Quello sanitario è uno dei temi principali affrontati dalle forze politiche locali nelle proposte per la ripartenza dopo il blocco di queste settimane. Consenso trasversale ha assunto la questione della ricostituzione presso l’ospedale della Valtiberina di un’area di terapia intensiva. Il punto è contenuto anche nell’atto di indirizzo presentato dalle forze di maggioranza in vista del Consiglio comunale del 25 maggio, pertanto è ragionevole pensare che venga approvato dall’assise, impegnando così Sindaco e Giunta a muoversi nelle sedi preposte per tentare di raggiungere questo obiettivo.
È soddisfatto il consigliere di Forza Italia Tonino Giunti: “Ci hanno pensato tre mesi”, dice, “ma va bene lo stesso, l’importante è il risultato”. Il riferimento del capogruppo azzurro è alla mozione da lui presentata in Consiglio il 18 febbraio scorso per dare mandato al Sindaco di lavorare “per ottenere almeno tre postazioni di rianimazione con la presenza di un anestesista”. La mozione fu respinta con il parere contrario della Giunta per l’impossibilità della sua realizzazione e i conseguenti voti negativi della maggioranza.
Ora però le condizioni sono cambiate. Lo esplicita a TeverePost la capogruppo del ‘Nostro Borgo’ Francesca Mercati: “L’emergenza, anche in previsione di una possibile ricaduta, ha spinto il Governo a dare l’indirizzo alle Regioni di ampliare le terapie intensive, quindi il quadro rispetto a febbraio è del tutto differente: all’epoca era un obiettivo impossibile, ora no. Resta difficile realizzare una terapia intensiva in un ospedale di prossimità come il nostro ma dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere. Anche perché”, puntualizza Mercati, “le politiche attuate fino ad ora grazie all’incessante lavoro del Sindaco e dell’assessore Vannini ci hanno portato ad un importante ampliamento della chirurgia. Questo, unito al fatto che il nostro ospedale è pulito da Covid, ci dà ampie speranze per il futuro”.
Nell’ambito di una generale sottolineatura dell’importanza degli investimenti nella sanità pubblica, il tema è contenuto anche nelle proposte programmatiche presentate ieri da PD, Articolo 1 e Italia Viva, che parlano di “riattivare, tramite attrezzature adeguate e personale sanitario dedicato, le postazioni di rianimazione in modo che anche nel nostro ospedale si possa operare in sicurezza”. Il documento delle tre forze di centro-sinistra sviluppa anche la questione dei servizi territoriali, rispetto ai quali è “fondamentale rafforzare la continuità con l’ospedale, con una presa in carico del paziente totale, incrementando i livelli di cura perché il modello che ha funzionato con il Covid possa essere riproposto anche per le malattie croniche. Potenziare le guardie mediche, l’assistenza domiciliare nel territorio e la telemedicina”, aggiungono, “diventa cruciale per affrontare le problematiche di una popolazione molto anziana”. Pd e alleati puntano esplicitamente il dito anche contro l’accorpamento delle zone distretto (la Valtiberina è unita ad Arezzo e Casentino), rispetto a cui “è fondamentale tornare indietro”.
“Potenziamento e aggiornamento dell’ospedale e del distretto sanitario” sono richiesti anche nell’atto di indirizzo presentato da Rivi della Lega, che sottolinea in particolare la necessità di “favorire l’assegnazione di nuovi medici di medicina generale e di pediatri”.
A questo punto la capacità delle amministrazioni locali e delle stesse forze politiche di muoversi adeguatamente presso l’Asl e presso la Regione, che detiene la competenza in materia sanitaria, diventerà decisiva nella partita che si apre in vista delle elezioni toscane che si sarebbero dovute tenere in questi giorni e per le quali si sta cercando un’altra data (sta circolando l’ipotesi settembre). Tra i temi chiave quello della riforma sanitaria varata nel 2015 dalla Giunta Rossi, analizzata nelle scorse settimane da TeverePost in compagnia del professor Gavino Maciocco. Secondo quest’ultimo, tutti sono ormai consapevoli per lo meno di alcune delle problematiche che ne sono derivate, come l’eccessiva distanza tra il centro decisionale da una parte e le prime linee di ospedali e territori dall’altra. Lo stesso candidato del centrosinistra Eugenio Giani aveva ammesso nei mesi scorsi che erano state fatte “delle corse troppo avanti in nome dell’efficienza”, perdendo “un po’ la percezione delle esigenze che venivano dai cittadini e dagli operatori sul territorio”. Le modalità di declinare questa rinnovata e diffusa consapevolezza sono molteplici: starà a tutti gli attori in campo muoversi perché il sistema sanitario regionale in generale, e i servizi ospedalieri e territoriali della Valtiberina in particolare, ne escano il più vicino possibile alle necessità della popolazione.