Nel tardo pomeriggio dell’8 giugno 1990 prendeva il via la quattordicesima edizione del Campionato del Mondo di Calcio, per la seconda volta nella propria storia ospitato dall’Italia. Il mondiale iniziò con una bella sorpresa, dato che il Camerun sconfisse i Campioni del Mondo uscenti dell’Argentina di Maradona. A metà del secondo tempo François Omam-Biyik, proveniente dalla serie B francese, fu capace di elevarsi in modo incredibile e colpire di testa superando Pumpido davanti agli 80.000 spettatori che riempivano lo stadio di San Siro. Il giorno dopo un altro colpo di testa fece esultare gli italiani. Era il primo pallone toccato da Salvatore “Totò” Schillaci, appena subentrato ad Andrea Carnevale, e permise all’Italia di sconfiggere l’Austria e cominciare nel migliore dei modi il cammino nel mondiale di casa. Fu 1-0 esattamente come quando nel 1934, nel primo mondiale ospitato dall’Italia, eliminammo l’Austria in una discussa semifinale.
Qualificazione d’ufficio
L’Italia era arrivata al Mondiale da paese organizzatore e quindi senza bisogno di giocarsi le qualificazioni. Erano otto anni che si beneficiava di questo favore, dato che nel campionato svoltosi in Messico nel 1986 l’Italia era invitata d’ufficio come squadra campione del mondo in carica. Il mondiale fu assegnato al nostro Paese in un momento particolare, alla vigilia del campionato europeo di calcio del 1984 dove non ci eravamo neppure qualificati. Alla riunione della FIFA che precedette l’Europeo erano due le candidature sul tavolo, quella dell’Italia e quella dell’Unione Sovietica. La prima beneficiava della fresca vittoria del Mundial di Spagna ‘82 e dell’organizzazione dell’Europeo del 1980, la seconda veniva da un’Olimpiade organizzata ottimamente sempre nell’80. Su venti delegati dodici scelsero l’Italia, quattro i sovietici e altri quattro si astennero. L’Urss pagava la scelta del boicottaggio delle Olimpiadi di Los Angeles 1984 dopo che gli americani non erano andati a Mosca quattro anni prima. Sia il Presidente della Repubblica Sandro Pertini che il Primo ministro Bettino Craxi salutarono positivamente la scelta e sia il Governo che il Coni, presidente Franco Carraro, si impegnarono a fondo per preparare il Paese ad ospitare il Campionato del Mondo.
Cattedrali nel deserto
La formula del Mondiale sarebbe stata la stessa di quattro anni prima in Messico, con la partecipazione di 24 squadre suddivise in sei gironi. Ogni girone avrebbe avuto due stadi come riferimento per ottimizzare gli spostamenti e di conseguenza furono scelte dodici sedi per gli incontri. Luca Cordero di Montezemolo fu responsabile dell’organizzazione dell’evento e l’ammodernamento degli stadi fu la priorità d’azione. L’occasione permise un imponente restauro di molti impianti sportivi tra i quali alcuni ideati in occasione dei Mondiali del 1934 o delle Olimpiadi del 1960. A Torino fu costruito un nuovo stadio da settantamila posti: le problematiche successive furono tali che nel 2009 il Delle Alpi sarebbe stato abbattuto per fare posto al nuovo impianto privato della Juventus. Stessa situazione a Bari, dove però lo Stadio San Nicola è ancora in funzione, nonostante il sovradimensionamento della struttura rispetto ai bisogni della città e mantenendo la sua fama di cattedrale nel deserto, visto che nulla è mai sorto attorno al complesso sportivo.
Notti magiche!
Innovativa e discussa la mascotte dell’evento, un omino stilizzato che prese il nome di Ciao. Per la prima volta il design del portafortuna del campionato non era un animale, un ortaggio/frutto o un personaggio tipico del paese ospitante. Dopo un lungo sondaggio all’interno delle schedine totocalcio, con veri e propri scontri diretti tra le proposte in campo, il nome Ciao vinse contro Amico, Beniamino, Bimbo e Dribbly. Come non ricordare l’inno di quei mondiali? La versione in lingua italiana era Un’estate italiana, più conosciuta come Notti magiche cantata da Gianna Nannini ed Edoardo Bennato, mentre la versione internazionale si intitolava To Be Number One, proposta da Giorgio Moroder.
Le qualificazioni
Le qualificazioni con in palio ventidue posti si svolsero tra il 1988 e il 1989. Oltre all’Italia e all’Argentina, qualificate di diritto come Paese organizzatore e squadra campione del mondo in carica, furono assegnati tredici posti all’Europa, due al Sud America (che divennero tre grazie alla vittoria nella spareggio contro la rappresentante dell’Oceania, che paradossalmente era Israele!), due al nord e centro America, due all’Africa e due all’Asia. Tra le 116 pretendenti fece scalpore la mancata qualificazione della Francia, già semifinalista nelle due edizioni precedenti e vincitrice dell’Europeo 1984. I transalpini furono eliminati da Jugoslavia e Scozia. Le altre europee qualificate furono Olanda, Germania Ovest, Svezia, Inghilterra, Spagna, Irlanda, Belgio, Romania, Unione Sovietica, Austria e Cecoslovacchia. Dal resto del mondo arrivarono Brasile, Colombia, Uruguay, Egitto, Camerun, Emirati Arabi Uniti, Corea del Sud, Stati Uniti e Costarica. Erano presenti tutte e sei le squadre che fino a quel momento avevano vinto almeno una edizione del Campionato del Mondo: Uruguay (1930-1950), Italia (1934-1938-1982), Brasile (1958-1962-1970), Germania Ovest (1954-1974), Inghilterra (1966) e Argentina (1978-1986). L’evento dell’estate del 1990 sarà anche l’ultima partecipazione ad un Mondiale di calcio di paesi che non esisteranno più come l’Unione Sovietica, Jugoslavia, Cecoslovacchia e Germania Ovest.
Il sorteggio con Pippo Baudo e Sofia Loren
Il 9 dicembre del 1989 a Roma avvenne il sorteggio dei sei gironi in diretta televisiva con un immancabile Pippo Baudo alla conduzione, accompagnato da Sofia Loren. L’urna fu benevola con l’Italia. testa di serie assieme ad Argentina, Brasile, Germania Ovest, Belgio ed Inghilterra. Le fasce tennero conto di criteri geografici per fare in modo che solamente in un girone ci fossero più di due europee. Casualmente l’unico raggruppamento con tre squadre del vecchio continente fu quello dell’Italia.
Ecco l’esito del sorteggio:
Gruppo A (Roma e Firenze) | Gruppo B (Napoli e Bari) | Gruppo C (Torino e Genova) |
Italia | Argentina | Brasile |
Stati Uniti | Camerun | Costa Rica |
Cecoslovacchia | Romania | Svezia |
Austria | Unione Sovietica | Scozia |
Gruppo D (Milano e Bologna) | Gruppo E (Verona e Udine) | Gruppo F (Cagliari e Palermo) |
Germania Ovest | Belgio | Inghilterra |
Emirati Arabi Uniti | Corea del Sud | Egitto |
Colombia | Uruguay | Irlanda |
Jugoslavia | Spagna | Olanda |
Si sarebbero qualificate alla fase ad eliminazione diretta (ottavi di finale, quarti, semifinali e finale) le prime due di ogni gruppo e le migliori quattro terze classificate. L’Italia si ritrovò come compagne di viaggio tre nazionali contro cui aveva giocato e vinto nei mondiali ospitati in casa nel 1934. Molti videro in questo casuale elemento un segnale positivo per il proseguo del cammino degli azzurri.
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La foto di Totò Schillaci è di Nazionale Calcio (CC BY 2.0).