Intervistato da TeverePost, il responsabile di Confcommercio Valtiberina Massimiliano Micelli ha commentato la situazione che stanno vivendo le attività commerciali del territorio di fronte alla nuova ondata pandemica, ha analizzato l’anno trascorso e illustrato le richieste della categoria a Governo ed amministrazioni locali.
Come è andato il 2021?
Considerato che venivamo da un anno terribile, questo è stato un anno direi buono fino a settembre-ottobre, anche e soprattutto per la parte ristorativa e alberghiero-ricettiva. Quest’estate c’è stato infatti un flusso turistico forse superiore al periodo precedente alla pandemia, visto che la gente ha scelto luoghi meno affollati e meno di massa. Da ottobre invece si è nuovamente innescato un meccanismo molto negativo che è culminato da dicembre in poi con un fioccare di disdette e che adesso continua. È vero che gennaio e febbraio sono storicamente mesi difficili per tutti, però in questo momento c’è la sensazione di una grande sofferenza. Comunque si parla di prenotazioni per la primavera, quindi nelle persone la voglia di fare e di andare ci sarebbe, ma purtroppo in questo momento c’è quello che qualcuno definisce lockdown mascherato: tra i positivi, tra i contatti, tra chi ha paura c’è un esercito di gente che non si muove o si muove di meno.
Alla nuova ondata si somma il forte aumento dei costi dell’energia. Come affrontare questa fase?
La situazione, dopo che forse un po’ tutti ci eravamo fatti l’idea di esserne quasi fuori, adesso è abbastanza simile alle ondate precedenti, quindi le esigenze sono le stesse in termini di liquidità, ammortizzatori sociali e aiuti concreti per le aziende. Ci sono infatti attività in grosse difficoltà, bar e ristoranti come anche i negozi, con i saldi che sono partiti senza risultati eccezionali. Negli altri anni c’era la calca nei primi 10-15 giorni, speriamo che chi non può in questo momento vada più avanti e che l’afflusso sia magari più spalmato nel tempo. In ogni caso il settore, che neanche prima della pandemia viveva un momento floridissimo, è in difficoltà. Ci sono statistiche che parlano di rischio di chiusure di aziende anche da qui all’estate, quindi credo che il Governo debba intervenire, trovando il sistema per neutralizzare gli aumenti dei costi, prorogando la moratoria sui prestiti scaduta a dicembre, venendo incontro alle aziende con ristori e con strumenti come la proroga della cassa integrazione, soprattutto per il settore turistico. Da noi come detto si è visto meno, ma città turistiche come Firenze sono al tracollo.
Gli enti locali cosa possono fare?
Gli enti locali avranno a disposizione una serie di risorse che arrivano dal Pnrr, quindi credo che sia molto importante la condivisione dei progetti. Questi soldi vanno infatti usati nella maniera migliore e programmando il futuro. Se si vuole puntare sul turismo occorre cominciare a lavorare in maniera seria e strutturata come una realtà davvero unica. Abbiamo visto che quest’estate è venuta tanta gente: questo fa pensare che con una promozione che ottimizzi nella maniera migliore certi strumenti i risultati potrebbero essere ancora più grandi. Così aumenterebbe l’attrattività anche da un punto di vista commerciale, portando nuovi investimenti e nuove attività. Alle amministrazioni di Sansepolcro e Anghiari, appena rinnovate, abbiamo chiesto di fare attenzione all’arredo e al decoro urbano. Sono due centri storici molto belli che vanno curati e organizzati, resi fruibili e unici, in modo che il turista venga e poi ritorni. Quindi quello che le amministrazioni possono fare è avere cura dei centri storici, favorire le imprese tramite la leva dei tributi locali, incoraggiare nuove aperture con sgravi o altre formule attrattive. E anche la condivisione con noi è utile perché permette di andare a prendere esperienze di altre realtà e provare a calarle sul territorio.
Come è percepito il giro di vite sul green pass, che tra poco sarà obbligatorio anche nei negozi: utile o problematico?
I bar e i ristoranti per certi versi hanno fatto un periodo di rodaggio e forse si sono un po’ abituati, mentre per i negozi sarà una novità. Non è sicuramente facile, anche perché tanti non hanno dipendenti da poter adibire a questo compito, quindi è un aggravio procedurale e crea un problema in più. Però è uno strumento su cui il governo ha puntato per incentivare le vaccinazioni e come tale lo scopo è utile. Come tutte le cose probabilmente può essere migliorato, comunque alla fine i commercianti si adeguano alle normative perché questo diventa l’unico modo per poter tenere aperta la propria attività. Il lockdown ce lo ricordiamo ancora, quindi se questo strumento serve per tenere aperto si fa un sacrificio, ed è meglio che dover richiudere.