Un’estate andata meglio rispetto alle cupe previsioni della vigilia. È questa la valutazione di Confcommercio relativamente ai mesi che hanno seguito il lockdown in Valtiberina. “Le attività di somministrazione hanno lavorato meglio del previsto”, ha spiegato il responsabile di zona Massimiliano Micelli, ospite di TeverePost insieme alla presidente Anna Maria Cantucci. Merito dell’afflusso sia di turisti italiani che della clientela locale, che hanno sopperito alla mancanza di turismo estero. In misura minore, ma i dati sono stati superiori alle aspettative pure per gli esercizi commerciali: “Dopo un evento mai vissuto prima è stato importante anche l’aspetto psicologico”, ha detto Micelli: “Io ho respirato tanta voglia di ripartire che è stata trasmessa anche ai clienti”. Dopo la forzata chiusura primaverile, quasi tutti hanno riaperto i battenti e sono partite anche nuove attività: “Sansepolcro e la Valtiberina hanno dimostrato di essere vive e di reagire”, commenta il responsabile di Confcommercio, “e lo dimostra proprio l’apertura di negozi alla vigilia di un periodo che nessuno sa come sarà”. Un periodo che per gli esercizi di somministrazione si apre con le restrizioni dell’ultimo DPCM, che Micelli valuta in modo critico: “Due ore di chiusura anticipata non eliminano il problema degli assembramenti, mentre a livello economico incidono tanto. Come Confcommercio proponevamo che ci fossero più controlli sul rispetto dei protocolli ma non chiusure e ulteriori restrizioni. Purtroppo la scelta del Governo è stata questa”. A proposito dei protocolli in essere, Anna Maria Cantucci ha spiegato che quelli relativi agli esercizi commerciali non hanno creato grossi problemi e vengono rispettati senza difficoltà: “La mattina si sanifica, si dà il disinfettante ovunque, la gente che entra ha il liquido per le mani all’ingresso. Non c’è più bisogno dei guanti che erano la cosa più scomoda, e poi mascherina sempre: se qualcuno per sbaglio l’ha abbassata lo fai notare e tutti la rimettono tranquillamente. Certo per noi esercenti questo ha comportato dei costi di più”.
Ma tra le preoccupazioni dei rappresentanti di Confcommercio in questo periodo ci sono anche le notizie legate al progetto di realizzazione di un parco commerciale nei locali dell’ex Cose di Lana in via Senese Aretina. “Siamo contrarissimi”, dice senza mezzi termini la presidente Cantucci: “A Sansepolcro c’è già stato un esperimento di un centro commerciale dove sono state messe tante cose eppure non funziona, e un motivo ci sarà”. Il rischio, secondo Cantucci, è quello di fare “un’altra Città di Castello, dove hanno fatto centri commerciali esterni e il centro storico è completamente morto. “Non venitemi a dire”, incalza Cantucci, “che aumenteranno i posti di lavoro a Sansepolcro, perché per prima cosa dei posti di lavoro si perderanno nel centro storico o al centro commerciale che già c’è, e poi va considerato l’indotto. Anche se un nuovo centro commerciale può assumere delle persone, poi i soldi vanno tutti fuori da Sansepolcro”.
Alla domanda se ci siano stati confronti sul tema con l’amministrazione, Micelli ha ricordato un incontro con il sindaco precedente al lockdown: “All’epoca ci fu detto che non c’era niente di definito, e in seguito pensavamo che, visto il periodo e tutto quello che stava succedendo, questa idea fosse tramontata. Invece leggo che la cosa sta andando avanti, legittimamente perché dietro ci sono imprenditori che hanno acquistato questi immobili e vogliono investirci, e che si sta aspettando un’ulteriore proposta dopo una prima che evidentemente non andava bene. Noi siamo contenti intanto che di questa cosa se ne parli”, aggiunge Micelli, “perché è importante che l’argomento sia affrontato nelle sedi competenti e probabilmente sarebbe auspicabile anche un confronto con la città, con le associazioni, con i portatori di interesse. Un progetto del genere ha un impatto forte sul centro storico e sulla città in generale, quindi è necessario capire quali ricadute può avere”. Tenendo presente, questo il punto su cui insiste il responsabile di zona, “che il centro storico va salvaguardato: in pochi altri posti ci sono state attività che sono ripartite come a Sansepolcro, con investimenti importanti fatti da gente che crede nella città e nel centro storico”.
Ma cosa fare per valorizzare il territorio? “È il momento di avere un’idea di città, di sviluppo e di sfruttamento di quelle che sono le peculiarità che ha Sansepolcro e che ha in generale la Valtiberina”, risponde Micelli: “La pandemia ci ha insegnato che anche per il turismo italiano e locale i borghi sono diventati un polo di attrazione sicuro e tranquillo dove si trova comunque tutto, quindi va capito come fare a portare qui le persone. In Valtiberina il prodotto già c’è, ci sono la gastronomia, la cultura, gli itinerari in bici, i cammini, tante manifestazioni da scoprire e da reinventare, un tessuto commerciale vivo. Si dovrebbe, come si dice adesso in maniera un po’ abusata, fare rete per mettere insieme le forze”, conclude Micelli.
“Per intervenire nel centro storico”, aggiunge Cantucci, “ci sarebbero molte cose da fare. Diverse di queste a dire la verità erano state annunciate ad inizio mandato e non tutte sono state realizzate: rete wi-fi, arredo urbano, panchine e cestini, solo per dirne qualcuna, oltre a tutta una serie di interventi di manutenzione, ad esempio delle strade, per rendere Sansepolcro una città ancora più accogliente. Vorremmo davvero fare squadra con l’amministrazione e lavorare gomito a gomito”, dice la presidente di Confcommercio, “per realizzare insieme progetti e idee che possano provenire davvero da tutti e che possano fare il bene di questa città”.
Un ultimo tema legato al centro storico affrontato in conclusione è stato quello degli affitti: “Andrebbero calmierati, io ci combatto tutti i giorni”, spiega Anna Maria Cantucci. “I proprietari possono fare come vogliono, ma dovrebbero essere un po’ più lungimiranti e capire che un fondo tenuto vuoto si svaluta: più lo tieni attivo e più aumenta di valore, invece ci sono fondi anche belli che sono fermi da anni. Inoltre cambiano le regole per mettere a norma i locali e più restano vuoti più diventa difficile che qualcuno possa decidere di investirci per adeguarli”.