Mario Menichella è risultato il candidato più votato nella lista Cittadini per Sansepolcro e, qualora Fabrizio Innocenti prevalesse al ballottaggio del 17 e 18 ottobre, risulterebbe fra i 10 membri di maggioranza del nuovo consiglio comunale. Rientrerebbe così a Palazzo delle Laudi dopo cinque anni da assessore a sanità e sociale nella giunta di Franco Polcri dal 2006 al 2011 e cinque anni all’opposizione della giunta Frullani dal 2011 al 2016.
Come commentare l’esito del primo turno elettorale?
Laurenzi ha senz’altro la percentuale di consensi più alta per uno scarto molto piccolo, e forse non ci saremmo aspettati che a quei livelli, intorno al 40%, potesse arrivare anche Fabrizio Innocenti. Invece questo è successo non perché non abbia risposto l’elettorato di Laurenzi, ma probabilmente è stata accettata la proposta di Fabrizio, in particolare come persona, visto che penso che per ben più del 50% conti il giudizio sulla persona. Sansepolcro è una realtà complessa ma ancora consente il contatto personale e tutti e due i candidati sono espressione di realtà sociali importanti, però mi ha meravigliato la capacità della proposta della coalizione di Fabrizio Innocenti di raggiungere una quota così alta, che è un trampolino di lancio ottimo per il secondo turno. Di fatto nella valutazione del primo turno si può considerare vincente Fabrizio, perché ha maggiori potenzialità, sempre che non paghi l’astensionismo dell’elettorato moderato che al secondo turno potrebbe verificarsi. Colgo quindi l’occasione per un appello al voto dei moderati, che vadano alle urne a completare il processo elettorale.
Per quanto riguarda le altre coalizioni?
Le altre coalizioni hanno deluso i loro elettori. Qualcuno si illudeva che ci fosse un exploit della coalizione di Laura Chieli, perché in effetti la candidata ha saputo porsi in maniera forte, e quindi anche accattivante rispetto al proprio elettorato, per il carattere e la personalità che ha dimostrato. Però forse non c’era ancora il terreno per un’adesione alla sua persona e a una candidatura ancora un po’ acerba. Catia Giorni è maturata molto politicamente, però in questo caso è quasi il processo inverso: mano a mano che su scala nazionale si va nella direzione voluta da Conte verso una trasformazione dei Cinquestelle in partito propositivo e non più partito del “vaffa”, è chiaro che diminuiscono i consensi di coloro che votavano solo per protesta. Ma bisogna dare l’onore delle armi a Catia Giorni che ha affrontato la campagna elettorale con serietà e coerenza e ha messo a frutto la propria esperienza.
Dal risultato di Cittadini per Sansepolcro ci si aspettava qualcosa di più?
Sì, probabilmente la delusione deriva dal fatto che avevamo come riferimento le elezioni del 2016, dimenticando forse che allora noi fummo il movimento che propose il sindaco, e questo premia sempre. Stavolta molti dei nostri consensi si sono trasferiti alla lista Borgo al Centro, ma questo non altera gli equilibri generali, perché si tratta comunque di una lista civica che interpreta al 100% la nostra proposta. Per quanto riguarda il mio risultato personale lo ritengo più che soddisfacente, tenendo conto anche che in generale non sono state espresse molte preferenze. Ad ogni modo la mia finalità era soprattutto aiutare Fabrizio e aiutare la lista che mi ha ospitato in questi anni. Devo tra l’altro ringraziare il coordinatore Giuseppe Pincardini che mi ha “forzato” a presentarmi consentendomi di vivere questa bella esperienza, e siamo soddisfatti che, se vincerà Fabrizio – e vincerà – avremo la nostra rappresentanza in consiglio.
Solo in consiglio o anche in giunta?
Attualmente mi dedico al volontariato nella vita sociale, poi la realtà quando si presenta la devi valutare, anche se per ora è prematuro. Certo l’età mi spinge a confermare la mia opzione per un volontariato meno pesante, però la vita mi ha insegnato che i nostri progetti, per fortuna, sono spesso stravolti dalla realtà.
Gli ultimi giorni sono stati caratterizzati dalla questione apparentamento. Come valutare questa dinamica?
Io ho sostenuto una posizione di rispetto della volontà popolare. Non mi piace l’istituto dell’apparentamento, perché quando si parla di composizione del consiglio l’esito del primo turno va rispettato. Diverso, al limite, è l’aspetto che riguarda un’eventuale composizione della giunta, perché in quel caso per legge si tratta della volontà del sindaco, che ha tutto il potere che deriva dalla sua forte rappresentatività e lo delega. In quel senso il sindaco può allora vedere come cercare di recuperare una parte dell’elettorato che al primo turno è stato contrapposto anche in maniera dura.