, ha visto anche gli interventi del sindaco di Anghiari Alessandro Polcri, del direttore del Teatro Massimiliano Bruni, degli sponsor e di alcuni dei professionisti del territorio che partecipano alla realizzazione del film. In conclusione, Merendelli ha sottolineato che “anche in questo tipo di prodotto, Tovaglia a Quadri è un tributo a quelli che non ci sono più, che passerà attraverso delle immagini, quindi sarà grandissima la densità dei possibili livelli di lettura del film: bisognerà decidere da che punto di vista lo si vuole vedere, e forse sarà necessario guardarlo tre o quattro volte per coglierne tutte le sfaccettature”.