A Monterchi c’è dibattito sul tema della mensa scolastica relativa a scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo grado. All’origine l’aumento di 2 euro del costo dei buoni per usufruire del servizio di refezione, che per il periodo ottobre 2020 – giugno 2021 è passato da 3 a 5 euro. “Il maggior onere – si legge nella relativa delibera di giunta – è dovuto alla fornitura di materiale monouso per ogni singolo pasto”. L’operazione non è piaciuta al gruppo di minoranza Viva Monterchi Viva, che ha presentato in merito un’interrogazione mettendo in evidenza che per il servizio di refezione è prevista per l’anno scolastico 2020-2021 una spesa di circa il 10% in meno rispetto al 2019-2020. Per la compagine formata da Massimo Bruschi, Lorenzo Minozzi e Gloria Pettinari, dunque, non sono chiari i motivi che spingono ad aumentare del 67% “un servizio che è fondamentale complemento della scuola dell’obbligo”, andando “a gravare sulle famiglie già in difficoltà per il particolare periodo che stiamo vivendo”. Sotto la lente del gruppo di centrosinistra anche l’utilizzo di posate monouso, che “alla scuola dell’infanzia è da considerarsi estremamente pericoloso”, e il fatto che “in altre scuole della provincia di Arezzo il servizio mensa non ha subìto aumenti e viene espletato, nel rispetto delle normative e della sicurezza, con modalità del tutto diverse, tra le quali lo sporzionamento e l’uso di materiale lavabile e riutilizzabile”. Ancora, viene contestato il fatto che l’affidamento del servizio “riduce le ore lavorative per il personale” e “non vincola l’acquisto delle materie prime e dei beni di consumo presso le attività commerciali locali, come da prassi consolidata”.
All’interrogazione è stata fornita risposta in forma scritta da parte del sindaco. “L’amministrazione – spiega Alfredo Romanelli – data la situazione di emergenza sanitaria ha deliberato di affidare il servizio completo e la responsabilità della gestione della mensa scolastica ad una cooperativa specializzata. La volontà di una gestione in completa sicurezza per la salute dei nostri ragazzi – precisa il primo cittadino – ha portato ad un incremento dei costi a causa di fornitura di materiale monouso e sigillatura, che tuttavia permettono agli alunni della scuola di Monterchi di consumare il pasto nel refettorio, fatto salvo per metà bambini della scuola dell’infanzia che si alternano fra refettorio e aula”. Riguardo ai materiali utilizzati, il sindaco puntualizza che “è stata fatta esplicita richiesta dell’utilizzo di materiale compostabile”, e che “i pasti vengono serviti in contenitori che permettono il transito in sicurezza” dalla cucina al refettorio. “Dopo il cambio della gestione – scrive Romanelli – è stato consequenziale un aumento del buono mensa di 2 euro, comunque in linea con le mense del circondario”. Il sindaco mette in evidenza poi che “è all’attenzione dell’amministrazione la necessità di pensare ed attuare delle tariffe agevolate” per le famiglie con maggiori difficoltà o con più figli a scuola. Riguardo ai numeri, Romanelli contesta quelli riportati nell’interrogazione, dove vede “errori dovuti al fatto che si tratta di importi di aggiudicazione e non di costi effettivi”. Infine, la replica sottolinea che “l’amministrazione ritiene che il servizio di mensa in loco sia un grandissimo valore” pur essendo “consapevole allo stesso tempo dell’impegno economico che una scelta del genere comporta: l’esiguo numero di pasti preparati ogni anno – puntualizza Romanelli – tende a mantenere alta l’asticella legata ai costi che deve sostenere il Comune”, che nel 2018-2019 ha incassato 35.500 euro sui 104.500 spesi e nel 2019-2020 ne ha incassati 13.500 su 65.000.
La risposta ricevuta non ha soddisfatto gli interroganti, che proprio sulla base di queste ultime cifre hanno evidenziato che da una copertura del servizio tramite buoni mensa che è stata del 33% due anni fa e del 22% l’anno scorso si passa a coprire il 63% del costo totale: “Il Comune spende meno e le famiglie spendono di più”, sintetizza Viva Monterchi Viva. “Rimaniamo dell’idea che l’aumento, se propria doveva esserci per motivi di bilancio, doveva essere più contenuto, e soprattutto accompagnato da strumenti di sostegno alle famiglie in difficoltà”, concludono Pettinari, Minozzi e Bruschi.
Accolte invece da Romanelli altre sollecitazioni presenti nell’interrogazione dell’opposizione, cioè la convocazione congiunta delle commissioni istruzione e servizi sociali e l’istituzione di una commissione speciale per il servizio di mensa scolastica “che consenta ai genitori di valutare il funzionamento del servizio”. “Siamo disponibili – replica il sindaco – a favorire gli incontri richiesti non appena la pandemia lo permetterà”. La commissione mensa è stata istituita con voto umanime durante la seduta del Consiglio comunale di lunedì 30, e vi saranno rappresentanti amministrazione comunale, genitori, insegnanti e gestore.