Ove e pependune: una “gita” in Abruzzo con Le Centopelli

Questa settimana l'associazione Le Centopelli torna a curiosare nella gastronomia di altre regioni

Questa settimana torniamo a curiosare nella gastronomia delle altre regioni, come spesso abbiamo fatto. Ce ne dà l’occasione il nostro amico e socio Francesco Fiorini, Abruzzese Doc. Un piatto che ho avuto il piacere di assaggiare, a basso costo, come piacciono a noi e con i profumi della tradizione contadina.

Ingredienti

Preparazione

Lavare e asciugare i peperoni; togliere picciolo e i semi interni e farli a pezzetti di 1 cm cercando di tenerli interi per la circonferenza.

In un tegame anti-aderente versare un generoso quantitativo di olio, aggiungere un pezzetto di peperoncino fresco ed uno spicchio di aglio. Fare soffriggere a fuoco lento per insaporire l’olio e poi togliere l’aglio.

Versare tutti i peperoni precedentemente tagliati, alzare la fiamma a fuoco vivo, salare e lasciare andare girando ogni tanto per fare appassire tutti i peperoni.

Dopo circa  una ventina di minuti, aprire le uova e metterle in una terrina, con un pizzico di sale.

Controllare la cottura dei peperoni, devono essere ben morbidi. Sbattere per pochi secondi le uova, togliere i peperoni dal fuoco e inglobare le uova sbattute girando velocemente con un cucchiaio di legno.

Rimettere il tegame sul fuoco sempre girando, per un paio di minuti in modo che le uova restino morbide.

Potete servirle così ben calde, oppure accompagnate da crostini di pane (salato)oppure come condimento degli stessi crostini a mo’ di bruschetta.

Ais Delegazione di Arezzo – Gruppo operativo Valtiberina Toscana consigliano

Oggi racconteremo la storia di un vitigno molto elegante quanto capriccioso e sdegnoso. Affonda le sue origini in Francia, dove è considerato tra i più eleganti e fini, e viene introdotto in Italia verso la metà del XIX secolo. In Italia ci hanno provato in molti a coccolarlo e a farlo crescere di qualità al pari della vicina Francia. Ci hanno provato in Oltrepò Pavese, in Franciacorta, nel Veneto, in Toscana e nelle Marche. Tutti tentativi andati a buon fine, soprattutto per l’utilizzo nella vinificazione in bianco di altrettanto fini vini spumanti (nella maggior parte dei casi in ottima compagnia dello chardonnay). Ma per raggiungere la sua massima espressione dobbiamo arrivare nell’altipiano di Mazzon, in Trentino, dove il terroire e le condizioni climatiche favoriscono la produzione di un Pinot Noir di fama internazionale, soprattutto perché si riesce a matenere la sua freschezza ( acidità). Le vigne sono a 400/500 metri su un suolo sabbioso e ghiaioso che drena l’acqua piovana in maniera eccellente. Il Pinot Nero è un vitigno davvero esigente che cresce bene solo in presenza anche di una buona ventilazione perché è un grande nemico delle muffe. Ha un colore rosso rubino scuro particolarmente vivo. Ha un profumo intenso di bacche rosse e frutti di bosco come il ribes, il mirtillo, la fragolina, il lampone oltre alle note di chiodi di garofano e violette. E la cosa curiosa è che questi aromi cambiano a seconda dell’altitudine in cui si trova l’impianto.

Ha anche dei ricordi di vegetale e peperone essiccato ed è proprio questo il motivo per cui lo abbiniamo alla ricetta che oggi ci propone l’amico abruzzese.

Nunc est bibendum!

I consigli di Augusto Tocci

Peperoni verdi dolci – Il peperone è l’ortaggio classico dell’estate. Viene prodotto industrialmente, come il pomodoro, e giunge sulle nostre tavole multicolore, con dominanza di giallo e di rosso. 

Scegliamo bene – Questo frutto del nostro orto, specialmente  se coltivato  in proprio, spesso  si presenta di colore verde lucente. In questo caso, non bisogna pensare che si tratti di un frutto non completamente maturo. Infatti è la varietà più comune e forse anche la più pregiata, che racchiude una miriade di proprietà, compresa quella della dolcezza. Spesso sono di dimensioni più ridotte degli altri e hanno anche la forma a corno. Sono proprio quelli che andrebbero preferiti, specialmente se si presentano con un picciolo ben saldo, il colore verde lucente e la buccia particolarmente tesa.

Pulizia e conservazione – La loro conservazione conviene farla nella parte bassa del frigo, dove si possono mantenere bene per alcuni giorni. Prima di destinarli alla cucina, conviene pulirli accuratamente sotto il getto dell’acqua corrente. Successivamente si dovranno nettare del picciolo, aprire e privarli del torsolo interno, che con­tiene semi e filamenti indigesti.

Proprietà – Si tratta di ortaggi utili per la nostra dieta, molto ricchi di vitamina C e di clorofilla, come dimostra la loro colorazione. Contengono infine vitamina A, molto fosforo, calcio e potassio

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