Le aziende e gli enti del Servizio sanitario toscano possono riprendere a programmare “in modo progressivo e graduale” le attività che erano state precedentemente sospese. La norma che guida tutti i cambiamenti da mettere in campo a partire dall’inizio della fase due è l’ordinanza del Presidente della Giunta regionale n. 49 del 3 maggio scorso.
In base a piani di attività che devono redigere le singole Asl e secondo classi di priorità saranno riattivati visite ambulatoriali programmate, screening oncologici, controlli pre-chirurgici. Tutti i presidi sanitari, sia ospedalieri che territoriali, dovranno garantire l’attività programmabile ambulatoriale e chirurgica per 12 ore al giorno e per 6 giorni alla settimana, per poter ridurre la presenza contemporanea di utenti e di operatori. I prelievi del sangue saranno effettuati solo su prenotazione e su un orario esteso fino al primo pomeriggio. Prima di ogni ricovero deve essere effettuato un test molecolare (tampone), nel caso di ricoveri programmati dovrà essere effettuato anche un test sierologico almeno 7 giorni prima. La libera professione sarà autorizzata alla ripresa dopo il raggiungimento dell’obiettivo di un tempo di attesa per le prestazioni ambulatoriali istituzionali programmate non superiore a 15 giorni (30 giorni per la diagnostica).
Per quanto riguarda i medici di medicina generale e i pediatri, vi sarà la possibilità di effettuare visite in via telematica. Per le prime visite e per quelle che richiedono comunque la presenza fisica verranno dati appuntamenti che limitino l’affollamento e immediatamente prima della visita verrà valutato lo stato clinico del paziente.
Resteranno attive le postazioni pre-triage davanti agli ospedali e le procedure di sicurezza attualmente in vigore per l’accesso ai nosocomi, l’obbligo dell’uso di DPI per gli operatori e il divieto di accesso per gli accompagnatori delle persone sottoposte a prestazioni sanitarie, con l’eccezione di minori, disabili e persone non autosufficienti. Permane la divisione tra aree Covid e non Covid, con l’obiettivo della riduzione progressiva delle prime in funzione dell’andamento epidemiologico.
I 250 posti letto in terapia intensiva realizzati durante la pandemia verranno successivamente lasciati a disposizione della protezione civile regionale e nazionale. Le varie aziende sanitarie dovranno dotarsi di 1100 nuovi posti letto destinati alle cure intermedie per raggiungere un obiettivo totale di 1750 posti.
Nelle
RSA
sarà prevista la presenza di un medico della Asl per ogni 300
assistiti in aggiunta al personale della struttura, mentre sarà
potenziato il monitoraggio dello stato salute degli ospiti tramite un
diario clinico web-based. Dal 18 maggio riapriranno i centri
diurni per persone con disabilità
in base ad un apposito protocollo stilato dalla Regione, che ha
stanziato 3 milioni di euro per la riorganizzazione del servizio.
Restano
operative le Unità speciali di continuità assistenziale (USCA)
nel rapporto di almeno una ogni 50mila abitanti.