Martina Manescalchi: “Volevo fare l’assessore al turismo”

“Ma non mi ha votato nemmeno mia mamma”. Intervista a un'esperta di digital marketing: gli effetti del coronavirus su hotel e ristoranti, le galline di San Leo basso, Gianni Bella

Martina Manescalchi

Martina Manescalchi viene da Anghiari. “Anzi, da San Leo”, precisa lei. “Anzi, da San Leo basso, cioè quella zona franca dopo l’ufficio postale al confine con Gricignano, dove non passa manco la Sita. Mio babbo è stato per tanti anni custode dei cimiteri del comune di Anghiari e da qui deriva il mio amore per il macabro e i luoghi abbandonati. A proposito di luoghi abbandonati, ho militato per un lungo periodo in un noto partito di sinistra ma la volta in cui ho deciso di candidarmi alle comunali non mi ha votato nemmeno mia mamma. Giuro che è andata così! Il mio obiettivo era fare l’assessore al turismo, ma il destino (e mia mamma) ha voluto diversamente. Dopo la maturità classica mi sono laureata in Scienze della Comunicazione all’Università di Perugia. Il preside di facoltà era stato il chitarrista di Patty Pravo, non so se questo aggiunge punti al mio curriculum. Dopo un master a Roma, ho iniziato a lavorare nella comunicazione digitale proprio nell’Urbe per poi spostarmi a Firenze e infine – e fortunatamente – in Romagna. A Rimini lavoro per una società di consulenza alberghiera per cui svolgo consulenze (appunto) e formazione in digital marketing per hotel, ristoranti e destinazioni, comunicazione e brand reputation. Insegno “Web Communication” all’Università di Bologna, corso di studi in International Tourism and Leisure Industries e tengo dei corsi all’interno di master presso l’Università Roma Tre e l’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Ho tenuto un corso per un master postuniversitario a Troyes e lezioni all’Université Nanterre di Parigi, sempre sul tema del digital marketing turistico. Scrivo manuali e collaboro con blog e riviste. Qualche volta dormo”.

Chi segue i tuoi profili social sa che passi un centinaio di notti all’anno in alberghi differenti. In epoca di coronavirus, come fai a dormire sempre nello stesso letto?

Male. “Dove attacco i miei vestiti, quella è casa mia”, recitava il Poeta [Red Canzian, ndR]. Sono talmente abituata a spostarmi che se devo passare due notti di fila nello stesso albergo lo arredo come se fosse una casa, appunto. Passare tutto questo tempo in un solo posto mi suscita una strana sensazione. Ogni tanto mi sveglio domandandomi in quale albergo mi trovi. Poi sento le galline e mi ricordo di essere a San Leo basso.

Una gallina di San Leo basso

Vivi e lavori in Romagna, sei una Valtiberina nel mondo, ma stai passando la quarantena in vallata. Perché?

Purtroppo il 2020 non è iniziato esattamente alla grande e, venendo da due mesi di ospedale, l’idea di chiudermi nell’appartamento in cui vivo a Rimini – per quanto lo ami – non mi entusiasmava affatto. Allora, anche per motivi logistici, ho deciso di restare qua per un po’, dove almeno ho un po’ di spazio per muovermi all’esterno. E le galline.

E come trascorri le giornate?

Lavoro moltissimo. Scrivo, mi concentro su nuovi progetti, faccio tanti webinar e formazione online agli albergatori e ai miei studenti. Faccio pilates, ammiro le rotoballe e ascolto Drupi.

Pilates

Com’era la situazione virus nella riviera romagnola?

Quando ho lasciato Rimini, a gennaio, ancora il fenomeno non era esploso. Poi si sa come sia andata. Purtroppo la mia amatissima città è stata duramente colpita. Amici e colleghi mi mandano foto che per me sono un colpo al cuore. Una città deserta e vuota.

La riviera

Dal punto di vista economico quanti danni ha fatto il virus nel tuo settore e che speranze di ripartenza ci sono?

Il settore del turismo sta subendo dei danni devastanti. Ancora brancoliamo tutti nel buio: non sappiamo come e quando gli esercizi potranno riaprire e quali saranno le misure a cui attenersi. Non sappiamo cosa prevede e se ci sarà un piano di ripresa. Il nostro ministro è totalmente assente e, in generale, mi pare che le istituzioni stiano affrontando in maniera molto superficiale il problema, sottovalutando le ripercussioni che questo avrà anche in molti altri settori. Io però voglio essere ottimista. Ogni giorno mi confronto con tanti operatori turistici e devo dire che non si respira affatto aria di rassegnazione. C’è tanta voglia di formarsi, di migliorarsi, di ripartire. Sarà questo che ci salverà.

Cosa vuoi fare da grande?

Andare con Guido Guerrini nei salotti televisivi dell’est Europa a parlare di Gianni Bella, di Amedeo Minghi e del Sanremo ’84.

Selfie con rotoballa
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