TeverePost ha fatto il punto con il presidente di Newlat Angelo Mastrolia a proposito del tema marchio Buitoni. Come è noto, lo stabilimento produttivo di Sansepolcro è dal 2008 proprietà del gruppo di Mastrolia, allora TMT, che lo aveva rilevato da Nestlé. La multinazionale svizzera aveva però conservato il marchio Buitoni, che Newlat ha finora potuto utilizzare in concessione per quanto riguarda pasta e prodotti da forno. Tale concessione è scaduta il 31 dicembre 2020 per il mercato extraeuropeo (“In quelle aree abbiamo già sostituito il marchio Buitoni con altri marchi del gruppo e in particolare con Delverde”, ci conferma Mastrolia) e scadrà alla fine di quest’anno per il mercato europeo.
Ci sono prospettive per un rinnovo?
Nestlé al momento non ha fornito un’apertura in questo senso. Noi siamo molto rispettosi dei contratti, per cui stiamo andando avanti per la nostra strada in maniera autonoma, d’altra parte non essendo un marchio di proprietà non possiamo pretendere che ci venga concesso a tutti i costi. Il rinnovo della licenza sarebbe stato sicuramente utile, ma prendiamo atto della volontà di Nestlé.
Da parte vostra è stata manifestata anche l’intenzione di procedere direttamente all’acquisto del marchio. In questo senso ci sono margini?
Noi più volte, e anche di recente, abbiamo ribadito a Nestlé il nostro grande interesse all’acquisto del marchio, ma ci è stato detto che al momento non è prevista una vendita. Anche da questo punto di vista, evidentemente, le cose si possono fare soltanto in due.
Come si sta organizzando Newlat per affrontare questo cambiamento?
Sul mondo del forno abbiamo la fortuna di essere titolari dei marchi Crostino dorato e Granfetta, che sono di nostra proprietà e a cui abbiamo già dato evidenza. È quello che è successo anche in altre aziende: si può fare l’esempio di Barilla con GranCereale, oppure quello di Philadelphia Kraft, ma sono molti i casi di questo tipo. Quindi per il forno siamo sereni e non abbiamo assolutamente timori. Attualmente stiamo lavorando molto bene su tutti i mercati per la sostituzione di Buitoni. Abbiamo qualche piccola preoccupazione sul mercato tedesco, ma cerchiamo di affrontare la cosa con determinazione.
È stato inoltre lanciato il marchio Sansepolcro Factory.
Sì, c’è Sansepolcro Factory, come c’è il marchio Delverde che è abbinato anche allo stabilimento di Sansepolcro. Stiamo insomma lavorando molto bene con i marchi di proprietà.
Alcune sue dichiarazioni delle scorse settimane hanno lasciato intendere possibili rischi occupazionali per lo stabilimento di Sansepolcro. Conferma?
Non dico che ci saranno, dico semplicemente che questo non può essere escluso. Attualmente però lo stabilimento è in ottima salute e non ci sono problemi di natura occupazionale. Fortunatamente il gruppo è molto solido e in grado di gestire anche situazioni un po’ complesse. Ovviamente non posso escludere che il venir meno del marchio Buitoni possa in futuro incidere sui volumi di Sansepolcro, ma si tratta di un elemento di prudenza. Non ritengo infatti che quest’impatto possa essere così rilevante da sconvolgere gli assetti produttivi di uno stabilimento così importante. Però devo responsabilmente dire che, anche se remoto, un rischio esiste. Stiamo comunque lavorando perché questo rischio sia eliminato o comunque estremamente contenuto.
In generale come sta vivendo il gruppo Newlat questo particolare periodo condizionato dalla pandemia?
Abbiamo chiuso un 2020 molto buono, con volumi addirittura in aumento rispetto al passato e con delle performance molto rilevanti, in particolare in Germania. Abbiamo iniziato bene anche l’anno nuovo e al momento sono molto ottimista, non ci sono elementi che facciano pensare a problemi per il futuro.