Secondo le fonti, Niccolò Aggiunti sarebbe morto proprio in occasione del suo 35esimo compleanno, il 6 dicembre 1635. In contemporanea ricorrono quindi il 420° anniversario della nascita e il 385° della morte. La sua città, Sansepolcro, celebra la doppia ricorrenza con un convegno che, date le restrizioni per il Covid, si svolgerà in modalità online. L’appuntamento, a cura di Centro studi “Mario Pancrazi”, Progetto Valtiberina, Associazione Storica Alta Valle del Tevere, Lions Club, Comune e Regione, è intitolato Arte, matematica e scienza a Sansepolcro (secoli XV-XVII) e potrà essere seguito in diretta a questo indirizzo. La prima parte si svolgerà oggi pomeriggio dalle 15 alle 19. Dopo l’introduzione di Matteo Martelli e il saluto del sindaco Cornioli, Andrea Czortek coordinerà gli interventi di Giuseppe Rossi, Argante Ciocci, Daniele Santori, Giovanni Bianchini, Lucia Bucciarelli e Gabriele Marconcini. Domattina dalle 10 alle 13 a coordinare sarà invece Ivo Biagianti. In programma le relazioni di Nicolò Biccheri, Giuliana Maggini e Carolina Calabresi, prima della chiusura del professor Martelli.
Aggiunti e Galileo al tempo della Controriforma
Proprio ad opera di due dei relatori, Giuliana Maggini e Daniele Santori, sempre su iniziativa del Centro studi era stato dedicato pochi mesi fa ad Aggiunti anche un volume biografico dal titolo Niccolaus Adjunctus burgensis, uno scienziato discepolo e amico di Galileo. Il sottotitolo evidenzia il legame tra lo scienziato pisano e l’intellettuale di Sansepolcro, che proprio grazie a Galileo ottenne la cattedra di matematica sotto la Torre pendente.
Niccolò Aggiunti nella sua breve vita seppe essere un intellettuale a tutto tondo, padroneggiando greco e latino, giurisprudenza, filosofia, matematica, fisica, astronomia. Come detto, era nato al Borgo alla fine dell’anno 1600. Studiò a Perugia e poi a Pisa, dove si laureò. Presso la corte fiorentina conobbe Galileo, che ebbe di lui grande stima. L’Aggiunti si occupò tra l’altro di mettere in salvo le carte del Pisano durante il processo intentatogli dall’Inquisizione. Era infatti il tempo della Controriforma cattolica e gli studiosi, come lo stesso Niccolò, che non intendevano piegarsi all’oscurantismo erano costretti ad affrontare grossi rischi.
Aggiunti e Galileo tennero una fitta corrispondenza della quale restano le lettere del primo al secondo, mentre sono andate perdute quelle di Galileo. Del biturgense sono inoltre arrivati ad oggi altri manoscritti e un testo a stampa, la prolusione Oratio de Mathematicae laudibus che Galileo volle inviare a Keplero. Niccolò Aggiunti noto nella storia della fisica soprattutto per essere stato il primo scienziato a studiare i fenomeni capillari attraverso esperimenti sistematici. La prematura morte interruppe una carriera che si prospettava fulgida e che avrebbe magari potuto riservare al nostro pur illustre concittadino un posto di maggior rilievo nella storia della scienza.